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GAS: il risparmio è circolare per ambiente e persone

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Alla scoperta dei Gruppi di Acquisto Solidale e il loro funzionamento

Si aderisce a un Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) per risparmiare? «No, lo si fa per fare una scelta consapevole adottando uno stile di vita più sostenibile, andando contro alle regole imposte dalla moderna distribuzione dei prodotti, soprattutto alimentari – spiegano dal direttivo di Coltivarete, associazione e GAS di Mestre – ricerchiamo una sensibilità e attenzione ai prodotti che si è sviluppata sempre di più presso i produttori che selezioniamo e con cui collaboriamo>>.

Le ricerche, come l’ultima commissionata all’istituto SWG da parte dell’Osservatorio per la coesione e l’inclusione sociale nel 2022, rilevano che la popolazione italiana abbraccia il consumo responsabile per il 62,6%, più del doppio del 2002, «Spesso però rimangono vittime delle etichette di “biologico” ed “equosolidale”, non approfondendo l’origine e il modo in cui gli alimenti arrivano sulle tavole. Si fa fatica a far passare un diverso approccio al consumo oltre alla logica del supermercato, gli individui sono interessati ai prodotti più che a scelte di vita differenti», spiegano da Coltivarete.

Il fenomeno dei Gruppi di Acquisto Solidale

Il mondo dei GAS in Italia è presente dal 1994, anno della fondazione del primo gruppo di questo tipo a Fidenza, in Emilia Romagna. Nel veneziano questi movimenti si sviluppano nei primi anni 2000 e ad oggi sono presenti sia in terraferma che nella città insulare. Le idee attorno a cui si radunano le persone che danno forma ai GAS sono legate alla solidarietà fra consumatori che decidono in modo consapevole di approcciare il mercato con la massima attenzione alla qualità dei prodotti.

Chi decide di entrare in un gruppo d’acquisto lo fa come rottura rispetto al mercato globale, adottando forme di consumo critico decidendo di affacciarsi verso produttori che adottano metodi di coltivazione e produzione sostenibili, che rispettano tanto l’ambiente quanto le persone che lavorano per portare sulla tavola i prodotti della terra, dell’allevamento e della trasformazione, garantendo beni sani, naturali e privi di sostanze dannose per la salute umana.

Cosa è possibile comprare attraverso i GAS

Entrando in un GAS pagando la quota associativa, è possibile acquistare direttamente beni da piccole reti di produttori. «Noi ci appoggiamo alla piattaforma GASdotto, un gestionale online libero creato da un’associazione torinese, dove i nostri soci possono gestire i propri ordini su base settimanale o di 15 giorni – spiegano da Coltivarete – si può pagare con bonifico o caricando un credito, in questo modo poi la merce arriva da noi in sede e all’associato non resta che passare a ritirarla».

«Gestiamo il fresco come frutta, pane, verdura, uova, pesce, carne, latte e derivati (di capra, pecora, o vaccino), ma anche olio, riso, cerali in chicchi e farine, pasta oltre a detergenti e cosmesi – aggiungono dal gruppo di Mestre – abbiamo anche come partner le botteghe equosolidali dove ci approvigioniamo di quello che non troviamo sul territorio. Con tutti i nostri fornitori, che ci aprono le loro sedi per visitarli, sviluppiamo un rapporto di fiducia che ci garantisce di offrire alimenti e prodotti a ridotto impatto ambientale per la salute, privi di OGM e trattamenti chimici».

Il risparmio “circolare” che si ottiene attraverso i GAS

«Il prezzo in sé di questi prodotti non è particolarmente significativo, quello che conta è il rapporto tra qualità e spesa, infatti il valore del risparmio è a livello complessivo: in termini di salute, logistica, utilizzo del suolo e inquinamento – spiegano da Coltivarete – più che il costo, diamo valore all’esperienza di conoscerci fra soci, instaurare relazioni con i fornitori e letteralmente vedere come vengono fatti i prodotti che compriamo».

Questi rapporti umani, rilanciati dopo la parentesi della pandemia da Covid-19, vengono rinsaldati non solo nella convivialità del momento della consegna degli ordini, ma anche attraverso una serie di eventi e incontri organizzati dai GAS, spesso proprio alla scoperta dei propri fornitori. Nonostante i gruppi vivano di autosostentamento, non mancano le iniziative solidali: «Abbiamo realizzato varie consegne di cassette alimentari solidali, grazie ai nostri produttori che ce le forniscono a un prezzo calmierato, per poi donarle a famiglie in difficoltà, col supporto del Gruppo di lavoro di via Piave».

«La nostra associazione è formato da 40 soci – raccontano da Coltivarete – nonostante oggi i consumatori conoscano i prodotti biologici, trovandoli addirittura nei discount, c’è un po’ di arretramento rispetto a una conoscenza reale della loro origine, noi invece con il rapporto che creiamo con le aziende diventiamo loro partner e siamo così in grado di negoziare programmazione, produzione e prezzi. Lavoriamo perché realtà associative come la nostra siano più note per dare davvero alternative a consumatori».

 

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