
Un cartellone con undici opere, quattro balletti e otto appuntamenti sinfonici. Ad inaugurare la stagione del Teatro La Fenice sarà la bacchetta di Riccardo Muti il 9 ottobre. Dopo quattro anni di assenza, il maestro torna a Venezia con l’orchestra giovanile Luigi Cherubini per una notte di grandi classici del repertorio firmati Ludwig van Beethoven e Wolfgang Amadeus Mozart. Sarà una stagione itinerante, distribuita tra i diversi palcoscenici cittadini. A ventidue anni dall’incendio, La Fenice affronterà un nuovo intervento di manutenzione alla macchina scenica a partire dall’estate 2026. Parte della programmazione si sposterà al Teatro Malibran ed un solo titolo sarà accolto al Teatro Goldoni. «Sarà un’opera di restauro fisiologica per assicurare il perfetto funzionamento della macchina teatrale superiore», spiega il sovrintendente Nicola Colabianchi, «per consentire un aggiornamento completo del sistema di comando e controllo». L’intervento, del valore di circa due milioni, sarà articolato in due fasi distinte. La prima, da febbraio a maggio 2026, si svolgerà a palcoscenico attivo, senza interferire con la programmazione. La seconda richiederà la sospensione delle attività sceniche in Campo San Fantin tra luglio e ottobre 2026. La conclusione è prevista tra giugno e agosto 2027.
Il sipario della stagione lirica si apre il 20 novembre con “La clemenza di Tito” di Mozart, diretta da Ivor Bolton, un titolo assente nel cartellone dal 2014. «L’obiettivo è rispolverare titoli che non si vedono da tanti anni», spiega Colabianchi, «in Italia nell’Ottocento sono state scritte oltre 20.000 opere e purtroppo ormai se ne eseguono una quindicina». Il 2026 si apre all’insegna del repertorio verdiano. Prima con “Simon Boccanegra”, poi con “La traviata”, pietra miliare della Fenice e simbolo della sua rinascita dopo l’incendio. Il desiderio di Colabianchi di trasformare il palco del Malibran in «un faro dell’opera barocca» si avvera. A marzo andrà in scena “Ottone in villa” di Antonio Vivaldi. Dopo una lunga assenza, tornerà “Lohengrin” di Wagner, nell’allestimento che segna l’esordio di Damiano Michieletto su questo titolo. A maggio sarà la volta di “Carmen” e a giugno si torna al Malibran con una rara rappresentazione di “Enrico di Borgogna” di Donizetti. L’estate si apre con la prima italiana di “Venere e Adone” di Salvatore Sciarrino. Anche durante i lavori di restauro della macchina scenica, gli spettacoli proseguono al Malibran con “L’elisir d’amore” di Donizetti. A settembre arrivano i “Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo. La stagione si chiude con un doppio titolo americano del XX secolo, ospitato dal Goldoni: “The Telephone” di Gian Carlo Menotti e “Trouble in Tahiti” di Leonard Bernstein.
Quattro i balletti in programma. Da “Lo Schiaccianoci” di Čajkovskij, al centenario della Martha Graham Dance Company fino ai racconti di guerra dell’Hamburger Kammerballett e “Dear Son” di Sasha Riva e Simone Repele. Il 28 novembre Ivor Bolton inaugura la stagione sinfonica con un programma dedicato a Johannes Brahms. Per la prima volta sono attesi sul palco Kazuki Yamada, Vincenzo Milletarì, Constantinos Carydis, Michael Hofstetter e Cornelius Meister. Tra le novità anche un recital con musiche di Giuseppe Verdi e Franz Liszt. Tornano Markus Stenz, Alpesh Chauhan, John Axelrod e Ton Koopman. Corrado Rovaris guida l’orchestra nella Sinfonia n. 38 di Mozart, affiancata da composizioni di Arthur Honegger e Astor Piazzolla. Daniele Callegari propone musiche di Bizet e Čajkovskij, mentre Neil Thomson presenta un programma con Marco Tamayo solista nel Concerto d’Aranjuez di Rodrigo, accostato a opere di Rimskij-Korsakov ed Edward Elgar. Alfonso Caiani dirige il Coro del Teatro La Fenice nei “Carmina Burana” di Carl Orff, accompagnato dai Piccoli Cantori Veneziani. Tra le orchestre anche la Kremerata Baltica diretta dal fondatore Gidon Kremer. Non mancano gli appuntamenti musicali di Natale, Capodanno e l’evento sinfonico estivo in Piazza San Marco.
«Il teatro», osserva il direttore Andrea Erri, «deve essere un luogo di scambio vivo per tutte le generazioni». Per la nuova stagione sono in programma due appuntamenti Education. A gennaio andrà in scena sul palco del Teatro Malibran “Piccolo orso e la montagna di ghiaccio” per sensibilizzare il giovane pubblico sullo scioglimento dei ghiacciai. Ad aprile, tornerà sotto i riflettori “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry. «La Fenice», prosegue Erri, «non è soltanto un luogo d’incessante produzione artistica, ma anche un motore economico e sociale per il territorio». A confermarlo è la valutazione d’impatto condotta dal dipartimento di Economia dell’Università di Venezia. «Nel 2024, sul fronte occupazionale si stimano 361 addetti al lavoro», spiega la professoressa Monica Billio, «il teatro genera un impatto economico che supera i 66,6 milioni di euro. Ogni euro investito ne riporta nel territorio regionale circa 3,13». Da inizio anno, la biglietteria ha già incassato 6 milioni di euro. Sono ancora aperte le vendite per la “Cavalleria Rusticana” firmata da Pietro Mascagni e diretta da Rico Saccani in programma per la sera di sabato 12 luglio in Piazza San Marco.
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