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La bellezza del Credo tra arte e fede: sette incontri a San Marco

Inizieranno martedì 25 in Basilica a San Marco la serie di incontri aperti alla cittadinanza pensati per approfondire attraverso i mosaici il credo niceno-costantinopolitano

Parlare dell’arte significa anche parlare della fede e viceversa, soprattutto nella Basilica di San Marco. Proprio per questo l’Ufficio per la Catechesi del Patriarcato di Venezia, diretto da don Federico Bertotto, e quello della Cultura, di cui è responsabile il prof. Alberto Peratoner, insieme ai frati domenicani della Basilica di San Giovanni e Paolo, hanno deciso di realizzare un ciclo di incontri di catechesi con l’arte intitolato “La bellezza del Credo”, aperti a tutta la cittadinanza, che partiranno dal prossimo martedì 25. Saranno in totale sette gli incontri, sempre alle 19.30, a cura di don Federico Bertotto, della storica dell’arte Ester Brunet e del prof. Alberto Peratoner, organizzati in occasione del 1700esimo anniversario del Concilio di Nicea (325). Gli appuntamenti, della durata di circa un’ora e mezza, metteranno in dialogo alcune scene musive della Basilica, che saranno illustrate da Brunet e Peratoner, con una serie di catechesi incentrate proprio sui diversi passaggi del Credo niceno-costantinopolitano accompagnate da riflessioni teologiche e spirituali di sacerdoti, teologi e filosofi di spicco esterni alla diocesi. Gli incontri, pensati per un pubblico il più vasto possibile, mostreranno come i sette fondamenti del Credo (ne verrà analizzato uno per serata) sono stati interpretati dall’arte, che nei mosaici della Basilica di San Marco si dipana in tutta la sua ricchezza narrativa e figurativa. Le parti della Passione, Resurrezione e Ascensionein particolare sono le più dense di riferimenti. Un tempo le rappresentazioni venivano infatti realizzate, oltre che per abbellire i luoghi di culto, proprio per accompagnare l’esegesi biblica.

Nei mosaici la storia della salvezza

Il primo incontro introduttivo di martedì 25, alla presenza del Patriarca Francesco, darà uno sguardo generale sulla grande storia della Salvezza raccontata nei mosaici della Basilica, sul significato del credere e sulla nozione di Dio grazie agli approfondimenti di Alberto Peratoner e Giuseppe Tanzella Nitti. Gli incontri successivi, che si serviranno anche di proiezioni per apprezzare i particolari dei mosaici, proseguiranno con Ester Brunet dal Cupolino della Creazione accompagnata da padre Giuseppe Barzaghi che parlerà di Dio Creatore del cielo e della terra (25 marzo). Il 29 aprile Peratoner si soffermerà invece sulla Cupola dell’Emmanuele insieme alla riflessione di Francesco Buono. Ancora il 27 maggio Ester Brunet con Alessio Geretti parleranno della Passione. Gli incontri riprenderanno dopo la pausa estiva con un approfondimento sulla Cupola dell’Ascensione a cura di Peratoner e padre Maurizio Botta, per proseguire poi il 28 ottobre con un approfondimento sulla Cupola della Pentecoste di Brunet e padre Jean-Paul Hernandez. Infine, Peratoner condurrà l’ultimo incontro dedicato alla Pala d’Oro, rappresentazione della Gerusalemme celeste, insieme a don Paolo Prosperi.

Soffermarsi a riflettere sul Credo

«L’idea è quella di approcciarci ai mosaici partendo dal Credo di Nicea, base e fondamento della nostra fede che ogni domenica in chiesa recitiamo ma sulle cui parole magari non ci soffermiamo a riflettere. Racconteremo il Credo attraverso i mosaici e insieme alla voce di biblisti, teologi e catecheti che trasmetteranno il suo contenuto attualizzato nel qui e ora della storia attuale» anticipa la storica dell’arte Ester Brunet. Gli incontri sono infatti volti a riscoprire la bellezza e pregnanza del Credo attraverso la storia della Salvezza illustrata dai mosaici di San Marco: «Sono mosaici splendidi che, oltre ad attrarre dal punto di vista estetico, sanno trasmettere un contenuto di fede di altissimo livello». Nello specifico, gli incontri partiranno con un approfondimento proprio sul Cupolino della Creazione nel nartece: «Qui ricorre più volte il tema dell’acqua. Nell’Antico Testamento la Genesi fa più volte riferimento all’ordine che Dio diede all’acqua, elemento che dà vita ma può essere anche caotico. Una colomba, spirito di vita, si appoggia sulle acque primordiali che ricevono vita dalla Parola creatrice di Dio. Tutto inizia dall’acqua proprio come per Venezia» sottolinea Brunet, spiegando come questo tema venga ripreso anche in altre scene realizzate in Basilica, come quella del Diluvio Universale.

