A chi non è mai capitata quella strana sensazione di fastidio agli occhi, quella specie di prurito che spinge a sfregarli continuamente? Beh, in oculistica è proprio questa una delle ragioni più frequenti di richiesta di assistenza. L’occhio, infatti, è un organo molto delicato ed innervato, esposto a tanti agenti irritanti della più varia natura e di diverso effetto: si va dalla polvere, dalla sabbia e dal vento al fumo e allo smog, ma anche ai pollini, agli spray, ai profumi.
Il sintomo più iniziale di forme infiammatorie o anche di un “discomfort” della superficie oculare, però, è un aspecifico “fastidio”. In genere quando questo fastidio è l’unica avvisaglia e non vi sono segni obiettivi non è pericoloso: ha una natura nevralgica, cioè legata a un malfunzionamento dei nervi, o è causato da una cattiva lacrimazione e quindi dallo “sfregamento” delle palpebre durante l’ammiccamento.
Maggiori attenzioni richiedono, invece, i fastidi generati da fenomeni infiammatori – cheratiti (infiammazioni della cornea), congiuntiviti, uveiti (infiammazione dell’uvea), ulcere – o da corpi estranei o traumi. Quando si presenta questo fastidio, una delle cose più importanti da fare è non “inquinare” il quadro con farmaci che possano mascherare i segni e i sintomi di una malattia: non sono, quindi, indicati in modo particolare i colliri a base di vasocostrittori, che, sbiancando l’occhio, possono ritardare di rivolgersi al medico e potrebbero cronicizzare il fenomeno infiammatorio. O ancora ritardare una possibile cura o addirittura impedire al medico di fare una corretta diagnosi.
Altro tipo di terapia assolutamente da evitare senza visita specialistica sono i colliri e gli unguenti a base di cortisone che possono peggiorare eventuali ulcere.
Indicato, invece, l’uso di colliri di “lacrime artificiali” che, non avendo un diretto effetto farmacologico, danno un sollievo superficiale senza però mascherare eventuali patologie più gravi che necessitino di una terapia specifica. Se, insomma, il fastidio è passeggero e limitato, non c’è di che preoccuparsi.
È, invece, opportuno rivolgersi a un oculista quando il fastidio perdura nel tempo oppure anche subito, nel caso sia accompagnato da altri sintomi soggettivi – come ad esempio il calo della vista, la fotofobia, cioè l’intolleranza alla luce, il dolore – o da segni obiettivi: una secrezione mucopurulenta, una lacrimazione intensa o il rossore.
Dopo un attento esame, l’oculista saprà individuare il problema, indirizzare alla cura migliore, prescrivere il giusto trattamento. L’occhio è uno degli organi più sensibili e delicati del corpo umano, ma è anche l’organo di senso più complesso e la finestra di ognuno di noi sul mondo: ecco perché bisogna saperne cogliere i segnali e averne cura.
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