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La Fondazione Giorgio Cini sempre più accessibile e inclusiva

Nuovi pannelli tattili con testi semplificati e video in lingua dei segni: sono solo alcuni dei progetti realizzati dalla Fondazione grazie ad un bando PNRR finanziato per quasi 200 mila euro

Un primo passo per essere sempre più accessibile e inclusiva. È quanto ha fatto nell’isola di San Giorgio Maggiore a Venezia la Fondazione Giorgio Cini, che venerdì 14 ha presentato le nuove mappe tattili in rilievo con legenda in nero braille e con testi semplificati in italiano e inglese, installate negli spazi all’aperto dell’isola San Giorgio a partire dal primo totem generale posto all’ingresso della Fondazione, a circa 15 metri dall’imbarcadero, per un totale di sette mappe tattili che seguono un percorso che arriva fino alle Vatican Chapels. Il progetto si è concentrato in particolare sul parco in cui trovano ubicazione il Teatro Verde nato negli anni ‘50 e le dieci Cappelle vaticane presenti dal 2018. In queste mappe tattili, disegnate dall’ufficio tecnico della Fondazione Cini e poi stampate da Factum, azienda specializzata in stampa digitale, è presente anche un Qr Code che rimanda ad una web app di orientamento realizzata e scritta dal team della Fondazione Cini che, grazie alla geolocalizzazione e notifiche push, man mano che si prosegue per il percorso rimanda a sua volta a contenuti di approfondimento con foto ed informazioni testuali semplificate in italiano ed inglese, audio descrittivi per ciechi ed ipovedenti e contenuti video per sordi in LIS (Lingua dei segni italiana) e IS (Segni internazionali).

Un’accessibilità su più fronti

 Le azioni progettuali volte ad abbattere le barriere culturali per rendere la storia del luogo fruibile a pubblici sempre più vasti sono state inoltre molteplici e hanno previsto la riconfigurazione di alcuni spazi, la messa in sicurezza dei percorsi, l’implementazione della segnaletica, interventi sul verde e l’acquisto di un montascale, non fisso ma a cingoli, che si adatta a qualsiasi scala e percorso, così da accompagnare chi non può camminare fino alla visita delle Vatican Chapels, grazie al percorso che è stato tutto livellato. Sonostate create poi nuove possibilità di visita. Nello specifico nello spazio delle Vatican Chapels, grazie alla collaborazione con l’Università di San Marino, è presente un booklet tattile con disegni in rilievo delle Cappelle vaticane e una tattiloteca con i campioni originali con cui queste sono state costruite. Inoltre è stato creato un percorso sensoriale olfattivo dove in un’aiuola sono presenti diverse piante aromatiche quali menta, origano, citronella, ruta, oltre a una serie di interventi sulle alberature, per ripristinare i collegamenti percettivi tra gli spazi. Oltre a questo, sul versante del digitale è stata ampliata la rete del wifi, proprio per agevolare le persone in visita nel poter usufruire più comodamente dei contenuti online. Inoltre la fondazione si è focalizzata anche nel far conoscere l’isola a chi non può raggiungerla fisicamente implementando il sitoweb secondo le Web Content Accessibility Guidelines con l’inserimento per l’appunto di video informativi sottotitolati in LIS e IS e una specifica sezione di FAQ che rimanda tra le altre cose alla web app creata.

Un progetto nato con fondi PNRR

Tutte cose, queste, che sono state realizzate negli ultimi mesi grazie al progetto presentato nel 2022 nell’ambito di un bando del PNRR rivolto alla “rimozione delle barriere fisiche e cognitive nei luoghi della cultura”, classificatosi al primo posto e finanziato per quasi 200 mila euro. Preziosa è stata la consulenza della dottoressa Valeria Bottalico, storica dell’arte esperta in progetti di accessibilità in ambito museale e culturale, che ha guidato la Fondazione nella realizzazione dei materiali e ha curato la parte di formazione del personale. «Si è cercato in particolare di rendere il Teatro Verde e l’area delle Vatican Chapels fruibili a più pubblici possibili: persone con difficoltà visive, uditive e motorie, abbattendo le barriere cognitive e sensoriali. – spiega Bottalico –  Chi si occupa di accessibilità deve abbattere qualsiasi tipo di ostacolo che ne impedisca una corretta fruizione. Creare strumenti e strategie è dovere di ogni istituzione culturale e non gentile concessione». «Abbiamo lavorato nell’ottica di quello che viene definito ‘design for all’, con interventi sia digitali che fisici. Abbiamo voluto fare un ulteriore passo per assicurare informazioni e conoscenza a un più vasto pubblico di visitatori.  – ha detto Renata Codello, Segretario Generale della Fondazione – L’obiettivo che ci siamo prefissati è quello di ottimizzare l’autonomia di ciascuna persona durante la visita in isola creando esperienze nuove, anche multisensoriale» spiega, dicendo che ora la Fondazione vuole dare continuità al lavoro realizzato, migliorando i propri servizi.

Un futuro sempre più accessibile

Dalla prossima primavera infatti sarà attivato un calendario di visite tattili e in lingua dei segni gratuite inpartnership con ENS (Ente Nazionale Sordi) e UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) per garantire accessibilità all’isola anche ai loro associati. Oltra a questo, grazie al finanziamento di San Marco Group, la Fondazione ha già creato anche una app per raccontare, in collaborazione con iGuzzini, la storia del dipinto delle “Nozze di Cana” attraverso varie fasi di illuminazione. La app, scaricabile tramite un Qr code e fruibile solo in loco, fornisce dieci passaggi audio in italiano ed inglese della durata totale di circa 12 minuti che raccontano l’opera, mentre una serie di spotlight si concentrano su diversi dettagli specifici dell’opera. In questo modo viene spiegata la scena dell’episodio biblico e si approfondisce la collaborazione tra Paolo Veronese e Andrea Palladio, oltre a fornire informazioni sulla creazione del facsimile. I brevi audio raggiungono i dispositivi mobili dei visitatori tramite notifiche push contribuendo a migliorare la fruizione in particolare per coloro che necessitano di ausili audio e video e per chi è affetto da ADHD, il disturbo da deficit dell’attenzione dell’iperattività.

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