Venerdì 19 luglio, alle ore 20, verrà aperto al pubblico il ponte votivo per la festività del Redentore. Alla cerimonia sarà presente il sindaco Luigi Brugnaro, il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia e le autorità civili e religiose.
Infatti, come ogni anno, per la festa del Redentore, a Venezia viene realizzato un ponte votivo di barche che collega la chiesa del Redentore della Giudecca alle Zattere.
«Storicamente il significato della festa è legato alla liberazione della città di Venezia dalla peste», ricorda fra Gianfranco Tinello, uno dei frati della parrocchia del Santissimo Redentore.
La festa è infatti l’evento che ricorda la costruzione per ordine del Senato veneziano, il 4 settembre 1576, della chiesa del Redentore quale ex voto per la liberazione della città dalla peste del 1575-1577, flagello che provocò la morte di più di un terzo della popolazione veneziana in soli due anni.
«Oggi però – riprende fra Tinello – si può aggiungere un’attualizzazione: la festa è segno di emancipazione dalle varie piaghe che affliggono noi stessi e la nostra comunità. Questa liberazione non si limita solo alla malattia fisica, ma si estende alle “pesti” spirituali e sociali che ci tormentano in questo periodo. Possiamo percepire la solennità come un momento di preghiera che ha per scopo la guarigione dalle guerre e dalle divisioni che ci separano, così come dai comportamenti dannosi che minano il nostro benessere collettivo».
La festa del Redentore rappresenta un momento di liberazione e novità.
A Venezia, molte persone persero la vita, nel XVI secolo per la peste, e essere liberati significa affrontare la sfida di riprendersi e ricostruire. Questo significato si estende anche spiritualmente e alla situazione di oggi, come una liberazione che ci invita a affrontare coraggiosamente qualsiasi “peste” ci affligga.
«C’è un passo del Vangelo che dice: “venite in disparte e riposatevi un po”, questa frase rappresenta il senso pratico della festa del Redentore», afferma il frate. «Dopo momenti di gioia e di cammino, potersi ritirare in chiesa, sedersi e godere della frescura spirituale significa anche fermarsi e dare ascolto al proprio cuore. È un’opportunità per dedicare una preghiera ai propri cari e a se stessi di fronte al crocifisso, segno che risale agli anni della liberazione dalla peste e alla progressiva costruzione della chiesa».
Questo momento permette di mettere da parte le preoccupazioni e di godere della bellezza della festa di Venezia, trovando pace nella fede.
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