Due giovani su tre si dicono “ottimisti” per il futuro. E a immaginare il proprio futuro migliore di quello dei propri genitori sono il doppio rispetto a chi pensa sarà il contrario. Ma ancora in due su tre affermano che la propria vita reale è distante (molto o abbastanza) dalla propria vita ideale.
Sono queste alcune delle principali “istantanee” che emergono da un’indagine svolta da Ipsos in collaborazione con l’Osservatorio IUSVE “Giovani e futuro”, che ha coinvolto un campione rappresentativo di 2.000 giovani italiani d’età compresa tra i 16 e i 26 anni.
Giovedì 30 gennaio, all’Istituto Salesiano San Marco di Mestre,sono stati presentati i risultati dell’indagine..
«I giovani adulti italiani non si aspettano sconti, ma sanno che senza un investimento pubblico sulle loro competenze e potenzialità, il percorso sarà più arduo», afferma Davide Girardi, responsabile dell’Osservatorio IUSVE “Giovani e futuro”. «Nonostante la voglia di essere protagonisti del cambiamento, soprattutto su temi come la sostenibilità e l’intelligenza artificiale, il timore di fallire resta un fattore critico. Questo timore deve essere preso sul serio, specialmente alla luce del disinvestimento nei giovani e della contrazione demografica in atto nel nostro Paese».
Dallo studio emerge un quadro complesso: i giovani italiani desiderano essere protagonisti del proprio futuro, ma al tempo stesso non ignorano le difficoltà del presente.
L’Osservatorio IUSVE “Giovani e futuro” nasce all’interno dell’Istituto Universitario Salesiano Venezia (IUSVE) con l’obiettivo di approfondire il ruolo delle nuove generazioni nei cambiamenti sociali ed economici.
Tra ottimismo e timori, opportunità e incertezze, la ricerca ha analizzato i principali fattori che influenzano le loro prospettive e il loro rapporto con il mondo del lavoro, la sostenibilità e le nuove tecnologie.
Da un lato, il 63% dei giovani guarda avanti con fiducia, aggrappandosi a punti fermi come la famiglia e le relazioni affettive. Dall’altro, un 37% si sente intrappolato in un’area grigia di incertezza, dove la realizzazione personale e l’indipendenza economica appaiono ostacoli difficili da superare.
Il divario tra la vita reale e quella desiderata è un peso per il 66% degli intervistati, alimentando una frustrazione che sembra difficile da colmare.
Molti giovani si raccontano come determinati, sereni e capaci di adattarsi, ma il 49% continua a vedere il futuro con pessimismo. Anche il confronto con le generazioni precedenti è incerto.
E sul piano economico? C’è chi immagina un miglioramento rispetto al passato (40%) e chi, al contrario, teme un destino più incerto (18%).
Non mancano, però, consapevolezza e interesse per le grandi sfide globali. Il 75% dei giovani conosce il tema della sostenibilità e il 60% sente di poter dare un contributo attivo, anche se ostacoli come la scarsa educazione e l’indifferenza generale ne rallentano la crescita.
Tuttavia, il 48% intravede nuove possibilità per il mondo del lavoro e il 68% si dice disposto a investire professionalmente in questo settore.
Anche l’Intelligenza Artificiale accende la curiosità: il 59% la considera un’opportunità per il lavoro, il 65% crede che porterà alla nascita di nuove professioni e il 59% la vede come alleata della transizione ecologica.
C’è però un nodo cruciale che non può essere ignorato: la formazione. Se da un lato il 47% ritiene adeguata l’offerta formativa attuale, il 42% la giudica insufficiente.
Un segnale chiaro che sottolinea la necessità di investire nelle competenze e nelle conoscenze, per dare ai giovani gli strumenti concreti per affrontare il domani con più certezze e meno paure.
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