«Mi porto a casa una bellissima esperienza. Ho apprezzato tantissimo, in particolare, i momenti di incontro con i ragazzi e le ragazze scout di altre nazioni e il clima di grande spontaneità che si è subito creato tra noi. Spontaneità e serenità». Così Andrea Da Ponte, 16 anni del gruppo Venezia 1 ricorda il suo Jamboree vissuto in Corea.
«Ci sono stati dei problemi – dice Andrea – ma noi non ne abbiamo risentito. E questa è stata la cosa più bella. Vivere il Jamboree facendo tutte le cose che ci eravamo proposti, trovare una soluzione ad ogni problema. So che, da fuori, ci sono state anche critiche verso l’organizzazione. In realtà, a parer mio, invece l’organizzazione è stata molto efficiente. Altrimenti non si riesce ad organizzare il trasferimento di 45 mila persone in 24 ore».
I problemi, ricorda sempre Da Ponte, sono stati affrontati e risolti. «Noi ce ne siamo resi conto – prosegue il giovane esploratore – anche perché un giorno, per il caldo, sono state chiuse tutte le attività che si potevano fare. Comunque abbiamo vissuto tutto quello che ci eravamo proposti, anche cambiando programmi, ma restando sempre degli scout. Quanto ho vissuto in Corea mi ha insegnato l’importanza di affrontare tutto. Per questo mi sento, per certi versi, anche cresciuto. Ora questo entusiasmo, però, va portato agli altri».
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