
Eleganti, sobrie, sfacciate ed estrose: ognuna con il proprio carisma ha conservato fragranze adatte per accompagnare le personalità di ogni uomo e donna nei secoli. Se i profumi possono svanire, le boccette ne conservano la memoria. Sono oltre 500 i flaconi che ripercorrono più di 6 mila anni di cultura olfattiva, dall’Antico Egitto ai giorni d’oggi, esposti fino al 30 novembre nella mostra “Viaggio nella storia del Profumo. Collezione Storp” allestita a Venezia al Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo, a cura di Chiara Squarcina, Marco Vidal, Monica Biaggio, Barbara Savy, Massimo Vidale e Luigi Zanini. Il progetto espositivo di Mavive Parfums e Zignago Vetro, gode anche del supporto di Givaudan ed è in collaborazione con il Dipartimento di Beni Culturali, Archeologia, Storia dell’Arte, del Cinema e della Musica dell’Università degli Studi di Padova.
La mostra si snoda in diverse sezioni cronologiche suddivise in trentadue moduli espositivi. Gli oltre 500 flaconi sono custoditi come scrigni sotto campane di vetro. Seguendo la linea del tempo, si possono apprezzare boccette di diverse forme: da quelle più piccole dell’antichità fino ai contenitori più grandi di età moderna. Diversi e vari sono poi i materiali con cui i flaconi sono stati realizzati: pezzi unici che testimoniamo la creatività di artigiani e artisti di ogni epoca, che seguono ed esprimono gli stili di ciascun periodo. Reperti rarissimi che partono dai contenitori di unguenti dell’Antico Egitto ai flaconi in porcellana di Meissen, fino ai capolavori d’oreficeria ottocenteschi, per arrivare ai contenitori in vetro del dopoguerrae ai brand contemporanei, che raccontano come la profumeria rifletta il percorso che ha portato alla modernità industriale e alla realizzazione seriale dei prodotti. «Il mio sogno era creare una timeline espositiva di storia del profumo per dimostrare che la cosmetica è sempre stata al centro della vita dell’uomo e della donna. – spiega il curatore Marco Vidal – La mostra mette in luce l’uso di materiali preziosi impiegati dai più importanti designer e artigiani, ma anche la realtà industriale produttiva del vetro oggi rappresentata dalla ditta Zignago Vetro». Proprio la Zignago, di cui al piano terra della mostra sono esposti i pezzi iconici della ditta, produce 3 miliardi di contenitori all’anno, di cui il 50 % della materia prima è vetro riciclato. Il vetro è infatti l’unico materiale in grado di conservare perfettamente i profumi, senza alterarli, coniugando estetica e sostenibilità.
Si passa così dai flaconi da toletta a quelli più piccoli da portare in borsa, fino a quelli realizzati come oggetti di ricerca visiva in vari colori e forme stravaganti, presentati come elefanti, pesci, mori, gondole o navi. Tra i pezzi più iconici presenti, infatti, “Normandie” di Jean Patou, flacone ispirato all’omonima nave e presentato all’Esposizione Universale del 1935, o i flaconi di Salvador Dalí “Le Roi Soleil Spray” in vetro sablé color pesca, sormontato da un raggio cristallino, o “Houbigant – Subtilité” in cristallo di Baccarat modellato a forma di Buddha, ma anche la boccetta “Zoa” di Paloma Picasso. La linea del tempo, che si apre con l’Antico Egitto, si chiude con uno degli ultimi profumi realizzati da Mavive, storica azienda veneziana profumiera: «Si tratta del profumo “Queen of the night” lanciato nel 2023 ed entrato in collezione Storp. – spiega Vidal, che è AD dell’azienda – Si ispira all’Antico Egitto e al braccialetto della dea Nut, chiudendo idealmente il cerchio della mostra, in collegamento diretto con i primi unguentari egizi del 4000 a.C. posti ad inizio esposizione». Ai reperti originali è affiancata la ricostruzione contemporanea di sette fragranze storiche, realizzate dalla casa essenziera Givaudan partendo da antiche ricette originali. Nelle prime fragranze ricreate ed esposte in mostra si sente il miele: «Questo un tempo veniva usato per sciogliere le resine come l’incenso. – spiega Vidal – Andando avanti negli anni poi si usò l’olio, fino all’impiego dell’alcol per la conservazione, una rivoluzione tutta veneziana che cambia drasticamente anche la tipologia delle bottiglie».
Le collezioni di flaconi di profumo sono rare in tutto il mondo. Tutti i flaconi esposti in mostra, che testimoniano l’evoluzione dell’arte della profumeria nel corso dei secoli, provengono dalla Collezione Storp, che nasce nel 1911 con Bruno Storp e sua moglie Dora, fondatori della casa essenziera Drom, entrambi appassionati e attratti dai flaconi di profumo. Nel 1921, Dora Storp riuscì ad accumulare una vasta gamma di flaconi di profumo di cui, nel 1967, Ursula Storp ne rilevò la collezione e dedicò la sua vita alla sua manutenzione e valorizzazione. La collezione oggi comprende oltre 3.000 pezzi rari. «Fino gli anni ‘80 era facile comprare, non c’erano molti collezionisti. “Diorissimo” di Dior è tra i profumi che ho pagato molto più di quanto avrei voluto. – spiga Ferdinand Storp, nipote di Dora e figlio di Ursula, attuale collezionista e proprietario della Collezione Storp – Tra i profumi in collezione preferisco quelli più antichi perché hanno più storia. Non amo le boccette moderne, non sono preziose come quelle del passato, risultano troppo semplici e prodotte a basso prezzo con vetro cinese». E spiega che la collezione continua ad ampliarsi ancora oggi: «Facciamo una scelta tra i pezzi più significativi dei designer del XIX secolo. – e conclude – Spero la collaborazione con i Musei Civici veneziani prosegua, non sopporto vedere la collezione chiusa nelle scatole, ha bisogno di essere esposta». Il legame tra i profumi e i saperi degli artigiani che ne realizzano gli “scrigni” si fondono: «Oggi leggiamo la storia attraverso queste incredibili creazioni, riflesso di contesti diversi e risultato di innumerevoli suggestioni: artistiche, sociali ed economiche. – ha detto Chiara Squarcina, Direttrice Scientifica della Fondazione Musei Civici – Grazie alla collezione Storp per la generosa concessione».
C.I.D. s.r.l. Società a Socio Unico – Casa editrice del settimanale Gente Veneta – CF e PI 02341300271 – REA: VE – 211669 – Capitale Sociale 31.000 euro i.v. – Dorsoduro,1 – 30123 Venezia
Iscriviti a VE-NICE e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!