«Siamo andati decisamente oltre le nostre aspettative con questa partecipazione per la prima edizione del progetto “Green School” per le scuole di Venezia – commenta il Direttore Generale del Csv di Venezia, Ketty Poles – oltre ai numeri consistenti di 600 partecipanti tra allievi, insegnanti e personale scolastico, quello che ci ha più colpito è l’entusiasmo dimostrato verso il tema della sostenibilità ambientale e di come calarlo nella vita di tutti i giorni, anche a scuola, con comportamenti e piccoli gesti che hanno degli enormi impatti sommati fra loro. Visto il riscontro positivo siamo già al lavoro per l’edizione del prossimo anno, attrarre ancora più studenti».
Il progetto ha visti coinvolti, oltre al Centro Servizi per il Volontariato (Cavv CSV) Venezia, altri partner raggruppati in un Comitato Territoriale, creato per promuovere l’educazione alla sostenibilità nelle scuole. Gli altri soggetti sono: Università Iuav di Venezia, Ca’ Foscari Sostenibile (Università Ca’ Foscari di Venezia), Acli provinciale di Venezia, Arpav – Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto. «Il successo dell’iniziativa – aggiunge Poles – ha dimostrato anche l’efficacia di mettere in rete diversi enti accumunati da un obiettivo comune».
Green School, nasce nel 2009 da Agenda 21 Laghi, Centro per un appropriato sviluppo tecnologico – CAST ONG Onlus, Provincia di Varese, Università degli Studi dell’Insubria e il Joint Research Centre della Commissione Europea di Ispra, soggetti che oggi a livello nazionale ne compongono il Comitato Tecnico Scientifico. L’obiettivo è mettere in campo buona abitudini per ridurre concretamente l’impronta carbonica degli istituti scolastici, misurabile in chilogrammi di CO2 evitati in atmosfera. Le basi di queste azioni ruotano attorno a sei pilastri: risparmio energetico, riduzione dei rifiuti, mobilità sostenibile, risparmio idrico, riduzione degli sprechi alimentari e promozione della biodiversità. Alla fine del percorso i risultati vengono misurati attraverso la certificazione “Green School”, in un ranking dalla Classe A alla Classe D, valutazioni simili a quelle che si usano per case ed elettrodomestici.
Alla prima edizione a Venezia hanno preso parte l’ITIS C. Zuccante di Mestre, la scuola dell’Infanzia comunale Dario e Federica Stefani di Marghera e l’IIS Levi Ponti di Mirano. L’obiettivo però è ben più ambizioso di una certificazione da appendere al muro, infatti l’intero Comitato Territoriale degli enti coinvolti oltre a sensibilizzare nelle scuole, punta a far sì che gli studenti coilvolti portino anche fuori gli insegnamenti e i comportamenti, tanto fra i coetanei quanto nelle famiglie creando un impatto duraturo sul territorio. Proprio per questo, l’iniziativa diventerà strutturale, attraverso un programma annuale che punti ad attrarre sempre più scuole da coinvolgere in queste attività di educazione alla sostenibilità, continuando anche il miglioramento delle prestazioni degli istituti già coinvolti, affinando le pratiche e migliorando la comunicazione.
L’impegno delle scuole nelle varie strategie messe in campo è stato poi valutato dal Comitato Territoriale attraverso la misurazione di vari elementi, in modo da assegnare un punteggio al loro percorso verso l’ottimizzazione di una serie di azioni quotidiane e la conseguente riduzione delle emissioni di CO2. L’ITIS C. Zuccante, ha ottenuto un punteggio di 189 e la Scuola dell’Infanzia Comunale Dario e Federica Stefani di 155, ottenendo così subito al primo anno del progetto Green School entrambe la certificazione di Classe B, la seconda categoria. L’IIS Levi-Ponti ha invece iniziato il percorso per ottenere la certificazione che otterrà nel prossimo anno scolastico.
«Oltre a questi numeri, che sono in ogni caso molto incoraggianti già alla prima edizione – aggiunge il Direttore Generale del CSV – quello che ci ha sorpreso di più fra le varie iniziative è stata l’attenzione ai rifiuti, con l’introduzione di due giorni a settimana senza plastica e la sistemazione dei contenitori e la creazione di un racconto per incentivare la raccolta; l’interesse alla valutazione dell’impronta carbonica e la ricerca di idee per ridurla, ma anche risvolti molto pratici come la creazione di un orto botanico. Grande attenzione allo spreco: sia alimentare con menu e azioni di recupero, che idrico con un regolamento sull’utilizzo dell’acqua, ma anche energertico tenendo controllati luce e termostati, tutto coordinato da appositi “guardiani-antispreco”».
«La scuola rappresenta sicuramente uno dei migliori luoghi in cui progettare il futuro – racconta Ketty Poles – è il luogo in cui i giovani ricevono la loro prima educazione formale, per cui trattare anche la sostenibilità ambientale nei programmi scolastici, non può che creare nuovi cittadini consapevoli. La sostenibilità si presta a essere integrata con tantissime altre materie per quanto è ampia la sua portata, ma è soprattutto con la pratica che gli studenti apprendono comportamenti che poi potranno portare con sé per il resto della vita, dall’evitare gli sprechi a ridurre e differenziare i rifiuti. Dimostrare in concreto che si può rispettare l’ambiente con piccole cose, come anche creare piccoli orti scolastici o riutilizzando l’acqua piovana, ma soprattutto portando esempi concreti, aiuta moltissimo i ragazzi a capire che la sostenibilità non è un concetto astratto e che è dovunque, ma richiede l’impegno di tutti».
«Questa attenzione alla collettività e il prendersi cura del patrimonio di tutti – conclude – si avvicina al nostro lavoro di promozione e sostegno della cultura del volontariato, che si sposa perfettamente con la sostenibilità ambientale, perché sono tutte attività che si basano su valori quali la responsabilità, la solidarietà e la difesa del bene comune. I volontari infatti si impegnano anche verso l’educazione e la sensibilizzazione ai temi dell’ambiente e della sua tutela, oltre ad iniziative di conservazione di specie di fauna e flora e di interi habitat, dagli orti comunitari, alla pulizia fino al ripristino di intere aree naturali. Senza contare il tema dei rifiuti, da iniziative di riduzione fino al riuso. Si può fare tantissimo ancora sull’energia, con progetti innovativi come le comunità energetiche. Come CSV crediamo molto nel futuro attraverso l’azione delle persone, per questo continuiamo a promuovere e sviluppare progetti, perché il domani si scrive già oggi coi comportamenti e la propria sensibilità».
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