«E’ stato per il secondo anno un doppio appuntamento aperto ai cittadini per diffondere la cultura della prevenzione – racconta la Vice Presidente degli Amici del Cuore di Mestre Marilena Maffei – nelle quattro ore di visite ed esami offerti nella sede del Comune di Venezia in via palazzo a Mestre venerdì 15 novembre abbiamo incontrato più di 100 cittadini, sensibili ai nostri appelli di prevenzione». Come aggiunge il dottor Carlo Pianon di Lilt Venezia: «Abbiamo approfittato del “movember”, il mese della prevenzione urologica maschile per sensibilizzare gli uomini alla diagnosi precoce, che passa per il cuore anche nel caso di queste patologie».
«Lo screening prevedeva la possibilità di fare una verifica di alcuni fattori di rischio come la misurazione del livello di colesterolo o lo stato di salute del cuore e se necessario attraverso un elettrocardiogramma – spiega Maffei – la prevenzione dovrebbe partire ben prima dei 65 anni, ma in ogni caso noi cerchiamo di coinvolgere chi abitualmente non fa esami, soprattutto gli uomini, per controllare il proprio stato di salute, incentivare un corretto stile di vita e scoprire per tempo eventuali predisposizioni genetiche. Non è raro che grazie a questi appuntamenti si scoprano problematiche di glicemia, pressione o colesterolo che si ignoravano e che se trascurati potrebbero essere molto dannosi. Gli esami una volta refertati vengono poi inviati ai medici di base in modo che possano consigliare al meglio i propri assistiti».
«Il nostro impegno come associazione con questo tipo di iniziative è iniziato con quelle che noi chiamiamo “le giornate del cuore” e le facciamo dal 1999 – prosegue la Vice Presidente – siamo stati utili a tante persone che hanno scoperto di avere qualche disturbo senza immaginarlo. Abbiamo girato molto, portando sempre questo nostro piccolo contributo e tutto è iniziato dall’infarto di mio marito, mentre era ricoverato in ospedale a Castelfranco Veneto, abbiamo saputo di questa associazione e abbiamo deciso di portarne a Mestre un distaccamento e anche se dopo il Covid il volontariato è in difficoltà, continua la nostra attività con 3/4 appuntamenti ogni anno, dove ci chiamano, noi andiamo».
«Dalla prima giornata del cuore in centro a Mestre 25 anni fa, organizzata col supporto della Croce Rossa Italiana, dove non avevamo grandi aspettative ma ci siamo ritrovati una fila lunghissima di persone – aggiunge – da lì siamo stati un po’ ovunque, da Marghera a Carpenedo, ma anche Chirignago, in tante parrocchie e a Mogliano Veneto con la Banca degli occhi. Andiamo anche nelle scuole col progetto “Kids save lifes”, dove con personale del 118 insegniamo agli studenti di primarie e secondarie come fare il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore. Facevamo anche volontariato in ospedale fino all’arrivo della pandemia. I nostri appuntamenti sono sempre molto partecipate a causa delle lunghe liste di attesa per gli esami, di certo non ci vogliamo sostituire a nessuno ma se possiamo aiutare a trovare campanelli d’allarme, lo facciamo volentieri. Dallo scorso anno poi collaboriamo con LILT Venezia, per essere ancora più efficaci».
«In questo secondo anno di collaborazione abbiamo deciso di inserire il tema delle malattie urologiche maschili – spiega il dottor Carlo Pianon di LILT Venezia – eravamo partiti con l’idea di fare un incontro per il mese della prevenzione, il “novembre azzurro”, per sensibilizzare gli uomini alla diagnosi precoce, ma da urologo confrontandomi con alcuni colleghi cardiologi ci siamo accorti che alcuni disturbi della sfera sessuale maschile sono un primo campanello di allarme che qualcosa non va a livello cardiaco. Abbiamo provato a organizzare appuntamenti sul tema dell’infarto, che è la prima causa di morte maschile, ma la risposta del pubblico è stata bassa, mentre per gli screening gratuiti sono molto partecipati, così abbiamo deciso di tornare a usare questo format visto anche il successo dello scorso anno, dove la coda era arrivata fino a Piazza Ferretto!».
«Nel corso della giornata del 15 si sono svolti anche appuntamenti divulgativi nella stessa sede comunale – racconta il medico – si è parlato di queste due branche (urologia e cardiologia) solo in apparenza lontane per cui l’uomo, restio alle visite e spesso spinto dalle donne vere e proprie ambasciatrici di “salute”, rischia di sviluppare in un caso su otto un tumore alla prostata, spesso assolutamente curabile se preso per tempo. Quindi il nostro impegno è per sensibilizzare sul fare attività che facciano restare in salute, fra cui lo screening, grazie all’ottobre rosa le donne sono passate dal 50 al 70% in età da controllo e vorremmo incentivare anche le visite per il colon retto a cui al momento solo il 40% della platea risponde agli inviti dell’ULSS. Se si inizia da giovani a controllarsi si abbassano di molto i rischi, potendo individuare indizi e predittori per intervenire in modo precoce».
«Abbiamo dovuto mettere un tetto alle prenotazioni dopo che lo scorso anno si sono presentati in 500 – racconta Maurizio Dianese degli Amici del Cuore – così abbiamo visitato 100 persone con controllo di colesterolo e glicemia e fatto fare 29 elettrocardiogrammi in una sola mattina. La formula funziona, dimostrando che se si danno i mezzi per fare uno screening di massa c’è un risposta, soprattutto quando, come in questo caso, per il cittadino è tutto gratuito, ma come associazioni riusciamo a far fronte fino a un limite ai costi. Se comincia a venire meno il sistema sanitario e l’offerta dei medici di base è necessario che la Regione pensi a delle soluzioni per incentivare screening cardiaci sempre maggiori per prevenire gli infarti, visto che di questa patologia si muore più di tutto in Occidente».
«Anche mettere insieme lo screening con momenti di informazione, come abbiamo fatto quest’anno coi dottori Francesco Di Pede, Franco Del Piccolo, Carlo Pianon e Tommaso Prayer si è dimostrato interessante per i partecipanti – conclude – la Regione potrebbe supportare il lavoro che fanno tante associazioni per arrivare al pubblico più difficile: i 40-50enni che credono di essere invincibili ma che spesso hanno patologie latenti senza saperlo, noi abbiamo portato letteralmente gli screening fra le strade per intercettarli e in un momento in cui milioni di persone non si curano per motivazioni economici dare un segnale sull’importanza della prevenzione è cruciale per evitare costi sanitari maggiori in caso di emergenza, paradossalmente spendere in prevenzione permetterebbe di risparmiare in interventi di urgenza, potendo investire di più in sanità».
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