Logo Salus & Green

La guida naturalistica per scoprire la laguna di Venezia

guida-naturalistica-gita-in-barca
Una professione per offrire un’esperienza di contatto con la natura per un turismo sostenibile

«Quello che mi piace di più di questo lavoro non è solo essere immersi nella natura e nella sua bellezza – racconta Luana Castelli, guida con più di 30 anni di esperienza – ma vedere l’emozione che provano le persone quando si ritrovano in questi luoghi a contatto con gli habitat e si concentrano all’ascolto dei suoni, alla vista dei colori e degli animali, oltre ai profumi delle piante del paesaggio. Imparano a lasciarsi stupire condividendo insieme dei veri e propri momenti di poesia, più questo insieme di sensazioni è inaspettato e più è emozionante».

«Il nostro lavoro è quindi quello di creare dei percorsi che permettano di vivere questi momenti – continua – creando delle situazioni in cui dedicare del tempo a conoscere esentire un luogo, per farsi in qualche senso “scegliere” dalla natura, quando questo obiettivo riesce riusciamo a rendere indimenticabile l’esperienza, lasciando una traccia indelebile in chi vi partecipa. Il segreto è riuscire a creare una relazione fra persone e ambiente, noi guide raccontiamo la storia e le caratteristiche di un habitat, ma solo se riusciamo a creare una connessione con le persone raggiungiamo l’obiettivo che ognuna si leghi al paesaggio, formando un ricordo indimenticabile».

Chi è, cosa fa e come si diventa guida naturalistica

«Quando si pensa alla figura della guida naturalistica si pensa che lavori prevalentemente in montagna – spiega Castelli – in realtà lavoriamo in un sacco di ambienti visto che ogni territorio ha valenze naturalistiche diverse, per cui è necessario specializzarsi, anche nelle attività, io ad esempio offro esperienze a piedi ma anche in bicicletta, canoa e barca. Nonostante la differenza territoriale, quello che ci accumuna è la consapevolezza di dover proteggere l’ambiente che mostriamo, spiegando ed educando sui comportamenti per la sua conservazione, per questo anche il numero dei gruppi che accompagniamo deve sempre essere rispettoso di dove ci rechiamo, considerando anche gli orari e la stagione per non disturbare gli animali».

«Accompagniamo gruppi di persone e scolaresche privilegiando la sostenibilità anche nel trasporto con mezzi pubblici o a basso impatto ambientale – continua – chi di noi ha un percorso di studio in scienze naturali è avvantaggiato ma non basta, bisogna imparare anche a saper divulgare. Per diventare guida non è necessaria la laurea, ma bisogna fare un percorso per ottenere la licenza, prima era competenza delle regioni, ma da qualche anno AIGAE, l’Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, ha messo a punto dei percorsi di formazione di 300 ore tenuti da guide esperte per avvicinarsi alla professione, a cui però è poi necessario affiancare l’esperienza sul campo, spesso collaborando con professionisti, per apprendere come condurre un gruppo, imparare a far entrare in relazione le persone con l’ambiente e riuscire a coinvolgere soprattutto bambini e ragazzi».

Chi è il turista che si rivolge a una guida naturalistica?

«L’offerta di questo tipo di turismo può essere variegata e andare da una singola esperienza fino a un intero soggiorno – chiarisce la guida – solitamente i turisti sono persone con una cultura medio-alta che vogliono approfondire le conoscenze di un luogo ma ci sono anche semplici interessati che sono sensibili alla storia e all’ambiente. Gli stranieri, ad esempio, in prevalenza conoscono già Venezia e ci vengono spesso, sono molto informati sulla città e vogliono scoprire ambienti che non siano quelli classici del turismo di massa e amano il contattoesclusivoche possono avere con la guida. A volte capita che i gruppi siano parte di associazioni e che vogliano conoscere non solo gli habitat della laguna ma anche quelli delle idrovie».

«Io nello specifico poi propongo di scoprire anche le attività che si legano al rispetto dell’ambiente e alla coesistenza fra uomo e natura – spiega – portando i visitatori a scoprire il lavoro degli artigiani e delle realtà locali, da quelle agricole e ittiche fino alle remiere. La risposta è sempre molto positiva perché le persone amano conoscere anche il vero volto di chi riesce a integrarsi con un luogo, facendo spesso un sacco di domande per la curiosità della scoperta. La mia clientela è molto varia, è sia italiana che straniera, io lavoro in prevalenza con tedeschi, inglesi e francesi, mi occupo di organizzare tutto il loro viaggio, collaborando con un’agenzia, mettendo insieme una proposta alla scoperta dei luoghi più significativi per incontrare la natura».

Cosa offre la laguna di Venezia per una visita naturalistica?

«L’offerta di questo tipo di turismo “lento” è arrivata in laguna tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 con l’esperienza della cooperativa Limosa che è stata attiva fino al 2020 e di cui ho fatto a lungo parte – racconta Castelli – avevamo parecchie persone che ci lavoravano ma purtroppo il blocco causato dalla pandemia ha costretto alla chiusura, così io ho aperto partita iva, come la mia collega Martina Raehr, per proseguire questa attività. Siamo entrambe accreditate AIGAE, questo ci garantisce una formazione continua e la presenza nella loro lista di guide autorizzate con licenza, che si trova anche nel loro sito suddivisa per regione e specializzazione».

«Quello che offriamo in laguna non ha solo una valenza naturalistica – conclude – ma si può andare anche alla scoperta delle tracce di antropizzazione che hanno integrato l’attività dell’uomo con la natura. E’ possibile poi creare itinerari tematici, come quelli legati all’avifauna, vista la varietà della presenza di specie in questo territorio. Anche se la laguna non è un parco o una riserva naturale ha una specificità caratteristica, tanto da essere un ambiente protetto a livello europeo (rete ecologica europea Natura 2000), attirando visitatori per le valli da pesca, i litorali sabbiosi, le barene e i siti UNESCO. Una fra le richieste che ci arrivano di più è quella di visitare questi luoghi in barca, noi usiamo un caratteristico “bragosso” dal fondo piatto adatto a muoversi nei fondali lagunari, ma abbiamo anche diverse prenotazioni per percorrere la laguna in bici, il giro della parte nord ospita la bellezza di 40km di pista immersa nella natura. Quindi in qualche modo la guida deve anche essere abbastanza allenata!».

Autore:

Iscriviti a GREEN&SALUS e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!