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In scena il dialogo tra i dipinti di Cen Long e i versi di Dante

Si terrà domani, sabato 16, a Palazzo Querini a San Barnaba lo spettacolo ideato dal regista e attore veneziano Gianni De Luigi in occasione della mostra allestita dell’artista cinese

I dipinti dell’artista cinese Cen Long dialogheranno a tu per tu con i versi di Dante Alighieri. È quanto avverrà nell’originale spettacolo, ideato e diretto dal regista e attore  veneziano Gianni De Luigi,  dal titolo “Cen Long e Dante. Il Purgatorio dantesco in dialogo con i dipinti di Cen Long”, che verrà rappresentato in prima assoluta domani, sabato 16, alle ore 18, a Palazzo Querini San Barnaba, sede della Fondazione Ugo e Olga Levi. Lo spettacolo nasce proprio in occasione del tour italiano della mostra monografica dedicata all’artista, che è presente negli spazi del palazzo con la mostra dal titolo “Seminare Speranza”, a cura di Metra Lin e Laura Villani, allestita fino al 24 novembre. La rappresentazione, ad ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti disponibili, sarà un viaggio di scoperta emozionante dove verranno messi in scena sentimenti profondi. L’arte di Cen Long infatti tocca fortemente il tema dell’umanità sofferente, ma colma di speranza, in linea con quanto raccontato nel Purgatorio di Dante. I dipinti del maestro cinse si confronteranno così con i versi di Dante grazie alla rappresentazione ideata per l’occasione da Gianni De Luigi, regista veneziano, attore, drammaturgo e scenografo con esperienza internazionale in teatro, cinema e televisione. De Luigi ha collaborato con la Biennale di Venezia come regista, scenografo e drammaturgo, inoltre dal 2000 è direttore artistico dell’Istituto della Commedia dell’Arte Internazionale.

Un’esperienza immersiva

Sarà uno spettacolo unico che coniugherà i suggestivi dipinti di Cen Long con la forza dei versi danteschi. Un’esperienza immersiva e coinvolgente, dove diversi linguaggi artistici si intrecceranno in un lavoro corale. Lo spettatore sarà guidato in una lettura inedita del testo dantesco, che trova risonanza nelle potenti opere del maestro Cen Long, attraverso l’interpretazione dei versi di Dante affidata agli attori Emanuele Piovene che interpreterà il sommo peata, Irene Losi che darà voce a Beatrice, e lo stesso Gianni De Luigiche invece vestirà i panni del poeta Virgilio, che accompagna Dante nel viaggio ultraterreno. Il tutto sarà allietato dal flauto di Cecilia Vendrasco e coordinato dalla regia audio di Fabrizio Longo, che userà particolari casse che amplificheranno la voce degli interpreti per tutte e sale della mostra. In questo modo le voci calde e profonde degli attori verranno udite dai visitatori, oltre che nella sala dedicata al tema dantesco dove si terrà l’esibizione, anche in tutti gli altri spazi della mostra.

«De Luigi: «Sarà un viaggio interiore»

«Essere spettatori della pittura di Cen Long è come immergersi nell’eco profonda dei canti di Dante, un’esperienza che trascende il visivo e abbraccia un viaggio interiore. – spiega Gianni De Luigi descrivendo il progetto – Le sue opere ci portano tra i poveri, i pescatori, i contadini, figure di un’umanità umile e radicata che si eleva verso la speranza come unica meta e redenzione. Le pennellate di Cen Long trasmettono un senso di beatitudine e sacralità, un riverbero di purezza che va oltre l’estetico, toccando il piano spirituale. – e continua – Come uomo di teatro, desidero sperimentare la forza e la musicalità dei versi della “Divina Commedia” accanto alle figure dipinte da Cen Long. In questo dialogo tra parola e immagine, tra poesia e pittura, si esplora la potenza del suo messaggio: la scelta di seminare speranza. In ogni volto, ogni gesto e ogni sguardo riecheggiano la pazienza e il coraggio di chi attraversa l’espiazione, cercando una nuova luce». Le figure rappresentate nelle tele dal maestro cinese sono proprio vicine al racconto e al sentire dantesco: «Nei miei dipinti – dice Cen Long – tutti i personaggi possono essere visti come coloro chehanno sopportato e superato le prove spirituali del Purgatorio di Dante. Cerco di commemorare gli sforzi che le persone compiono per sopravvivere, evocando il mio profondo rispetto per l’umanità e per la bontà che la contraddistingue».

Cen Long e Dante: un dialogo attuale

Durante lo spettacolo, della durata di circa un’ora, sembrerà di assistere proprio ad un dialogo tra Cen Long e Dante, entrambi convinti che la vita sia un purgatorio. «Nella sala in cui terremo lo spettacolo ci sono due quadri che fanno riferimento alla fine del 34esimo canto dell’Inferno, quando Dante e Virgilio, salendo su una scala che altro non è che il pelo di satana, lasciano l’inferno e si incamminano a veder le stelle. È il momento dell’entrata nel Purgatorio» dice ancora il regista, spiegando che durante la serata oltre al 34esimo canto dell’Inferno verranno recitati anche il primo e il 31esimo del Purgatorio, quando Dante incontra Beatrice. «All’uscita dell’Inferno si trova un senso di speranza nel futuro. – prosegue De Luigi – Il mondo umano di cui parla il Purgatorio è molto stimolante. In questo caso i dipinti di Cen Long non faranno da quinta teatrale alla rappresentazione ma saranno i veri protagonisti». Proprio per la difficoltà della lingua, i canti saranno introdotti di volta in volta da De Luigi che già in passato si era imbattuto in Alighieri, quando anni fa agli Eremitani a Padova, usando delle diapositive proiettate, raccontò il Paradiso associandolo al racconto della vita e passione di Cristo presente nella Cappella degli Scrovegni.  «L’idea è quella di far diventare la Divina Commedia una commedia, dove ogni  personaggio parla dando voce alla parte narrativa del sommo poeta. – continua il regista – Dante in tutti i sui canti continua ad essere attuale. Ha una dimensione universale e nel tempo insuperabile. Nessuno riuscirà mai a raccontare la vita dell’uomo come lui. Anche Pasolini tentò ne “La Divina Mimesis” di ricreare il percorso. – e conclude – Dovremmo spiegare Dante ai giovani senza intellettualizzarlo e renderlo troppo scolastico. Bisogna presentare la sua capacità narrativa. Quella di Dante infatti è una lingua da cantare, anche se per le parole complesse che usa c’è bisogno di spiegazioni continue».

Francesca Catalano

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