Maria: figura chiave a San Marco

Tante altre sono poi le simbologie e i rimandi interni iconografici tra i vari mosaici. Il tema fondamentale che ricorre maggiormente è quello di Maria, figura chiave in San Marco: «Non dimentichiamo che di fatto Venezia, secondo il mito fondativo, si riconosce in Maria. La città infatti è stata fondata il 25 marzo 421, giorno dell’Annunciazione, e proprio sui temi dell’Annunciazione c’è un’insistenza molto forte in San Marco, sia a livello narrativo che simbolico». Nella Cupola dell’Emmanuele, ad esempio, Maria è al centro associata a Davide e Isaia, due figure dell’Antico Testamento che più parlano dell’incarnazione. «La Vergine, oltre alla Cupola dell’Emmanuele, è anche in quella centrale dell’Accensione, come figura della Chiesa e modello del credente». Il tema di Maria che riceve l’annuncio torna anche nei pinakes della navata del XIII secolo. Inoltre un mosaico molto originale nel transetto Nord, dedicato alle scene di vita di Maria, insiste dal punto di vista narrativo sull’Annunciazione al pozzo: «Ispirata ai Vangeli apocrifi, è un’iconografia minoritaria piuttosto diffusa in Oriente ma non in Occidente.  – spiega ancora Brunet – Questa racconta di Maria che, mentre andava a prendere l’acqua al pozzo, riceve la visita dell’angelo di cui ne sente solo la voce. L’acqua e il pozzo nella Bibbia hanno un riferimento sponsale al Verbo che si unisce alla carne dell’uomo». Inoltre Maria in un mosaico di rifacimento 500esco è rappresentata nel ramo dell’Albero di Jesse come colei che garantisce a Gesù la discendenza di David. Chiaro allora è che le immagini presenti in San Marco, studiatissime e dense dal punto di vista teologico, non sono un surrogato della Parola realizzate per chi al tempo non sapeva leggere e scrivere, ma erano pensate per accompagnare la catechesi e per dare un’esegesi della Parola, così come quella scritta dai padri come Agostino o Gregorio Magno: «Il concetto di Bibbia pauperum è da intendersi più in senso evangelico per i poveri di spirito, cioè per tutti i fedeli, e non solo per chi non sapeva leggere e scrivere».

Il Credo, l’attestazione della propria fede

«Il Credo è la prima definizione di fede assunta a simbolo universale. Questo infatti si pronuncia come attestazione della rettitudine della propria fede» spiega invece il prof. Peratoner, che ha anche scritto un libro sul Credo di prossima uscita per la casa editrice Pozzo di Giacobbe. «Per la prima volta il linguaggio filosofico viene codificato all’interno di un pronunciamento dogmatico. Proprio per chiarire i rapporti trinitari, entra in gioco il linguaggio filosofico come strumento chiarificatore. – e spiega – “Consustanziale al Padre” è il termine più forte che è mutuato dalla filosofia nel Credo». Il Concilio di Nicea è il primo concilio ecumenico e universale della chiesa ed il Credo per l’ortodossia dottrinale è il più remoto atto di nascita di quello che oggi è il diritto canonico. Cosa interessante è sapere che il Concilio fu convocato dall’imperatore Costantino: «Oggi la troveremmo un’ingerenza inaccettabile del potere politico nelle questioni ecclesiali, ma questo è uno spunto per riflettere sui rapporti tra potere politico e vita della chiesa. – e continua Peratoner –  Costantino all’epoca convoca il Concilio perché si rende conto che la divisione molto forte tra arianesimo e vescovi antiariani rischiava di creare una spaccatura nella Chiesa che si sarebbe riflessa nella società. Il suo fu un chiaro e lucido avvertimento da parte del potere politico dell’importanza della Chiesa per la vita della società stessa. La convocazione del Concilio da parte di Costantino, aprendo una delle pagine più interessanti della chiesa, mostra ancora oggi che la società, e quindi anche i governi, non possono ignorare e accantonare la fede religiosa». Per partecipare agli incontri è consigliata la prenotazione al link: https://forms.gle/4AchtdkJgSFhLen29.

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