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Festa del Creato 2023: fare del bene alla Casa comune

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Si rinnova l’appuntamento domenica 24 settembre della XX festa diocesana

Mandare cinque messaggi in whatsapp anziché uno solo in cui si concentra tutto il contenuto da inviare significa consumare cinque volte più energia. Ma i messaggi – si dirà – sono una cosuccia da nulla? Certo, ma miliardi di cosucce da nulla… E poi probabilmente non si sa che una delle cose che sembrano consumare meno energia – i bitcoin – in realtà hanno bisogno, sull’intero pianeta, dell’energia prodotta da cinque centrali nucleari.

La consapevolezza nell’uso delle tecnologie non è così diffusa, anzi… Ed è per questo che domenica 24 settembre, presso la parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice di Mestre, si parlerà anche di giovani, tecnologie, salute e ambiente in occasione della XX Festa diocesana del Creato.La festa, organizzata dal gruppo pastorale degli Stili di Vita, avrà inizio alle 14.30 con più tavole rotonde che tratteranno temi quali: Comunità energetiche e rinnovabili; Tornare a coltivare la Terra; Difendere la salute delle persone e della natura dai Pfas; Tecnologia e intelligenza; Rifiuti, perché ridurli; Un pesce diverso: La sostenibilità e la filiera ittica; Ecologia e spiritualità.

Alle 16.15, poi, si terrà un dialogo fra il Patriarca Francesco e la teologa Cristina Simonelli sul tema “Chiamati dal Battesimo a dare segni di speranza”. La festa si concluderà alle 17.15 con una preghiera ecumenica. Sul tema della consapevolezza nell’uso delle tecnologie, la discussione sarà condotta dal docente d’informatica di Ca’ Foscari Andrea Marin.

Intervista ad Andrea Marin: il tema del suo internvento

Quali saranno i punti nodali del suo gruppo di lavoro?
Ci sono tre argomenti che vorrei esplorare alla Festa del Creato: i costi ambientali delle nuove tecnologie, quali sono i comportamenti virtuosi da mettere in pratica per risparmiare energia e quali sono i pro e i contro delle nuove tecnologie. Sono aspetti che toccheranno sempre di più la nostra vita ed è importante che il mondo cristiano inizi ad interessarsene.

Quali sono i comportamenti virtuosi, nel senso che fanno risparmiare energia, che potremmo mettere in atto tutti i giorni rispetto all’utilizzo del cellulare?
Credo sia importante prendere consapevolezza dei costi energetici della tecnologia perché ci sono dei comportamenti che incidono sul consumo energetico. Ad esempio è più sostenibile l’invio di un unico messaggio lungo piuttosto che tanti messaggi frammentati. Sia per un messaggio corto che lungo si userà la stessa energia, necessaria a criptare il messaggio per motivi di sicurezza informatica, e il costo energetico sarà uguale per entrambe le lunghezze dei messaggi. Se ne deduce che più messaggi corti consumano più energia di uno lungo. Inoltre non dovremmo mandare messaggi inutili o usare il cellulare per app di gioco. Ogni operazione che si fa in rete costa energia. Uno studio scientifico di 7 anni fa sosteneva che l’energia utilizzata per 5 ricerche su Google equivale all’energia necessaria per bollire una tazza di tè. Anche i bitcoin che sembrerebbero più sostenibili rispetto alla moneta di carta perché non necessitano di carta e di lavorazione per essere prodotti, invece consumano moltissimo. Il fabbisogno di energia giornaliero per far funzionare i bitcoin, a livello mondiale, equivale alla produzione di energia giornaliera di 5 centrali nucleari. L’errore è pensare che l’utilizzo della rete e dei dispositivi informatici sia gratuito, invece ha un costo energetico che va tenuto in considerazione.

Il parere di Andrea Marin sulle buone pratiche da seguire

Quali altri comportamenti virtuosi sono da suggerire?
La comunità cristiana dovrebbe educare i ragazzi alla fruizione dell’informazione online e a cercare di evitare la perdita di tempo sui social. Andrebbe attenuato l’utilizzo di internet come unica fonte di ricerca delle informazioni anche per via dell’emergente utilizzo delle intelligenze artificiali come creatori di contenuti che producono testi plausibili ma non verificati.

L’avvento dell’intelligenza artificiale apre polemiche sulla possibile perdita di posti di lavoro: lei che ne pensa?
Il lavoro creativo è quello che rischia di più. ChatGPT, per esempio, traduce testi linguistici a buon livello, di conseguenza il lavoro del traduttore sta diventando meno interessante per le aziende. All’intelligenza artificiale si può anche chiedere di generare una musica o un’immagine. Questo andrà a minare la necessità di figure creative, ci sarà una contrazione della richiesta di queste figure professionali alla stregua delle agenzie di viaggio quando sono nati i siti online di prenotazione alberghi e voli. Un altro punto è l’etica nell’uso di queste tecnologie. Potrebbero essere selezionati i curriculum lavorativi usando forte discriminazione per alcune categorie. È un problema che l’Unione Europea fortunatamente ha presente, tanto da vietare l’uso dell’intelligenza artificiale per lo screening sul personale.

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