Dal nonno al padre e dal padre al figlio. Sono oltre 70 anni che la falegnameria Cuogo è presente a Venezia per proporre prodotti su misura per i clienti: mobili, altane, soppalchi, scuri, porte e portoni realizzati con passione e cura del dettaglio. Da inizio anno l’impresa è passata nelle mani di Luigi, che con la sua scelta in controtendenza ha deciso di seguire le orme del padre, ora 70 enne, continuando l’attività per la terza generazione di fila. La tradizione della falegnameria Cuogo risale infatti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, quando nonno Gino Cuogorealizzava casette prefabbricate per i militari italiani di stanza in Russia. Al termine della guerra Gino decise negli anni ’50 di fondare la falegnameria che ebbe una prima sede a Cannaregio. Nel tempo poi fu affiancato dal figlio Paolo che, appassionato di architettura, decise di raccogliere l’eredità di famiglia rilevando l’azienda. Nel 1988 la falegnameria, poco dopo la morte di Gino, si traferì prima nell’area della Misericordia e poi a San Giacomo dell’Orio, mentre dal 2015 ha trovato nuova sede a San Girolamo, in una fabbrica di 200 mq in Fondamenta Contarini. «Ho sempre bazzicato in falegnameria fin da piccolo. Durante l’estate in particolare aiutavo a pulire e mettere a posto e, nel mentre, catturavo con l’occhio come papà e i sui collaboratori lavoravano e usavano gli attrezzi, come frese e presse» ricorda Luigi che, appena dopo essersi diplomato in Architettura e arredamento all’Istituto d’Arte, entrò a lavorare in azienda per apprendere i rudimenti del mestiere. «È un lavoro il nostro in cui ci si impratichisce lentamente ma anche dove non si smette mai di imparare».
Lunga è la tradizione familiare: «Se c’è una cosa che mi ha insegnato mio padre e che ho fatto mia è di concentrarsi sulla qualità del lavoro, anche a costo di risultare esosi. – continua Luigi – Oggi ci sono meno soldi da spendere e le persone hanno meno attenzione alla qualità. La concorrenza è spietata a volte c’è chi azzarda paragoni con l’Ikea, ma è come chi va per comprare una Panda e vuole le prestazioni di una Mercedes. I prodotti di qualità non possono essere contestati e questa sicurezza ci spinge a non cedere nel comprare forniture qualitativamente inferiori». Luigi nonno Gino l’ha conosciuto solo attraverso gli aneddoti di suo padre: «Mi racconta sempre quando da piccolo il nonno gli faceva già fare sui muri i buchi per i pannelli di rivestimento in larice. Con il nonno poi prendeva la barca a remi per trasportare le finestre grezze e per portarle ai clienti. Durante il trasporto per renderle impermeabili mio padre le cospargeva di olio, oggi sostituito dalle vernici per velocità e praticità».
Tante solo le realizzazioni che la falegnameria nel tempo eseguito, lavorando per bar, locali e grandi catene alberghiere come l’Hotel The Gritti Palace, ma anche per il Patriarcato di Venezia. Oggi in falegnameria oltre a Luigi e Paolo, ci sono anche un dipendente storico, al servizio dell’azienda dal 1990, e un apprendista arrivato nel 2022.«Noi qui facciamo tutto: partiamo dal progetto e poi passiamo alla scelta dei materiali. Arrivata la fornitura passiamo al taglio, assemblaggio e verniciatura. Il nostro non è un lavoro schematico, ma di pazienza, inoltre consigliamo il cliente e gli proponiamo le soluzioni a lui più adatte. – e continua il titolare – Utilizziamo legni tradizionali delle nostre montagne come il larice, l’abete e il faggio, seppur quest’ultimo in modo minore, ma anche legni di provenienza esotica facili da gestire per caratteristiche di lavorazione, colorabilità e costo, più adatti a fare lavori come telai e porte nuove». Tra questi vi sono legni come il tulipier o l’okoumè,un legno economico leggero, stabile, ben verniciabile e privo di nodi. Il mogano invece lo utilizzano principalmente per realizzare la mobilia di pregio o piccoli elementi d’abbellimento per le barche. «Ora abbiamo appena realizzato un letto trasformabile in divano». Tra le realizzazioni di pregio poi la ditta annovera una cucina realizzata per un appartamento di Scorzè in doppia essenza di ciliegio e abete sbiancato. «Se richiesto siamo anche in grado di dare un prodotto finito con tanto di top ed elettrodomestici» spiega Cuogo.
Oltre a realizzare mobili da zero, di cui negli anni la richiesta è diminuita, tre quarti del lavoro della falegnameria oggi è dedicato ai restauri. «Negli ultimi anni si è affermato molto il mercato del restauro di infissi storici e portoni monumentali di palazzi e chiese. – dice Luigi – Quello che una volta si buttava oggi invece viene recuperato, non solo per il suo valore storico ma anche in un’ottica di sostenibilità». Tra i lavori in questo campo nel 2015 hanno restaurato il portone d’ingresso del Patriarcato in Piazzetta dei Leoncini. Per la Scuola Sansovino invece nel 2020 hanno restaurato le finestre e il portone d’acqua di un quintale, che hanno trasportato con una barca e l’ausilio di una gru. Ora invece stanno restaurando per i Gesuiti il palazzo di fianco alla chiesa, intervenendo in particolare sulle finestre ad arco, la porta d’acqua e quella d’ingresso. «Per i lavori di restauro, in particolare per manufatti esterni, solitamente usiamo il larice che resite di più alle intemperie» specifica. Il larice è inoltre il legno preferito di Luigi: «Mi affascina per il suo profumo e il fatto che con il tempo, anche se verniciato, tende ad ossidarsi e a cambiare tonalità, diventando di un rosso scuro che dà un senso di calore. – e conclude Luigi – Inoltre ha un bel compromesso tra lavorabilità e resistenza meccanica e agli agenti atmosferici».
C.I.D. s.r.l. Società a Socio Unico – Casa editrice del settimanale Gente Veneta – CF e PI 02341300271 – REA: VE – 211669 – Capitale Sociale 31.000 euro i.v. – Dorsoduro,1 – 30123 Venezia
Iscriviti a VE-NICE e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!