Un giro di spot una sera tranquilla davanti alla tv: su 12 messaggi pubblicitari che passano, 8 promuovono medicinali e integratori vari. C’è la nuova pasticca per la gola, la pillola per ogni diversa forma di mal di testa – quello fastidioso, quello forte, quello da cervicale, quello da ciclo – il rimedio efficacissimo per il colesterolo, l’integratore per la prostata, quello detox, quello che aiuta a dimagrire, quello che ci dà più energia o fa bene alla nostra pelle e ai nostri capelli. La pubblicità, si sa, è l’anima del commercio, ma facciamo bene a fidarci degli spot sui farmaci da banco e sugli integratori?
Ormai molti di questi prodotti si trovano anche sugli scaffali dei nostri supermercati e qui cominciano i rischi del “fai da te”. Se, infatti, in farmacia possiamo sempre avvalerci della competenza e della professionalità del farmacista, laureato nella materia o in chimica e tecnologie farmaceutiche, per cui il cosiddetto farmaco da banco – noto con l’acronimo inglese OTC: over the counter, appunto “sopra il banco” – ci verrà consegnato dopo il confronto con una persona preparata e ben consapevole di quello che ci consegna, al supermercato o, peggio, acquistando su Internet, si rischia davvero grosso.
Purtroppo la propensione di alcune persone a curarsi da sé può veramente essere pericolosa per la salute. Non è, infatti, tutto oro quello che luccica: per quanto le dosi contenute nella maggior parte dei casi possano essere davvero minime, sempre di principi attivi si tratta. Per cui la raccomandazione a tutti i lettori è di evitare il “fai da te” e di consultarsi sempre e comunque con il proprio medico di fiducia.
Il mito dell’eterna giovinezza e la propensione a risolvere prima di subito qualsiasi problema di salute rischiano di farci compiere mosse azzardate e persino pericolose. Anche davanti alle molecole apparentemente più semplici, la regola aurea è consultarsi con il proprio medico di fiducia – che di solito è il medico di famiglia – che ci saprà dire se davvero abbiamo bisogno oppure no di quell’integratore, se possano sussistere delle controindicazioni, se ci possano essere interazioni nefaste con altri farmaci che assumiamo e così via.
Un esempio per tutti è l’ormai celeberrimo “riso rosso”, che poi in realtà è la monacolina K, statina derivata dalla fermentazione del riso rosso da parte del fungo monascus purpureus: sempre di una statina si tratta, con tutti i possibili effetti collaterali di una statina, a partire dalle tanto temute – ma per fortuna rarissime – mialgie da miopatia (sofferenza dei muscoli), per arrivare all’intossicazione del fegato.
Enorme è il business di codesti prodotti: l’unica cosa certa è che fanno molto bene a chi li produce, per i bassissimi costi delle materie prime e per la non necessità di fregiarsi della costosa autorizzazione ministeriale per l’immissione al commercio dei medicinali (AIC), rilasciata di norma dall’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, o dalla Commissione Europea. La prudenza, dunque, dev’essere massima: parlatene sempre con il vostro medico!
C.I.D. s.r.l. Società a Socio Unico – Casa editrice del settimanale Gente Veneta – CF e PI 02341300271 – REA: VE – 211669 – Capitale Sociale 31.000 euro i.v. – Dorsoduro,1 – 30123 Venezia
Iscriviti a GREEN&SALUS e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!