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ENGIM e Giuseppini, due anni per dare voce ai giovani

ENGIM e Giuseppini, due anni per dare voce ai giovani
Mater Ecclesia e i suoi figli invisibili: all’evento nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia il culmine di un lungo cammino educativo e artistico con Engim, i Giuseppini e l’Istituzione Biasutti

Il 7 aprile 2025, nella Scuola Grande di San Rocco a Venezia, si è tenuto un evento intenso e simbolico: Mater Ecclesia e i suoi figli invisibili, una meditazione artistica che ha rappresentato il culmine di un percorso educativo della durata di due anni, promosso da ENGIM Veneto, i Giuseppini del Murialdo e l’Istituzione Biasutti.

Al centro, i ragazzi spesso invisibili, giovani arrivati da altri Paesi o provenienti dal territorio, che vivono situazioni di marginalità e difficoltà. Un gruppo di circa 50 studenti è stato seguito in modo costante, con l’obiettivo di restituire loro un senso di appartenenza, visibilità e dignità, attraverso l’arte, la parola, la musica e il confronto con testimonianze autentiche.

«Abbiamo fatto un percorso che li ha visti riprendere in mano la realtà», spiega Raffaella Gonella, responsabile del progetto insieme a padre Vittorio Buset, in rappresentanza dei Giuseppini. «Questo percorso ha permesso a questi giovani di scoprire la bellezza di esistere e di sentirsi parte attiva della società».

Dalla voce al coraggio: le storie dei ragazzi ENGIM verso tutta l’Italia

«Durante l’evento, nove ragazzi hanno avuto il coraggio e la forza di salire sul palco e raccontare le proprie storie», racconta Raffaella. «Le loro testimonianze hanno commosso e ispirato tutti i presenti, dando voce a vissuti spesso taciuti». 

È stato il terzo evento di questo tipo affidato a ENGIM, ma questa volta ha avuto un valore speciale: la presenza del Presidente nazionale di ENGIM, padre Antonio Lucente, che ha voluto portare il proprio sostegno e riconoscere ufficialmente l’importanza del progetto, con l’intenzione di estenderlo a livello nazionale.

«Ci è stato chiesto di portare questo format in tutti gli ENGIM d’Italia», continua la responsabile. «Il progetto, nato per dare strumenti di crescita ai giovani attraverso la cultura e la spiritualità, sarà quindi un modello da replicare, per costruire comunità educative più inclusive e profonde».

Quando la scuola diventa casa: educare alla vita, tra arte, fede e testimonianza

Alla Salute a Venezia, alla Scuola Professionale ENGIM (SFP CIF Marinelli), dove studiano circa 130 ragazzi, ogni percorso educativo viene valorizzato da momenti conclusivi come questo, dove la scuola incontra il territorio, le famiglie, le istituzioni e le storie personali.

Il prossimo appuntamento è già in programma per fine maggio e affronterà un altro tema urgente e delicato: la violenza di genere; un evento ideato e organizzato dai giovani per i giovani.

Il lavoro portato avanti in questi due anni dimostra che educare non è solo trasmettere nozioni, ma costruire spazi di senso, in cui ogni ragazzo possa sentirsi visto, accolto e valorizzato. 

«Come ha dimostrato questo evento, la scuola può diventare davvero “casa”, laboratorio di umanità dove la fede, l’arte e la testimonianza si intrecciano per dare forma a un futuro più giusto e luminoso per tutti», conclude Raffaella.

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