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L’arte è in tavola alle Gallerie dell’Accademia

Sono oltre 200 i manufatti in vetro per la tavola di Murano realizzati da 27 artisti, presentati in mostra in dialogo con il dipinto “Convito in casa di Levi” di Paolo Veronese.

Una tavola maestosa sulla quale sono esposti più di 200 manufatti in vetro per la tavola realizzati a Murano nel corso di circa cento anni, provenienti sia da collezioni pubbliche che private. È “Convito di vetro”, l’installazione site specific allestita fino al 3 novembre alle Gallerie dell’Accademia di Venezia che, in occasione della Venice Glass Week, hanno deciso di aprire di nuovo le porte al vetro muranese. La mostra è realizzata in collaborazione con Pentagram Stiftung e curata da Sung Moon Cho, storica dell’arte specializzata in servizi da tavola del ‘900.
La storia del vetro da tavola muranese, prodotto dagli anni Venti del Novecento a oggi, va in scena proprio su una tavola monumentale allestita davanti ad una tra le più celebri ed emblematiche scene di banchetto del Rinascimento veneziano: il telero “Convito in casa di Levi” di Paolo Veronese del 1573. L’opera, che era stata concepita per rappresentare l’Ultima Cena, cambiò titolo dopo essere stata oggetto di censura da parte del Sant’Uffizio, che accusò il pittore di eresia per aver trattato senza il giusto decoro il tema religioso. Nei dipinti veneziani rinascimentali, di cui alcuni notevoli esempi oltre all’opera di Veronese sono conservati alle Gallerie, si possono osservare diversi modelli, quali bicchieri, calici, brocche, caraffe, piatti, coppe e compostiere, che ispirarono all’inizio del XX secolo una rinascita estetica della produzione vetraria da tavola muranese.

L’arte del vetro a tavola

“Convito di vetro” ripercorre la storia moderna dei servizi da tavola muranesi, a partire dalla ripresa dei modelli classici all’inizio del XX secolo fino ai giorni nostri, analizzandone l’evoluzione dinamica. Murano, in particolare nei secoli XV-XVI, ebbe infatti un ruolo fondamentale nell’arte del vetro da tavola. Nella sala X delle Gallerie, dedicata proprio a Paolo Veronese, la tavola, coperta da una tovaglia bianca che richiama quella raffigurata nel dipinto del maestro, presenta più di 200 manufatti disegnati da 27 artisti e realizzati da varie fornaci muranesi nel corso del XX e XXI secolo. Si tratta non solo degli elementi principali di un servizio quali calici, bicchieri, caraffe, bottiglie e brocche, ma anche di accessori come vasi, coppe, candelieri, saliere, alzate, piatti e bomboniere. Le lastre di vetro su cui sono allestiti i servizi esaltano il riflesso e i colori scintillanti dei lavori in dialogo con il dipinto. Raggruppate in 32 servizi, le creazioni sono disposte sulla tavola in ordine cronologico: «Le opere sono state selezionate come esemplari rappresentativi per ciascun decennio» ha spiegato la curatrice Sung Moon Cho. «Un intenzionale omaggio a Paolo Veronese e alla collezione permanente del museoha detto il direttore delle Gallerie dell’Accademia Giulio Manieri Elia -, ma anche una riflessione, attraverso gli oggetti, sulla grande tradizione artistica, artigianale e industriale di Venezia».

Dalle forme semplici e sobrie alle geometrie e colori audaci

La prima sezione della tavola è dedicata alla V.S.M. Cappellin Venini & C., fondata nel 1921 dall’avvocato Paolo Venini e dall’antiquario Giacomo Cappellin, che vide come direttore artistico il pittore Vittorio Zecchin. Sono loro i protagonisti del primo movimento di modernizzazione e di una nuova linea di produzione. Sensibili al nuovo interesse per il linguaggio classico e consapevoli del cambiamento di gusto verso la sobrietà che stava dominando le nuove residenze borghesi, diedero vita ad un nuovo repertorio di servizi da tavola in vetro, dalle forme semplici e di grande raffinatezza, in un evidente richiamo alla tradizione vetraria e pittorica veneta del Cinquecento. I loro vetri sono soffiati in forme sottili, leggere, sobrie ed essenziali, con tonalità delicate e discrete: fumé, ambra, pagliesco, ametista, azzurro e verdognolo. Tra queste, il modello più emblematico è il cosiddetto vaso “Veronese”, proposto in quattro varianti. Il modello trae origine dal vaso con piede e collo allungato dipinto nell’“Annunciazione” del 1580 di Veronese, che Zecchin poteva ammirare alle Gallerie dell’Accademia, ancora conservato proprio in sala X. La sezione successiva è dedicata agli anni Trenta, periodo in cui il gusto evolveva verso forme più geometriche e massicce, nonché a colori vivaci e audaci, grazie all’apporto di Carlo Scarpa e Napoleone Martinuzzi che sperimentarono e reinventarono varie tecniche antiche di Murano come la pasta vitrea, l’incamiciato, il sommerso e la mezza filigrana, tecnica quest’utima visibile nel servizio esposto. In tavola spiccano anche il portacandele “Fungo” in vetro sommerso o corroso e una coppa interamente realizzata in pasta vitrea rossa.

Dal legame tra design e artigianato di Venini alla contemporaneità

Nei decenni successivi alla Seconda Guerra mondiale e fino agli anni Ottanta, la creatività di designer italiani e stranieri rivitalizzò la produzione di oggetti da tavola e la fornace di Paolo Venini, come mostra la terza sezione, svolse un ruolo pionieristico nell’instaurare un legame tra design e artigianato, collaborando con importanti artisti, architetti e designer milanesi come Gio Ponti e Massimo Vignelli, che crearono oggetti che ben si accostano agli arredi degli anni ’50 e ‘60. A collaborare con Venini tra gli anni ’50 e ‘80, in mostra anche l’americano Charles Lyn Tissot e gli scandinavi, che si affermarono nel mondo del design come punto di riferimento. La mostra rende omaggio anche ai vetri da tavola progettati dalla famiglia Venini, con opere del successore e genero Ludovico Diaz de Santillana e di Laura de Santillana, con il suo raro e unico servizio da tavola “Sei sensi”, mai mostrato finora in Europa. Per il periodo che va dagli anni ‘90 fino ad oggi, la mostra presenta artisti dai profili più diversi, che contribuirono a rendere attuali i servizi muranesi, contrassegnati dall’espressione più personale dei loro autori, che tendono ad allontanarsi dal puro funzionalismo ereditato dal mondo del design. Coesistono così diverse tendenze, come quella della sostenibilità e del riciclo dei materiali o della salvaguardia della tradizione dell’arte vetraria muranese. L’ultima sezione presenta designer come Stories of Italy, T Sakhi – Tara & Tessa Sakhi e YALI Glass, che realizzano oggetti adattati alle esigenze contemporanee. Lilla Tabasso e Bruno Amadi, infine, decorano il centro della tavola con fiori e verdure dalle forme realistiche, frutto della lavorazione a lume.

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