
La tradizione canora raccontata attraverso l’intelligenza artificiale. È il caso del notiziario dello storico Coro Marmolada che, realizzato da Sergio Piovesan, dopo due anni di stop è ripartito sfruttando l’ausilio della tecnologa, facendo fare alcuni articoli all’IA. «Dagli anni ’90 mi sono occupato del “Marmoléda”, il notiziario del coro che curavo insieme ad altri autori e che usciva quattro volte l’anno per raccontare la nostra l’attività» spiega Piovesan, classe 1938, che per 58 anni a partire dal 1965 ha cantato nel coro e per 40 ne è stato anche il presentatore. «Da due anni avevo smesso di cantare per raggiunti limiti di età e così avevo mollato il mio impegno col notiziario. Nessuno però in questi anni ha raccolto il testimone e così, visto che continuo a seguire le prove e la vita del coro, ho deciso di realizzarlo nuovamente, ma questa volta ci ho provato affidandomi in parte a Gemini di Google per la stesura di alcuni articoli» racconta Piovesan, che come prima cosa ha chiesto all’IA di descrivere i “Canti da battello veneziani” che venivano intonati la sera sulle barche lungo i canali e che avevano temi amorosi e scherzosi.
«I Canti da bateo veneziani gli studio da parecchio tempo. In pochi secondi, invece, Gemini mi ha creato una pagina e mezza di informazioni. Bisogna però essere precisi con le richieste. All’inizio infatti il testo prodotto dall’IA sosteneva che i canti erano cantati dai gondolieri e che la musica era scritta. Ho allora corretto il tiro dicendo che i canti erano cantati da donne accompagnate da uno strumento, anche se i protagonisti delle serenate erano gli uomini, e che gli spartiti erano scritti anche da musicisti famosi che senza firmarsi facevano per soldi sia la parte musicale che poetica, per la serie “sono solo canzonette”». Inoltre Piovesan ha chiesto poi a Gemini di commentare i brani “Sui monti Scarpazi” e “Addio mie montagne”, che fanno parte del repertorio del coro. «Mi è piaciuto usare l’IA, ma non so se replicherò. Essendo da solo a fare la rivista ho voluto provare. Ho fatto almeno tre prove per la costruzione di ogni pezzo prima di raggiungere un buon risultato, correggendo l’IA dove serviva» dice Piovesan che, continuando ad interessarsi di musica, lunedì 26 all’Avamposto a Rialto, alle ore 19, presenterà anche una nuova edizione del trittico di libri sui “Canti popolari veneziani del XIX secolo” pubblicati online sul sito www.coromarmolada.it.
Un modo, quello di interfacciarsi con l’IA, con cui lo storico coro ha voluto andare incontro ai tempi che cambiano, cercando di modernizzarsi e parlare giovane, visto che urge il ricambio generazionale. Ad oggi i coristi dai 22 di un tempo sono rimasti in 10, tra i 50 ed i 70 anni, e guidati dal direttore del coro Claudio Favret si trovano a provare una volta a settimana in calle Cremonese a Santa Corce 353/b, vicino Rio Terrà dei Pensieri, dove dal 2007 il coro ha la sede di proprietà del Comune. Il coro Marmolada, nato nel ‘49, di cui oggi è presidente Giorgio Nervo, segue la tradizione del canto popolare: «Purtroppo come per altri cori di questo tipo c’è il problema della mancanza di un ricambio generazionale e per noi diventa sempre più difficile continuare l’attività. – spiega il direttore Claudio Favret – Necessitiamo di giovani che portino avanti la tradizione del canto popolare, il mio timore è che una volta cessata la nostra attività, questo tipo di canto e cultura popolare si perdano e vengano dimenticati. – e continua Favret – Spero di riuscire a proseguire con l’attività con continuità. Anche se queste cose dovessero venire riscoperte tra trent’anni molti particolari interpretativi ed esecutivi si perderebbero. È vero che esistono le registrazioni ma il passaggio della tradizione diretta e orale è molto più rappresentativo e significativo. In particolare punterei sui giovani universitari, molti sono appassionati di musica e conto su di loro per lasciare in eredità la nostra storia».
Il coro nasce nel 1949 grazie a dei giovani appassionati di montagna. Inizialmente il coro inizia con un repertorio di canti di montagna, di cui fu caposcuola il Coro della S.A.T. di Trento, aprendosi poi più in gnenerale a canti di ispirazione popolare, qualcuno anche veneziano, che trattano temi ambientali, ecologici e drammatici, ma anche canti di chiesa. Dopo i primi anni di successi, nel periodo 1955-1964 a causa di varie vicissitudini, indisponibilità del maestro e impegni vari di lavoro, il coro viene decimato e rimasero in quattro: i gemelli Roberto e Lorenzo Bettiolo, Enzo Scarpa e Giovanni Manzato, che riescono a continuare le prove settimanali e a tenere anche alcuni concerti mantenendo viva la fiamma. Questo fino al 1964, anno in cui lo storico maestro Lucio Finco riprese la direzione del Coro che si era ricomposto di 22 elementi. Finco resterà a dirigere il coro fino al 2009 quando gli succede Claudio Favret, che già da alcuni anni era vicedirettore del coro e sostituiva Finco quando necessario. «Ho iniziato a muovere i primi passi nel ’76 quando avevo 23 anni. – racconta Favret – Feci il mio debutto come baritono nel ’77 Villa Pisani a Stra, ricordo che per me resta indelebile, poi continuai a cantare fino a che non assunsi la direzione».
Negli anni il Coro Marmolada ha fatto tournee in Grecia, Svizzera, Argentina e Brasile, inoltre cantò anche una decina di volte al Cern di Ginevra. Tra i ricordi più belli il concerto tenuto alla Fenice nel 2019 in occasione della Tempesta Vaia: «Sentivo una grande responsabilità come direttore e una grande emozione. – ricorda Favret – Avevo molta tensione ma poi salito sul palco mi dimenticai di tutto e fu una bellissima esperienza». Tra i ricordi più belli di Piovesan, invece, quando in occasione del 50° anniversario dell’99 tennero un concerto in Basilica a San Marco: «Quando sono uscito per presentare mi si è annodata la voce. Stare davanti l’iconostasi e cantare sotto i mosaici è stata l’emozione più grande» dice. Poi ricorda quando in tournee in Argentina cantarono in un conservatorio di 2000 posti: «Era tutto realizzato in legno, non avevamo bisogno di usare microfoni per l’acustica fantastica» dice, spiegando invece che l’ultimo concerto a cui ha partecipato fu per portare un po’ di serenità gli ospiti dell’Ospedale Fatebenefratelli. Per chi fosse interessato a prendere parte al coro scrivere a: marmoladavenezia@gmail.com.
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