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La Fototeca Regionale del Veneto è ora online

Di 60 mila fotografie, oltre la metà sono già consultabili nel nuovo portale realizzato dalla Fondazione Giorgio Cini

Il ricco patrimonio artistico del Veneto è online. Dipinti, sculture, disegni, stampe, arredi, ceramiche, armi, oggetti di arte applicata e monete, ma anche beni di interesse demo-etnoantropologico appartenenti a raccolte museali di enti locali o di interesse locale. Sono oltre 60 mila le fotografie, tra positivi e negativi, della Fototeca Regionale del Veneto che documentano il prezioso patrimonio artistico dei musei del territorio, ora per metà già caricate nel nuovo portale realizzato dalla Fondazione Giorgio Cini di Venezia per una consultazione agevolata della documentazione da parte di studiosi ed appassionati di tutto il mondo. Il progetto, avviato dalla Fondazione Giorgio Cini in collaborazione con la Regione del Veneto e Veneto Edifici Monumentali, ha visto un costo complessivo di circa 50 mila euro. Questo è stato possibile grazie ad una continua manutenzione del fondo da parte della Fondazione Cini, che all’occorrenza ha restaurato e reso accessibile in modo diretto la documentazione, e all’ottimo stato di conservazione del fondo di foto in bianco e nero che altrimenti non si sarebbe potuto digitalizzare in alta definizione.

Le campagne fotografiche

La Fototeca Regionale è stata affidata nel 1981 dalla Regione del Veneto all’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini. Il materiale fotografico proviene da apposite campagne realizzate tra il 1975 e il 1980 a seguito della Legge Regionale n. 45 del 2 settembre 1974, intesa a incrementare la documentazione fotografica e la schedatura dei beni culturali conservati nei musei, nonché a garantirne lo studio e la salvaguardia, dando priorità alle raccolte di cui era più a rischio l’integrità e la conservazione. Il progetto di valorizzazione del fondo della Fototeca Regionale stabilito nel 2021 prevede la completa digitalizzazione dei materiali fotografici, tuttora in corso, e la loro schedatura in base alle normative emanate dall’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione. Il catalogo del fondo fotografico ora vede inserite opere provenienti dai musei di Bassano del Grappa, Belluno, Feltre, Padova, Rovigo, Treviso, Venezia e Vicenza, ed è consultabile sul nuovo portale disponibile sul sito www.cini.it, che viene costantemente aggiornato grazie agli addetti che continuano il lavoro di acquisizione con post produzione e mantenimento dell’archivio digitale.

Temi specifici

Diversi sono i percorsi dedicati a temi e a specifiche sezioni della raccolta. Online compaiono già tesori come ifogli dei celebri album di Antonio Canova custoditi nel Gabinetto delle stampe e dei disegni del Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa, oltre all’intero corpus di tavolette votive conservate al Museo Civico di Belluno. Tra queste ultime figurano opere di pittori come Giovanni da Mel, Antonio Gabrieli, Giuseppe Zais, Girolamo Moech, che raffigurano apparizioni ed eventi eccezionali come guarigioni di infermi o di bambini afflitti da gravi malattie e incidenti tragici o rocamboleschi. Altri percorsi sono invece dedicati ai ritratti databili dal Quattrocento al Novecento realizzati da Domenico Maggiotto, Alessandro Longhi, Francesco Hayez, Giovanni Boldini, Luigi Nono e Mariano Fortuny y Madrazo, oltre che a focus dedicati all’arte grafica del ‘900, agli abiti dei veneziani e alla scultura veneta con una selezione di oltre trecento statue e rilievi databili dall’antichità ai nostri giorni, attribuiti a maestri veneti come Andrea Brustolon, Antonio Canova e Arturo Martini.

L’armeria

Online anche la ricca Collezione d’armi del Castello di Monselice, di cui un tempo Cini era proprietario. La preziosa armeria è una delle più ricche d’Italia, seconda solo a quella di Palazzo Ducale e a parimerito con quella del Poldi Pezzoli di Milano per dimensione, storia e qualità artistica, incisoria e fabbrile dei pezzi raccolti. Fu allestita da Vittorio Cini verso il 1930 e comprende 904 pezzi di armature complete da torneo e da guerra, elmi, spade, pugnali, armi ad asta, balestre e armi da fuoco, di provenienza italiana, spagnola, tedesca e francese, con particolare riferimento al periodo medievale e rinascimentale. <La tradizione non è culto delle ceneri ma custodia del fuoco. Oggi, grazie alla tecnologia, preserviamo questo fuoco> ha sottolineato Francesca Scatto, Presidente della Sesta Commissione consiliare permanente del Consiglio regionale. <Un progetto a cui abbiamo dato concretezza in poco tempo> ha detto soddisfatta Renata Codello, Segretario Generale Cini, felice di aver corrisposto alla richiesta della Regione.

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