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Iuav: immaginare la moda sostenibile da Villa Maser

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“Fashion Forward”: un evento per unire studenti, professionisti e aziende

Esercitarsi a percepire e immaginare la moda in modo diverso? E’ questo lo stimolo da cui è nata “Fashion Forward”, la giornata immersiva ideata e curata dalla professoressa Alessandra Vaccari dell’Università Iuav di Venezia, che il 17 maggio ha visto coinvolti iscritti al corso di laurea magistrale di moda, professionisti del settore e imprenditori tessili, in un contesto dove architettura, storia, arte e bellezza si fondono: Villa di Maser, progettata dal grande architetto Andrea Palladio e affrescata dal famoso pittore Paolo Veronese, che qui ha realizzato uno dei sui cicli pittorici più famosi.

«Un luogo in cui mettersi in ascolto e condividere – spiega la docente – per ripensarsi parte di un ambiente da riscoprire sia in termini di creatività che di rispetto, facendosi ispirare dalla tradizione del bello, immaginando un’idea ampia di sostenibilità, dai materiali alle persone, passando per i luoghi». A una prima parte in cui le studentesse e gli studenti hanno potuto discutere dei propri progetti di collezioni e portfolio con professionisti del settore moda, per prepararsi alla sfilata di chiusura dell’anno accademico, si è poi svolta una sessione pomeridiana in cui esperti, imprese e studenti hanno potuto confrontarsi, immaginando un futuro desiderabile per la moda, in un contesto complesso, ma in cui forse è proprio richiesto ripensarne il ruolo.

Vaccari: la sostenibilità deve essere il nuovo terreno della creatività

«L’idea di questa iniziativa è nata dall’esigenza di mettere a confronto studenti, professionisti, e aziende per portare gli stilisti e designer di domani fuori dalle limitazioni della progettazione attraverso il dialogo – spiega la professoressa Vaccari – abbiamo lavorato sull’idea di sostenibilità unendo ambiente e persone attraverso la creatività, sia con il recupero dei materiali che pensandone di innovativi. E’ stato adottato un approccio culturale a 360° all’ecologia e lo abbiamo fatto in un luogo dove natura e ingegno umano creano continuità, fra il verde in cui è immersa Villa di Maser e gli affreschi del Veronese che l’hanno resa famosa in tutto il mondo, per adottare un modello di umanesimo della moda, che rispetti persone e il verde perché la natura non è mai altro da noi».

«Ai creativi di domani servirà dotarsi di questa consapevolezza nel loro ruolo – aggiunge – non basterà più progettare un capo, ma dovranno immaginarne l’intero ciclo di vita, aggiungendo creatività nell’intero processo per ridurne al massimo lo scarto e lo spreco, nel rispetto di esseri viventi e ambiente. Per questo è necessario ampliare il loro raggio d’azione pensando in ottica sistemica. Si pensa sempre alla sostenibilità come a qualcosa che inibisce la creatività, quando invece dovrebbe essere l’opposto, i limiti sono un’occasione per stimolare il processo di immaginazione, spingersi più in là e non aver paura di sperimentare soluzioni nuove».

Il confronto degli studenti Iuav con gli esperti e mentori

«E’ stata un’occasione per noi che lavoriamo in questo mondo di confrontarci con i professionisti di domani – ha affermato Daniele Filippo Bellonio, responsabile comunicazione dell’agenzia Karla Otto di Parigi – da ex studente dell’ateneo veneziano ricordo con piacere il confronto tra accademia e progetti concreti attraverso i laboratori, fondamentali per prepararsi ai percorsi successivi di lavoro attraverso una scuola di pensiero applicata, per preparare un futuro all’altezza dei propri sogni e progetti. Oltre alla preparazione culturale, l’unicità dello Iuav sta proprio in questo approccio, che non a caso attrae studenti da tutta Italia».

«Lavorare nella moda? La creatività è un atto ordinario, non straordinario, straordinario è riuscire a farla esprimere – ha motivato gli studenti Barbara Franchin della Fondazione ITS di Trieste – ma serve mettere ordine in quello che si vuole fare, viaggiare e confrontarsi col resto del mondo aiuta, ma il motore principale resta la passione sapendo che è richiesto anche molto sacrificio. Come ITS ci impegniamo nel promuovere i giovani talenti, ma per emergere è necessario credere e impegnarsi in quello che si fa, a piccoli passi ma con tenacia, senza paura di sbagliare per disegnare il futuro attraverso progetti e idee, usando al meglio la cosa più preziosa che abbiamo: il tempo. Il viaggio è duro per realizzare i propri sogni, per questo l’invito alle aziende è quello di adottare per un periodo questi giovani, mettendo a disposizione non solo l’esperienza, ma anche la materia tessile per potersi esprimere».

A tu per tu con le imprese: un dialogo con gli studenti Iuav

«Queste occasioni sono preziose per far incontrare e conoscere il sistema della formazione e le aziende – ha esordito Roberto Bottoli dell’omonimo lanificio – da anni sollecitiamo la necessità di aprire una strada nuova coinvolgendo le imprese del territorio superando la visione dei creativi come artisti del disordine quando avremmo bisogno di loro per trovare ordine nella complessità, che fa parte del loro DNA». Come fa eco Alessandro Crosato, Presidente di Slow+Fashion+Design e patron di Mosca Clothing: «Da anni cerco la via per unire design e sostenibilità, abbiamo bisogno della creatività dei giovani, devono portare il loro linguaggio nuovo nelle organizzazioni, la paura blocca ma rischiare e anche sbagliare fa crescere, dobbiamo dare loro questa opportunità».

«Dal nostro territorio può nascere l’equilibrio che manca fra imprese e sostenibilità, tutte le grandi case di moda vengono da noi anche per la bellezza naturale che ci circonda e per i giovani può essere una grande opportunità, ma bisogna dare loro fiducia e una guida, il loro fuoco c’è ma va incanalato», ha aggiunto Crosato. «Per i progetti degli studenti abbiamo donato dei tessuti – ha raccontato Marzia Saccon di M3 Knitwear – siamo disponibili a fornire materiale ma ci scontriamo con i ritmi che ci impone la nostra attività per strutturare meglio delle collaborazioni, quindi il ruolo che può avere il mondo della formazione è importante. Vorremmo che i materiali avessero una seconda vita e in questa sfida il dialogo nel nostro settore ha bisogno di stringere rapporti più stretti con l’università e ben vengano iniziative come questa che apre le porte al futuro».

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