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La provvidenziale speranza nei dipinti di Cen Long

A Palazzo Querini a San Barnaba l’artista cinese espone una selezione di dipinti in cui molti sono i riferimenti al cristianesimo

Tanti sono i dolori e le preoccupazioni che l’uomo attraversa durante la vita, che però vanno affrontati con bontà, amore, resilienza e coraggio, ma soprattutto con speranza. Questo è il messaggio principale presente nella mostra “Seminare speranza” dell’artista Cen Long che è stata allestita in occasione della 60^ Biennale d’Arte a Palazzo Querini San Barnaba a Venezia, fino al 24 novembre, negli spazi della Fondazione Ugo e Olga Levi. L’esposizione, la più ampia di Cen Long mai realizzata in Italia, è a cura di Metra Lin, conservatrice a livello mondiale dell’opera artistica di Cen Long, e dell’architetto Laura Villani, curatrice del tour italiano dell’artista, ed è promossa dalla taiwanese Crux Art Foundation. Inoltre, in occasione della mostra è stato avviato insieme all’Accademia di Belle Arti di Venezia, di cui è direttore Riccardo Caldura, il concorso artistico “Seminare Speranza” che prevede che alcuni studenti del Laboratorio di grafica e incisione dell’Accademia realizzino un’opera grafica sul tema della speranza. Le opere realizzate saranno presentate durante la mostra e alcune di queste saranno selezionate per essere esposte a Taiwan insieme alle opere di Cen Long. Nato nel 1957 a Guangzhou, la più grande città costiera del Sud della Cina, Cen Long è cresciuto in un ambiente familiare stimolante: il padre Cen Jia Wu, celebre antropologo e storico, insieme alla moglie, l’intellettuale Feng Lai Yi, lo indirizzarono presto a studiare arte, filosofia e le tradizioni dell’Occidente. Molto famoso in Cina, l’artista ha influenzato molti suoi studenti, tra cui il pittore Zeng Fanzhi, che ora espone alla Scuola Grande della Misericordia (leggi qui). «Da vent’anni però – spiega Metra Lin, – ha lasciato la carriera accademica decidendo di vivere in totale solitudine in uno spazio abitato solo dalle sue tele, dai libri e dalla musica».

Valori universali

Cen Long nei suoi dipinti ritrae umili figure umane ed animali. Il suo approccio artistico consiste in uno stile semplice, pennellate sofisticate, composizione rigorosa, colorazione stratificata e solida. Il risultato è una pittura colma di mistero che, sui toni delicati del grigio e del beige, parla ad ogni fede senza essere collegata ad un credo, conferendo un significato profondo ad ogni opera per esprimere valori universali. Creando un ponte tra la pittura classica e quella contemporanea, in quest’epoca dominata da clamore e tumulti il maestro vuole contrappore un senso di serenità e silenzio, incoraggiando a ri-sperimentare l’estetica della tranquillità. «Cen Long è un artista filosofo, tutta la sua pittura è atemporale: non raffigura né personaggi, né epoche particolari, ma ogni quadro ha molte simbologie, sottese e profonde. – spiega Villani – Seppure nei suoi quadri coesistano più tematiche, la speranza è il grande tema conduttore della mostra». Le sue opere infatti mostrano scene di vita vibranti e pregne di spiritualità.

La vita è un purgatorio

I personaggi rappresentati nei dipinti del maestro cinese sono persone umili, intente nelle proprie dure attività lavorative, che affrontano la vita con fierezza. Nelle sue opere c’è infatti l’idea di un’umanità messa a dura prova che lotta, spera e crede. «Ritrae un’umanità sofferente e in cammino in sintonia con il pensiero di Dante Alighieri, secondo cui la vita è un purgatorio e la sofferenza un momento di introspezione» dice Villani. E lo stesso Cen Long per primo ha dovuto affrontare il purgatorio della vita, soprattutto nel cercare di superare il dolore per il suicidio del padre. Con la sua pittura Cen Long però vuole seminare speranza: «Quelle ritratte sono persone pinee di speranza, che sanno che bisogna lottare per raggiungere una condizione migliore e una meta superiore. Le prove della vita sono viste come un modo per progredire spiritualmente» continua Villani, sottolineando come queste figure, sofferenti ma determinate, credano in una sorta di provvidenza divina. Non a caso Cen Long è particolarmente sensibile al tema della natura e del creato, di cui l’uomo è parte e non padrone. L’oceano e i mari, in particolare, sono il luogo dove guidare la transizione ambientale.

Religiosità e cenni di cristianità

Cen Long conosce molto bene la cultura e la religione sia Orientale che Occidentale: «Nella sua pittura, pur non appartenendo ad alcun credo, è molto vicino alla religiosità, e molti sono i punti di contatto con il cristianesimo» dice ancora Laura Villani, sottolineando che la mostra crea un collegamento involontario con il prossimo giubileo che, intitolato “Pellegrini della speranza”, mette al centro il tema della speranza. Nei dipinti di Cen Long molti sono i riferimenti alla religione cristiana, a partire dall’opera “L’agnellino smarrito” che rimanda alla parabola della pecorella smarrita, o l’opera “Temporale” in cui un pastore protegge la sua pecora dalla pioggia, chiaro riferimento al tema cristiano del buon pastore. «Credo che l’umanità sia come l’agnello smarrito, costantemente disorientata e confusa, ma con l’amore di Dio che agisce come guida» afferma a tal proposito l’artista. L’opera “Seminando speranza” poi, pare riprendere l’iconografia con cui un tempo si raffigurava la fuga in Egitto della Sacra famiglia, dove però al posto dell’asinello l’artista ha rappresentato un bue. Inoltre, diverse sono le opere che si soffermano sul tema della maternità e che paiono richiamare una certa iconologia delle Madonne con bambino, ma anche le tante colombe rappresentate che rimandano al simbolo cristiano della pace. Tutte opere con cui Cen Long semina dunque speranza nel mondo, incoraggiando ad affrontare le sfide della vita e invitando a cercare la spiritualità nella quotidianità.

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