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I preziosi gioielli di carta di Stefania Giannici

L’artigiana, che sarà presente al Salone dell’Alto Artigianato, il 13 ottobre inaugurerà i nuovi spazi del suo negozio-laboratorio in Rio Marin

La leggerezza e delicatezza della carta unita al brio di colori e motivi dà vita a gioielli e oggetti di design ricercati e sofisticati. Sono le creazioni dell’artigiana Stefania Giannici, veronese di nascita ma veneziana d’adozione, che da giovedì 28 al 1 ottobre sarà al Salone dell’Alto Artigianato Italiano all’Arsenale a Venezia (leggi qui). La carta è sempre stata compagna fedele nella vita di Stefania, fin da quando molto piccola suo padre le portò a casa un libro di origami: <Mi appassionai fin da subito, mi attraeva molto questo materiale e la sua lavorazione>.

Da hobby a lavoro

Stefania crescendo ha poi iniziato a partecipare a diversi corsi sulla lavorazione della carta, specializzandosi sempre più e unendo le varie tecniche, ma mai si sarebbe immaginata che questo sarebbe diventato il suo mestiere: <Per me all’inizio era un hobby. – dice – Tutte le esperienze inizialmente sembrava non avessero una direzione ma poi mi sono servite per trovare il mio stile>. Dopo essersi laureata in Scienze della comunicazione a Verona, ha fatto diversi lavori a contatto con il pubblico fino ad approdare al Teatro Nuovo di Verona dove gestiva la parte amministrativa. Uno degli ultimi corsi che seguì ancora a Verona fu quello di oreficeria a banco>. Aveva iniziato infatti a creare a casa gioielli di carta per gli amici e pensava che la parte orafa le servisse a completare il quadro e ad aiutarla con nuove idee nella realizzazione dei gioielli. Intanto stava anche facendosi strada nella sua mentre l’idea di aprire uno spazio tutto suo. La svolta avvenne quando per motivi lavorativi di suo marito si trasferì a Venezia. È in città infatti che ha trovato il coraggio e le condizioni ottimali per aprire la sua attività e far diventare la sua passione un lavoro, dando vita al suo negozio laboratorio Paperoowl. <Nonostante la lavorazione della carta sia stata in passato un punto focale per la città, il mio è un prodotto di nicchia> dice, spiegando che dopo esser stata per una decina d’anni vicino a Campo Santa Maria Materdomini, da pochi giorni ha trasferito il suo punto vendita in Rio Marin, che inaugurerà ufficialmente il 13 ottobre alle ore 19.

Carte giapponesi

La specialità di Stefania consiste nel realizzare principalmente gioielli e oggetti di design attraverso carte di diverse grane e clorazioni con cui ottiene pezzi unici. La maggior parte delle carte che usa sono tendenzialmente provenienti dal Giappone e quasi sempre realizzate a mano, come le Katazome-shi e le Chiyogami. Si tratta di carte decorate o a tinta unita, più o meno rigide in base alle fibre con cui sono composte le qualità Satogami e Shin-inbe. Si tratta di carte che sembra abbiano la consistenza della stoffa per quanto sono morbide al tatto e che solitamente usa per la realizzazione dei gioielli. Sono fogli che vanno dai 40 ai 60 grammi di peso, molto più sottili della comune carta da stampante, ma molto molti più difficili da strappare perché dalla fibra molto lunga e intrecciata: <Questo mi permette di rendere la lavorazione e il risultato finale molto fine, facendo quasi scomparire pieghe e scalini>. Per realizzare un paio di orecchini piccoli ci impiega circa un’ora dal momento del taglio della carta, passando poi per le fasi di piega e assemblaggio, fino alla verniciatura che permette ai gioielli di non rovinarsi al contatto con l’acqua: <Il gioiello di carta, di per sé povero, diventa bello quanto un gioiello di metallo prezioso>.

Gioielli, ma non solo

Un’altra linea invece, realizzata con la carta nepalese Lokota, più ruvida al tatto, che dà l’effetto della pelle, è dedicata a gioielli in cui mette appositamente in risalto le pieghe. Questa collezione unisex, che si può portare anche in modo asimmetrico, prende ispirazione dalle forme primitive come i guerrieri e la Venere di Willendorf. Inoltre, realizza collane di vario tipo, comprese quelle con la tecnica africana del quilling in cui sovrappone vari stati di carta. Un’intera collezione poi chiamata Kintsugi, che si ispira alla tecnica giapponese con cui si ripara la ceramica, è dedicata a Venezia. All’interno di piccole scatole mette in luce le ferite della città grazie ad inserti in foglia d’oro: <Un modo per me per sottolineare la fragilità d Venezia e invitare a prendersene cura> dice. Una collezione le cui coperture delle scatole sono rivestite con carta colorata a mano, attraverso un’antica tecnica lavorata a pettine con cui a Venezia venivano decorati i risguardi dei libri. Oltre a questo, realizza anche scatole di vari tipi che impiegano molte ore di lavoro, da quelle più piccole pensate come porta anelli fino a quelle più grandi della collezione Boite Vendom che, con vari contrafforti nel coperchio, si ispirano ai tetti dei palazzi parigini. Insieme a questo realizza anche block-notes, album da disegno e fotografici di varie forme e dimensioni con rilegature principalmente esterne che si ispirano all’arte giapponese. Infine, realizza grandi pannelli simili a degli arazzi per decorare gli spazi e che valgono anche tre giorni di lavoro.

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