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EURO 7: Nuovi limiti per inquinanti e batterie delle auto

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Dalla Regione nuovi incentivi per l’acquisto di auto aziendali ecologiche

Il Consiglio Europeo ha adottato il 12 aprile scorso il nuovo regolamento Euro 7 per fissare i nuovi limiti delle emissioni per autovetture, furgoni e autocarri, ma anche la durata delle batterie per le auto elettriche. E’ l’ultimo step per l’adozione in tutta Europa dei nuovi parametri per i nuovi veicoli immatricolabili ma anche per la loro longevità. Le norme non prevedono solo di stabilire le limitazioni per i gas di scarico ma anche per l’abrasione degli pneumatici e le particelle rilasciate dai freni nel loro utilizzo, ma la novità principale riguarda le linee guida per la vita della batteria per i veicoli alimentati ad elettricità. Il Veneto risponde con incentivi rivolti alla auto aziendali fino a giugno.

I nuovi standard andranno a superare quelli previsti dalla precedente normativa Euro 6 entrata in vigore dal 1 settembre 2014 e divenuta obbligatoria 12 mesi dopo per tutti veicoli di nuova immatricolazione. Questa categoria negli anni ha subito ben cinque revisioni (euro 6a, 6b, 6c, 6d-temporanea, 6d), complicando non poco la comprensione ai consumatori finali e andando a limitare maggiormente i motori diesel per cui sono state abbassate le tolleranze in merito a ossidi di azoto e idrocarburi. La nuova classificazione Euro 7 in questo senso manterrà i limiti di emissioni previsti dalla precedente, ma sarà più rigorosa per le particelle solide, accompagnando le nuove immatricolazioni fino allo stop, previsto nel 2035 per la vendita di mezzi a motore termico in Europa.

Gli auspici dell’Unione Europea per limitare le emissioni

Con una produzione del 25% delle emissioni europee imputato al trasporto, di cui il 71% ai veicoli su gomma, l’Europa con il nuovo regolamento Euro 7 intende imporre limitazioni maggiori su inquinanti non disciplinati dalle precedenti versioni, su elementi come il protossido di azoto (N2O), ma considera anche l’emissione di quelle particelle di particolato rilasciate dai sistemi frenanti, come PM10 o PM 2.5. I nuovi standard sui meccanismi di freno previsti dall’Europa puntano a ridurre le emissioni di particolato del 27%, con un limite di 7 mg per chilometro fino al 2035, da quella data scatterà una riduzione a 3 mg/km.

Diversi produttori, aderenti al progetto europeo Lowbrasys, sono già al lavoro su un sistema frenante a basso impatto ambientale, che usa materiali ceramici e filtri per attrarre il particolato e gestisce la frenata con un software che così limita l’usura di dischi e pastiglie. Questa limitazione sulle emissioni è particolarmente studiata per i veicoli elettrici che, essendo più pesanti degli omologhi termici, richiedono non solo maggior potenza ma potenzialmente rischiano di emettere più particolato da frenata. Le nuove disposizioni poi introducono requisiti sulla durata delle batterie che devono mantenere una capacità di almeno il 67% per 8 anni o 160.000 km, questo dovrebbe ridurre la necessità di sostituzione degli accumulatori e il fabbisogno di materie prime.

Applicazione del regolamento in base al tipo di veicolo

Il regolamento, dopo l’approvazione del Parlamento Europeo da parte del Consiglio è stato adottato come atto legislativo, una volta firmato dalla Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola e dal Presidente del Consiglio Charles Michel, il corpus normativo verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’Unione europea e dopo 20 giorni sarà valido in tutti i territori dell’Unione Europea. L’obiettivo è accompagnare l’industria verso una progressiva dismissione della tecnologia del motore a combustione interna come previsto dal Regolamento UE 851/2023 che fissa lo stop alle vendita di autovetture e furgoni di questo tipo dal 2035, mentre per autocarri, autobus e altri veicoli pesanti la scadenza è spostata più avanti.

Le norme Euro 7 in materia di emissioni di autovetture e furgoni verranno meno da quella data ma per i veicoli futuri invece si manterranno quelle relative a freni, pneumatici e durata della batterie. Le date di applicazione del regolamento dalla sua introduzione varieranno in base al tipo veicolo e alla tecnologia e saranno di 30 mesi per nuove tipologie di autovetture e furgoni e di 42 mesi esemplari nuovi della stessa famiglia. Per autobus, autocarri e rimorchi 48 per nuovi tipi e 60 per veicoli nuovi. Inoltre è prevista un’applicazione entro un determinato periodo anche per sistemi e componenti aggiuntivi da installare sui mezzi di 30 mesi per auto e furgoni e di 48 per il trasporto pesante.

Regione Veneto: veicoli e incentivi all'acquisto

La situazione in Veneto, stando agli ultimi dati resi disponibili dalla Regione per l’anno 2022, evidenzia come la prevalenza del parco veicolare sia composto da autovetture per il 75,6%, di queste nonostante più dell’80% siano alimentate a benzina e gasolio, la maggioranza (36,5%) sono di classe Euro 6, seguita da Euro 4 (23,1%) ed Euro 5 (23,1%). Un parco auto complessivo non recentissimo con auto in maggioranza almeno decennali. Quello che colpisce di più sono però le abitudini dei veneti che, mettendo a confronto il 2008 con il 2022, si spostano progressivamente più con mezzi a motore che in bicicletta, con un rapporto che resta 80:20, anche se è aumentato l’uso di mezzi pubblici e di car sharing.

La Regione intanto ha indetto un bando auto nel 2022 e 2023, rinnovato nel 2024 per le sole auto aziendali, per assegnare dei contributi a fondo perduto ai cittadino residenti in Veneto incentivando la rottamazione di veicoli di tipo M1, ovvero mezzi per trasporto di persone, con almeno quattro ruote e massimo otto posti a sedere oltre al conducente, compresi nella classe ambientale Euro 4 benzina o bifuel ed Euro 5 a gasolio, per acquistare alternative di classe Euro 6D o superiori comprese in un costo massimo di 40.000€ (iva esclusa). Il contributo era al massimo di € 8.400 in base all’alimentazione ed emissioni per il 2023, mentre per il 2024, il bando attivo fino al 14 giugno, è di 8.000€ per micro, piccole e medie imprese. Nella speranza di facilitare l’obiettivo europeo che prevede di avere per il 2050 metà del parco circolante non a combustione interna.

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