
Venerdì 13 giugno, alle 20:45, nella parrocchia della Resurrezione a Marghera, si è svolto un incontro che ha acceso i riflettori su un’iniziativa unica, coraggiosa e profondamente simbolica: il Giubileo della Speranza in Ucraina.
L’evento, promosso dal MEAN, una rete di associazioni impegnate nella difesa nonviolenta, si è concentrato su tre aspetti fondamentali: l’impatto di questo tipo di proposta, i rischi percepiti e il valore umano e sociale della missione, oggi e in futuro.
La missione è strutturata come un pellegrinaggio, un percorso spirituale e umano che tocca luoghi sicuri, dove l’incontro e la condivisione diventano strumenti di pace.
«L’Ucraina rappresenta un’occasione concreta per una rinascita dell’idea di Europa come spazio di pace», sottolinea Paolo Della Rocca, coordinatore della Rete per la Pace della Riviera del Brenta: «Se può rinascere un’Europa pacifica, può rinascere da qui. L’Ucraina oggi è un laboratorio di difesa civile nonviolenta».
Questa iniziativa non è imposta da fuori. È stata voluta dalla Chiesa cattolica in Ucraina, costruita assieme alla popolazione locale, alle diocesi, alle università, ai cittadini.
Il Giubileo sarà un grande momento collettivo in cui si alterneranno sport, arte, musica, fede e preghiera. Non ci saranno grandi palchi, ma tanti piccoli eventi diffusi nei quartieri, nelle piazze, nelle scuole.
L’aiuto che si porta in Ucraina non è solo materiale, ma umano. Non si tratta semplicemente di spedire beni di prima necessità, ma di “esserci”, fisicamente e spiritualmente, accanto a chi vive la guerra ogni giorno.
«Andare lì con la nostra presenza è un atto che alimenta la speranza» afferma Paolo. «È facile fare il tifoso da lontano, più difficile è giocare la partita con loro. E proprio in questa condivisione diretta nasce il vero significato della missione: la presenza come atto di solidarietà e resistenza».
Uno dei punti più discussi è stato il concetto di rischio. Cosa significa oggi recarsi in Ucraina, un Paese ancora sotto l’assedio del conflitto armato?
Una volta compresi i dettagli organizzativi e le misure di sicurezza previste, il rischio è paragonabile a quello che affrontiamo ogni giorno nelle nostre città.
Inoltre, molti si sono chiesti: perché proprio l’Ucraina e non un altro Paese colpito dalla guerra? La risposta è arrivata chiara, articolata e radicata nella responsabilità. L’Ucraina è vicina, geograficamente e culturalmente. È una guerra che si svolge alle porte dell’Europa e che ci riguarda direttamente. «È casa nostra», ha detto Angelo Moretti, portavoce del MEAN – Movimento Europeo di Azione Nonviolenta. «Nel 2022 abbiamo preso un impegno, e oggi lo onoriamo. Siamo a un giorno di macchina, non possiamo restare spettatori».
«Sono stato 14 volte in Ucraina come volontario», racconta Angelo Moretti. «È un Paese dove puoi entrare e fare la differenza. Questa guerra non può essere affrontata solo con le armi. Se finisce solo con un’invasione, senza legittimità popolare, rimarrà una striscia di violenza e odio permanente».
L’idea del Giubileo nasce proprio da questo: costruire una pace duratura, che non sia imposta ma condivisa. Una pace costruita con la presenza. «Essere lì – ha detto Moretti – è l’unico modo per deviare il veleno che la guerra porta con sé».
Alla base di tutto c’è una visione precisa: l’Europa deve dotarsi di corpi civili di pace, veri e propri gruppi strutturati in grado di intervenire nei conflitti per pacificare, non per combattere.
Non solo osservatori passivi, ma agenti attivi di riconciliazione. È questa la battaglia che il MEAN e le reti pacifiste europee stanno portando avanti.
Il Giubileo della Speranza in Ucraina, quindi, non è un semplice viaggio o una missione temporanea. È un atto politico, spirituale e civile. È una risposta concreta alla domanda: cosa possiamo fare, noi cittadini europei, per fermare l’odio e costruire un futuro di pace? La risposta è: esserci. Con cuore, mani e voce. Insieme.
La partenza è fissata per il 1° ottobre, con arrivo in Ucraina il giorno successivo. Si resterà fino al 4 ottobre, per vivere giornate intense di condivisione e costruzione di speranza. Una rete di pace attiva e presente.
Le iscrizioni sono aperte fino al 15 luglio, per ulteriori informazioni si può visitare il sito: https://projectmean.it/giubileo-in-ucraina/
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