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La Procuratoria di San Marco per la prima volta stazione appaltante

Sono iniziati in Basilica i lavori di restauro finanziati dal Ministero dei Beni Culturali per 3,3 milioni che coinvolgono nartece e cappella del Santissimo

Sono partiti in Basilica a San Marco a Venezia i lavori di restauro che vedono per la prima volta la Procuratoria di San Marco come stazione appaltante. Gli interventi sono possibili grazie al finanziamento di 3 milioni e 300 mila euro assegnato alla Soprintendenza di Venezia dal Ministero dei Beni Culturali nell’ambito del Piano Strategico 2021-2023 “Grandi Progetti Beni Culturali”. L’iter operativo, che ha permesso l’inizio dei lavori per uno dei più grandi appalti d’Italia, si è svolto in tempi molto rapidi. Ci sono voluti infatti pochi mesi per assegnare il lavoro alla ditta veneziana Lares Restauri, scelta tra sette imprese selezionate tra le ventisette che avevano preso parte alla gara d’appalto. La ditta è affiancata dalla competenza della restauratrice Carla Tomasi, mentre a dirigere i lavori è l’architetto Mario Piana, Proto di San Marco.

La barriera vitrea

I lavori di restauro interesseranno nello specifico due zone della Basilica per un totale di 100 mq: si tratta dei rivestimenti lapidei dell’ala nord del nartece e delle decorazioni musive pavimentali della cappella del Santissimo Sacramento nel transetto sud. Porzioni della millenaria fabbrica pesantemente deteriorate a causa dell’Acqua Granda del 2019, in cui ora è possibile attuare lavori che non saranno vani visto che ora la Basilica è stata posta in salvo dalla minaccia dell’acqua grazie alla barriera in vetro temporanea che la circonda per difenderla dagli allagamenti della Piazza anche con maree inferiori a 110 cm, misura oltre la quale invece entra in funzione il Mose. Le operazioni di restauro andranno ad intervenire sul fenomeno di erosione dovuto alla risalita capillare dei sali provocato dagli eventi mareali e interesseranno marmi e mosaici con lo scopo non solo di arrestarne il processo di degrado ma anche di eliminarne le cause.

Il nartece

Un primo intervento riguarderà le lastre lapidee e marmoree che rivestono le pareti interne dell’ala nord del nartece, ovvero del portico d’ingresso. Qui si provvederà a smontare le lastre che a partire dalla seconda metà dell’Ottocento sono state oggetto di interventi svolti con malta Portland: <Un prodotto che ha fatto daponte all’acqua salmastra di risalita capillare che ha potuto raggiungere le lastre, innescando conl’evaporazione cicli ininterrotti di cristallizzazione salina che crea erosione e fessurazioni> spiega l’arch. Mario Piana. I rivestimenti, molto delicati perché sottili appena 3cm, verranno smontati per procedere alla desalinizzazione mediante immersione in acqua deionizzata. Sei saranno le vasche allestite in un’area di cantiere apposita in Piazzetta dei Leoncini. Si provvederà poi alla rimozione delle foderature che erano state applicate alle lastre per poi rimontarle senza uso di malte di allettamento.

La cappella del Santissimo

Altro intervento riguarda invece il tappeto musivo della cappella del Santissimo che presenta coppie di animali ed è contornato da una fascia di girali vegetali. Qui i lavori permetteranno di integrare e ricostruire vaste parti danneggiate in particolare dall’invasione mareale del novembre 2019, che ha causato la perdita di quasi 2 metri quadri di superficie. Il mosaico pavimentale verrà sottoposto a una impegnativaoperazione di distacco del tappeto centrale. Rovesciato quest’ultimo, verranno rimosse le malte compromessee ricollocati i tasselli musivi. Le sezioni distaccate di pavimentazione anche in questo caso verranno desalinizzate, mentre nell’area del pavimento verrà applicato uno strato impermeabilizzante per preservare il mosaico dall’acqua salmastra che impregna il terreno. <La ricostruzione del disegno perduto sarà possibile grazie al supporto di vecchie fotografie e di un precedente calco di carta dell’area. – ha specificato Piana -Quando non sarà possibile usare le tessere originali recuperate, verranno impiegate tessere lapidee e vitree dicolorazione leggermente attenuata così da lasciare traccia dell’intervento>. I lavori toccheranno marmi e mosaici che declinano la geografia della Serenissima: <Si interverrà su punti essenziali della Basilica, porzioni che presentano materiali provenienti da Carso, Istria, Carnia, Grecia e Turchia. Da questi si coglie l’idea civile e religiosa dello Stato che si andava formando> ha detto il Soprintendente di Venezia Fabrizio Magani, commentando il progetto che ha definito dinamico, lucido e amministrativamente preciso.<Finalmente i restauri interesseranno una parte della Basilica su cui era importante intervenire> ha sottolineato il Primo Procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin. I lavori, che vedranno lavorare in sinergia le maestranze della Basilica e quelle della ditta Lares, dureranno oltre due anni.

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