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Il futuro delle batterie per l’elettrico? Sono i fornitori

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Il Battery Forum 2024 di Alkeemia per creare sinergie per produrre in Europa

Il motore elettrico dipende in misura prevalente da un componente fondamentale: le batterie. Nonostante al momento i mezzi di alimentati in questo modo restino una quota minoritaria fra il parco auto circolante, soprattutto in Italia, la strada per la sua adozione in Europa è stata tracciata con l’obbligo dello stop della vendita veicoli con motori termici dal 2035. A Venezia c’è un’azienda che in questo futuro elettrico ci crede talmente tanto da organizzare un evento per fare il punto sulla tecnologia e lo sviluppo di batterie in Europa, si tratta di Alkeemia con il Battery Forum 2024 organizzato dal 10 al 12 aprile.

«Siamo specializzati nella chimica, soprattutto del fluoro – spiega l’AD di Alkeemia Lorenzo Di Donato – e stiamo investendo per diventare un punto di riferimento in Europa per la fabbricazione delle materie prime destinate alle batterie del futuro, ampliando il nostro polo produttivo di Porto Marghera con delle linee dedicate ai materiali per lo stoccaggio di energia, per affrancarci dalla Cina. La ragione per creare questo evento a Venezia è quella di mettere insieme tutti gli attori del settore, dai produttori di batterie alle case costruttrici di auto e moto per innovare insieme con un obiettivo: creare un’industria totalmente europea sulla tecnologia elettrica, che al momento manca».

L’evento ospitato a Venezia: Alkeemia Battery Forum 2024

L’occasione della tre giorni, ospitata nello scenario dell’Hilton Hotel Molino Stucky di Venezia, è quella di riunire operatori nazionali e internazionali per creare sinergie in vista degli obiettivi che l’Unione Europea ha posto per la de-carbonizzazione del comparto della mobilità. «Abbiamo l’ambizione – continua Di Donato – di poter diventare un punto di riferimento per la chimica dietro alla produzione di materie prime per batterie, l’obiettivo del forum è creare una contaminazione di idee e uno scambio di conoscenze fra attori diversi per definire le fondamenta di una catena del valore che possa assicurare una produzione di massa sostenibile».

«Per creare queste basi – aggiunge – non si può prescindere da una partnership allargata, noi siamo a monte della filiera, per questo abbiamo invitato anche produttori di componenti per automotive, auto e barche oltre a case costruttrici come Ferrari, Ducati, Syensqo, Arkema, CATL, SVOLT, FAAM. Se ieri la competitività era basata sul motore, oggi e domani sarà sulle batterie, per questo le aziende più lungimiranti si stanno interessando al settore per internalizzare il know-how di questa componente strategica. Il nostro partner ideale è chi produce le celle delle batterie, in modo da poter creare una supply chain che possa competere con altri mercati».

Una possibile svolta per le batterie? I sali di litio

«Noi non siamo interessati solo a quello che possiamo dare come fornitori, ma a come migliorare ilprodottobatteria con il nostro intervento – precisa l’amministratore delegato – non siamo dei tuttologi, ma il circa il 15% di ogni batteria è fatto di fluorurati, su cui siamo leader nella produzione. Stiamo investendo però in ricerca e sviluppo dal 2017 sui sali di litio, l’anima dell’elettrolita degli accumulatori, alla base delle performance, che al momento oggi non ha produttori nel mondo occidentale. Quando abbiamo iniziato ad approfondirne la produzioni la tecnologia cinese per 5.000 tonnellate di prodotto produceva scarti per 35.000, impensabile per i nostri standard europei. Il nostro obiettivo è quindi efficientare la produzione con nuove metodologie e oltre ai sali di litio vorremmo sviluppare anche quelli al sodio, il normale sale, che anche se ha caratteristiche inferiori al primo elemento, ha un costo molto più basso».

«Il materiale di partenza resta il litio e la grafite – continua – entrambi non sono presenti in Cina ma fuori, come in Australia e Sud America, la leadership asiatica è quindi di richiesta e non di disponibilità. Appena quindi si aprirà un mercato anche in Europa non avremo problemi di approvvigionamento, oltretutto si stanno facendo studi per estrarre il litio dalle acque, quindi la ricerca è molto attiva. La tecnologia andrà avanti in questo senso, il limite quindi se non è sull’accesso alle materie prime, è sulla capacità di lavorarle in modo sostenibile e con la Cina si può competere solo in termini di qualità non di prezzo, ma se non ci rendiamo indipendenti saremmo invasi dalle loro auto e mezzi. In termini di circolarità il riciclo delle batteria richiesto dalla visione europea si concretizzerà nel 2040, anche perché è necessario avere un parco batterie esauste per poterne riciclare le componenti e c’è un mercato da ampliare prima».

Porto Marghera: il futuro di Alkeemia è qui

«Il nostro impianto produce a Porto Marghera dal 1956 acido fluoridico – racconta l’amministratore delegato – al momento oltre a questo materiale nel sito principale di Venezia vengono prodotti anche solfato di calcio e acido fluoro-silicico, abbiamo lavorato per creare un sito sicuro sia per il personale che per l’ambiente, tanto che abbiamo un ciclo di produzione di energia elettrica a partire da vapore acqueo e acqua calda. Dalla crisi del 2018, dove avevamo 60 dipendenti, siamo passati ad averne oggi 105 con il controllo dal 2021 del fondo di private equity inglese Blantyre Capital Ltd. Con le nuove linee produttive per la realizzazione dei sali di litio puntiamo ad accrescere ancora il personale, che sarà ultra-qualificato».

«Porto Marghera è un luogo unico, per chi fa industria è qualcosa di introvabile in Europa – conclude – è un asset strategico e in questo momento c’è grande fermento per un rilancio in chiave sostenibile. Noi vogliamo fare la nostra parte non abbiamo la velleità di influenzare le politiche di sviluppo regionali o nazionali, ma con la nostra competenza nella chimica vogliamo realizzare una piattaforma che dia supporto allo sviluppo futuro della tecnologia elettrica, l’azienda ha cuore e braccia insediate qui e siamo legati a doppio filo con il destino del polo veneziano. Abbiamo degli obiettivi ambiziosi e puntiamo a realizzarli, non so se saremmo trainanti per l’intero distretto industriale, ma siamo pronti a fare la nostra parte».

 

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