Il Veneto è la seconda regione d’Italia dove le aziende investono in arte e cultura. Sono oltre 700 le imprese italiane che investono in questo settore, generando ogni anno 192 miliardi di euro di fatturato e registrando un aumento della produttività 1,4 volte superiore rispetto ai loro competitor. Sono queste le cifre inedite emerse alla presentazione della quinta edizione dello studio “Economia della Bellezza” realizzato nell’ambito di Ifis art dall’Ufficio Studi di Banca Ifis, piattaforma di cultura d’impresa che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio economico di Bellezza generato dalle PMI (piccole medie imprese) del Paese, approfondendo il ruolo dell’arte e della cultura come asset strategici per la competitività aziendale e la capacità delle imprese italiane di sviluppare progetti culturali e artistici, oltre al loro impatto sulla produttività. Lo studio è stato presentato mercoledì 30 ottobre a Villa Fürstenberg di Banca Ifis a Marocco, alle porte di Mestre, da Cesare Biasini Selvaggi, curatore scientifico della giornata studio e del progetto di Ifis art, nell’incontro intitolato “Economia della Bellezza, Arte e Cultura asset strategici di competitività”. All’evento, organizzato in collaborazione con la Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, erano presenti Confindustria Veneto e diversi referenti di aziende che da anni fanno dell’arte e della cultura un loro baluardo.
Dallo studio effettuato è emerso che 18 regioni su 20 hanno all’attivo imprese che evidenziano progettualità su arte e cultura. Di queste, il 79% si concentra nelle regioni del Centro-Nord e secondo l’analisi la Regione del Veneto si piazza al secondo posto, con ben 123 aziende. Nel podio prima fra tutte laLombardia con 227 imprese e terza invece l’Emilia-Romagna, che ne conta 112. Caso a parte invece l’Umbria, che emerge con una penetrazione del 18% sul tessuto imprenditoriale. Per quanto riguarda la dimensione di queste imprese, 8 su 10 registrano un fatturato inferiore ai 250 milioni di euro. Le oltre 700 aziende riscontrate sono distribuite su diversi settori produttivi: meccanica, moda e agroalimentare tra i primi, seguiti da economia, bellezza e cosmetica. Quattro sono le tipologie di aree di intervento per le aziende: il 52% costruisce relazioni solide con territori e comunità, il 23% comunica con i propri stakeholder esterni, il 12% usa arte e cultura come strumenti di innovazione e di stimolo creativo, mentre il 12% è concentrato sull’engagement dei dipendenti. Oltre all’aumento della produttività rispetto alle aziende di analoga dimensione che operano nel medesimo mercato, queste vedono anche una crescita delle retribuzioni superiore di 2,2 volte, con un impatto indiretto, quindi, anche sulla valorizzazione delle competenze. Dallo studio emerge come si tratti di realtà che hanno una lunga tradizione: il 6% è infatti sul mercato da più di 65 anni e la percentuale aumenta durante gli anni ’60 (29% la relativa incidenza), andando a costituire tra gli anni ‘80 e ’90 quasi il 43% delle imprese. Infine, un altro 22% di tali realtà ha iniziato a operare nel XXI secolo.
Durante l’incontro Italo Candoni, Vicedirettore di Confindustria Veneto, ha raccontato l’esperienza del progetto “Alchimie Culturali”, di cui è Coordinatore, che promuove la collaborazione tra artisti e aziende: «Cercano insieme un modo per raccontare l’attività dell’impresa» dice, spiegando che “Insanability”, la macchina che ascolta le persone progettata dall’artista Matteo Vettorello per la Technowrapp Srl, è tra le realizzazioni più interessanti dell’ultima edizione. Tutti i risultati del progetto di quest’anno tradotti in opere dagli artisti sono ora visibili in mostra a Palazzo Tito a Venezia, negli spazi della Fondazione Bevilacqua La Masa che collabora al progetto (leggi qui). Tante sono però le esperienze oltre a quella veneta: «Fare impresa significa fare cultura e la cultura d’impresa sa tenere insieme saperi umanistici e scientifici» ha detto Antonio Calabrò, Presidente di Musei Impresa e Senior Vice President Cultura Pirelli, intervenuto durante l’evento. Insieme a lui anche Alessandro Bianchi, General Manager di Pirelli HangarBicocca, museo di arte contemporanea milanese che, attento all’innovazione, realizza esposizioni site specific: «Nel nostro spazio sosteniamo gli artisti, produciamo opere, mostre e un public program. Da 150 anni pensiamo che se la comunità sta bene allora anche la produttività migliora». D’accordo con lui anche Stefania Ricci, direttrice a Milano del Museo Salvatore Ferragamo: «Chi viene assunto passa prima in museo. Facciamo attività, mostre, e in particolare laboratori in cui raccontiamo la storia di Ferragamo sia ai figli dei dipendenti che alle scuole».
Tra i settori analizzati dallo studio, il più vivace risulta però quello bancario con 16 gruppi attivi in progettualità legate all’arte e alla cultura, che generano un incremento della produttività oltre tre volte superiore rispetto alla media. Tra queste figura proprio Banca Ifis, che con il progetto Ifis art ha dato vita al Parco Internazionale di Scultura di Villa Fürstenberg. Ad oggi il parco ospita 24 opere di 14 maestri della scultura contemporanea, italiani e internazionali, e continua a crescere: recente acquisizione è infatti “Gorilla” di Davide Rivalta (Bologna, 1974), scultura a fusione in bronzo di quasi 3 metri «Economia della Bellezza dimostra con numeri e testimonianze concrete, di piccoli e grandi imprenditori del nostro Paese, quanto sia vincente il binomio tra arte e cultura e attività d’impresa. Una unione che crea valore, economico e sociale, e che conferma il ruolo chiave della figura dell’imprenditore-mecenate per lo sviluppo virtuoso della collettività» ha dichiarato il Presidente di Banca Ifis, Ernesto Fürstenberg Fassio, ricordando che Banca Ifis sostiene manifestazioni artistiche importanti quali la Biennale di Venezia e Roma Arte in Nuvola. Dopo aver acquistato Palazzo San Pantalon a Venezia, che sarà trasformato in uno spazio espositivo per giovani artisti, presto la banca restaurerà anche l’opera di Banksy “Migrant Child”, realizzata sulla facciata. Entrata nella compagine azionaria dell’Istituto della Enciclopedia Treccani e in The Street, la società che cura la gestione dell’hub culturale del Treviso Arts District (TAD), Banca Ifis da ultimo ha recentemente siglato anche le collaborazioni con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e la Pinacoteca di Brera di Milano.
C.I.D. s.r.l. Società a Socio Unico – Casa editrice del settimanale Gente Veneta – CF e PI 02341300271 – REA: VE – 211669 – Capitale Sociale 31.000 euro i.v. – Dorsoduro,1 – 30123 Venezia
Iscriviti a VE-NICE e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!