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Festa del Redentore: inclusività e speranza alla Giudecca

Festa del Redentore: inclusività e speranza alla Giudecca
Inaugurato il ponte votivo: la Festa del Redentore ospita pellegrini e turisti nella Chiesa della Giudecca

Venerdì 19, alle ore 20, è stato inaugurato il ponte votivo che consentirà, per tutto il weekend, di raggiungere la Chiesa del Redentore sull’isola della Giudecca partendo dalla Basilica della Salute a Venezia.

«Anche quest’anno noi frati siamo molto felici di accogliere pellegrini, turisti e chiunque voglia venire a visitare la Chiesa del Redentore», afferma fr. Gianfranco Tinello, frate della Chiesa del Redentore della Giudecca. «Questa antica celebrazione, che ogni anno richiama migliaia di visitatori, ha radici profonde nella storia di Venezia».

Ogni anno, migliaia di persone giungono a Venezia per partecipare alle celebrazioni. «Vengono quasi tutti a visitare anche la nostra chiesa, per i motivi più disparati» spiega frate Gianfranco. «Noi siamo per l’inclusività, desideriamo che le persone vengano per un momento di pace, per godersi la frescura della chiesa, per un pellegrinaggio. Ci sono anche persone singole che il mattino sono già qui per chiedere al Signore una grazia o ringraziarlo».

Preparativi e spirito di comunità: i frati della Giudecca accolgono i visitatori del Redentore

Per accogliere al meglio i visitatori, i frati si sono preparati con qualche giorno di servizio, pulizie e allestimento della chiesa.

«Questi momenti non solo abbelliscono il nostro luogo di culto, ma rafforzano il nostro spirito di comunità e cooperazione. Grazie a questi lavori viviamo anche di più insieme per collaborare e cooperare assieme», aggiunge frate Gianfranco. «Quello che desideriamo è che le persone che vengono qui vivano un momento di fede, gioia e pace. Lavoriamo per favorire questo clima».

Festa del Redentore: speranza, rinascita e fraternità nel cuore di Venezia

La festa del Redentore ricorda che tra il 1576 e il 1578 Venezia visse il dramma della peste, che causò la morte di un terzo della popolazione. Nonostante questo trauma collettivo, la città continuò a prosperare e la Repubblica proseguì la sua corsa per altri duecento anni. «Il segreto penso sia nel significato di questa festa: la speranza», spiega il frate. La festa del Santissimo Redentore, nata come voto per la liberazione dalla peste, è un simbolo di rinascita e resilienza, dimostrando che qualsiasi trauma può essere superato con fede e spirito di comunità.

«Il contesto di Venezia, con la sua bellezza e storia, offre uno scenario meraviglioso per questa festa», aggiunge frate Gianfranco. «Noi frati vogliamo lasciare un messaggio di fraternità e di cooperazione, sperando che le persone possano essere ispirate a cooperare non solo qui, ma in tutto il mondo. Vivere in pace con culture diverse, apprezzando la ricchezza dell’altro, è il nostro augurio».

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