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Il plancton tra mare e cosmo nell’evento collaterale della Biennale

La mostra dell’artista Josèfa Ntjam, che dal 20 aprile si terrà nel chiostro dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, spazierà su molteplici narrazioni tra mitologia e scienza

Il plancton è l’anello di congiunzione tra mare e cosmo. È tra mitologia e scienza, in una grande installazione a piramide, che verrà trattato il ruolo del plancton, ovvero dei piccolissimi organismi e microorganismi che stanno alla base della catena alimentare acquatica.  L’Accademia di Belle Arti di Venezia martedì 27, nel giorno dell’inaugurazione dell’anno accademico, ha presentato il progetto dell’Evento Collaterale della 60. Esposizione Internazionale d’Arte – La Biennale di Venezia, che dal 20 aprile sarà allestito nel chiostro della sede centrale. Si tratta della mostra “swell of spæc(i)es” dell’artista Josèfa Ntjam, commissionata e prodotta dalla berlinese LAS Art Foundation e realizzata con l’istituto CNR-Ismar, le cui ricerche scientifiche si intrecceranno con l’installazione artistica di Ntjam, creando un’esperienza immersiva che stimolerà la riflessione e la sensibilità del pubblico, mentre Ocean Space di TBA21-Academy collaborerà per la parte di programma educativo e pubblico. È la prima volta che l’Accademia apre in maniera continuativa le porte della propria sede didattica al pubblico coinvolgendo, gli studenti in workshop, visite guidate, incontri e in generale nelle attività connesse all’offerta espositiva.

Molteplici narrazioni

Josèfa Ntjam (classe 1992) è un’artista, performer e scrittrice la cui pratica combina scultura, fotomontaggio, immagini in movimento e suono. Raccogliendo la materia prima del proprio lavoro da internet, libri di scienze naturali e archivi fotografici, Ntjam utilizza l’assemblaggio di immagini, parole, suoni e storie come metodo per decostruire le grandi narrazioni alla base dei discorsi egemonici su origine, identità e razza, aiutandosi con indagini su eventi storici, processi scientifici e concetti filosofici, ai quali affianca riferimenti alla mitologia africana, a rituali ancestrali, al simbolismo religioso e alla fantascienza. Negli ultimi anni, Ntjam ha esplorato le dimensioni politiche e utopiche degli oceani, dalle storie di dominazione alle crisi ambientali. L’installazione è commissionata dalla LAS Art Foundation, organizzazione artistica che guarda al presente e dà forma a immaginari futuri, lavorando con artisti visionari, pensatori e istituzioni in tutto il mondo per sviluppare progetti ed esperienze artistiche che spaziano dall’intelligenza artificiale alle biotecnologie.

Il mito al centro

Swell of spæc(i)es dispiegherà un nuovo mito della creazione, plasmato dall’incontro di modi antichi e nuovi di concepire l’universo. La mostra sarà ospitata in un grande padiglione temporaneo in forma di un prisma triangolare blu-viola di oltre 350 mq che occuperà metà del cortile della sede centrale. Il padiglione, progettato dallo studio di architettura UNA / UNLESS, sembrerà essere caduto dallo spazio nel cortile dell’Accademia di Belle Arti, intrecciandosi sottilmente con l’edificio di epoca rinascimentale. I visitatori si imbatteranno in un ambiente ultraterreno popolato da sculture sonore dell’artista e da un nuovo film, proiettato su una parete curva a LED e con la colonna sonora della compositrice Fatima Al Qadiri. All’interno del padiglione verrà narrata la storia di Amma, una divinità Dogon che creò le stelle lanciando palline di terra nel cielo, e dei Nommos, le prime creature a vivere sott’acqua. Ntjam traccia un parallelo tra la cosmogonia Dogon e una recente scoperta che ha rilevato la presenza di calcare – formatosi principalmente attraverso la fossilizzazione di plancton, coralli e altri organismi marini – nei detriti di un precedente pianeta in orbita attorno a una nana bianca. Il film mescola animazione 3D e filmati di acquari in una narrazione circolare di creazione, trasformazione e rinascita. All’interno di paesaggi marini e cosmici realizzati con modelli 3D, i personaggi sintetizzati con l’intelligenza artificiale incorporano storie e memorie soggette a cancellazione egemonica, la cui mitologia racconta di una popolazione sottomarina nata dai relitti della tratta atlantica, e di Sun Ra, che immaginava Saturno come un pianeta pronto ad accogliere le popolazioni afro-diasporiche. Si tratta di una mostra che darà forma a una poetica dell’alterità: «Affronta le complesse interconnessioni che plasmano la vita planetaria, il nostro passato e il nostro futuro, e sottolinea il valore dell’ibridazione come fonte di resilienza» ha detto Carly Whitefield, Senior Curator di LAS Art Foundation.

Un progetto interattivo

Nello sviluppo del progetto, Ntjam ha avuto scambi con studiosi del plancton dell’Università di Cardiff in Galles e dell’Istituto di Scienze Marine (CNR ISMAR) a Venezia. Oltre agli spazi dell’Accademia, l’artista interverrà anche nella Palazzina Canonica del CNR ISMAR, dove presenterà un accompagnamento interattivo al progetto nel quale il pubblico verrà invitato a unirsi al processo di diffusione di storie ancestrali. Un’interfaccia basata sull’intelligenza artificiale consentirà ai visitatori di generare le proprie specie ibride di plancton fondendo la raccolta di dati di Ntjam con le fotografie di plancton prodotte dal citometro a flusso dell’ISMAR, uno strumento di monitoraggio situato a 16 chilometri dalla costa e che utilizza l’intelligenza artificiale per classificare gli organismi trovati nei campioni d’acqua. Le creature generate dal pubblico abiteranno un ecosistema virtuale in loco che si espanderà di volta in volta.

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