Gli orrori della guerra e dei conflitti negli occhi di adulti e bambini. Questi sono i temi che più emergeranno alla 14esima edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il primo festival in Europa interamente concepito, organizzato e gestito da un’università, che andrà in scena a Venezia dal 20 al 23 marzo in modo “diffuso”. Oltre all’Auditorium Emanuele Severino di Santa Margherita, fulcro della rassegna, l’evento si svilupperà in altri sei luoghi della città: la Fondazione Bevilacqua La Masa, la Casa del Cinema, il Museo Archeologico Nazionale, il Museo d’Arte Orientale a Ca’ Pesaro, il Museo di Palazzo Grimani, l’In Paradiso e l’Avani Rio Novo Venice Hotel. Un’edizione molto ricca che prevede il concorso principale e quelli collaterali, tantiospiti internazionali di grande rilievo e gli appuntamenti fissi dei programmi speciali. Il tutto possibile grazie al supporto della Fondazione di Venezia, ai partner Avani Rio Novo Venice Hotel, la piattaforma italiana di cinema on demand “breve” WeShort, la più antica azienda di prosecco Carpenè-Malvolti e la partnership di due festival: le Giornate della Luce di Spilimbergo e il South Italy International Film Festival di Barletta.
Sono 30 i cortometraggi in gara nel concorso internazionale, realizzati nell’ultimo anno da studenti di università e scuole di cinema di 28 Paesi. I giovani registi mettono in scena inquietudini e drammi che sentono vicini a loro. Non è un caso quindi che quest’anno trovi spazio il tema della guerra con le sue drammatiche conseguenze, in particolare sulle vite di giovani e bambini, come avviene in “Father’s Footsteps” di Mohamad W. Ali, nel quale una madre cerca di proteggere il figlio dagli orrori della guerra in Siria, o in “The Sweetness of Air”di MD Rabbi Bhuiyan dal Bangladesh, dove un giovane orfano compie una serie di incontri altamente simbolici in un mondo in rovina. In “Game, Interrupted” di Ilayda Iseri, ambientato alla vigilia del colpo di stato turco del 1979, due fratelli cercano invece di prevenire il corso degli eventi attraverso i giochi e l’immaginazione, mentre “The Borders Never Die” dell’iraniano Hamidreza Arjomandi riprende una coppia curda in fuga dalla guerra e alla ricerca di un confine da varcare. Due i corti italiani in gara: “We Should All Be Futurists” di Angela Morelli e l’animazione collettiva “La Notte”, rispettivamente dal CSC di Roma e da quello di Torino. La giuria internazionale quest’anno è composta dalla regista e sceneggiatrice Antonietta De Lillo, dalla regista e produttrice Ghasideh Golmakani e dall’esperta di corti Cynthia Felando. Nuove mansioni speciali saranno quest’anno quella per la miglior interpretazione, assegnata dal South Italy International Film Festival, e quella per il miglior corto d’animazione, assegnata da VeneziaComics. Diversi anche i programmi speciali, come quello dedicato a Carlo Montanaro nel decennale della sua “Fabbrica del vedere”, e il video concorso “FrancescoPasinetti” dedicato ai cortometraggi che promuovono temi sociali e ambientali. «La qualità dei corti è sorprendentemente ogni anno più alta, migliorano le tecnologie, ma c’è anche una maggiore coscienza di quanto il mezzo filmico può esprimere» ha detto Roberta Novielli, direttrice artistica del Festival.
Spiccata sarà la presenza femminile a partire dall’ospite d’eccezione, la regista italiana Liliana Cavani che, ad un anno di distanza dal Leone d’oro alla carriera ricevuto alla Mostra del Cinema, torna a Venezia per ripercorrere la sua carriera con il docente e critico cinematografico Anton Giulio Mancino. Sarà ospite anche l’animatrice e illustratrice inglese Joanna Quinn: per lei tre le nomination all’Oscar per il miglior cortometraggio animato e premi come un BAFTA e un Emmy. Allo Short, intervistata dall’esperto d’animazione Davide Giurlando, proietterà tre corti e due making of, inoltre terrà un workshop dove svelerà alcuni segreti del suo processo creativo. Spazio anche alla fotografia con la più celebre fotografa contemporanea giapponese Ninagawa Mika, che si collegherà da remoto per dialogare con la produttrice Kusakabe Keiko e presentare l’edizione italiana della sua autobiografia “Diventare Ninagawa Mika”, edita da Cue Press. Oltre a cinque film e a una serie Netflix, non è da sottovalutare il suo contributo dato nel campo della pubblicità e dei videoclip musicali. Condivide l’amore per la fotografia anche Živa Kraus, fotografa, pittrice e video-artista croata, ma veneziana d’adozione, che, intervistata dalla docente di fotografia Cristina Baldacci, proietterà un suo video sperimentale.
Altro importante ospite sarà il regista, sceneggiatore e attore francese Philippe Le Guay, che ripercorrerà la sua carriera con Marie-Christine Jamet, direttrice dell’Alliance Francaise e docente a Ca’ Foscari. Infine, un incontro a cura di Cecilia Cossio, sarà dedicato al regista indiano Faraz Arif Ansari, che nei suoi film affronta la “diversità” nelle sue più varie accezioni. Ansari si collegherà da Mumbay per introdurre la proiezione di tre dei suoi cortometraggi più recenti: Siberia (2015), Sisak (Singulto, 2017) e Sheer Qorma (Latte e datteri, 2021). Il suo è certamente un cinema politico che mette in evidenza le problematiche della comunità queer nell’India contemporanea, ma la sua vocazione sociale è testimoniata anche dalle numerose iniziative intraprese negli anni per portare il cinema e il teatro nelle strade, a contatto con i bambini degli slum. Il programma su: https://cafoscarishort.unive.it.
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