Logo Salus & Green

Lo sciacallo dorato è arrivato in provincia di Venezia?

sciacallo-dorato-provincia-di-venezia-lipu
Da segnalazioni arrivate alla LIPU Venezia e alcune tracce sembra che il carnivoro sia presente

Un paio di segnalazioni nel mese di gennaio 2024 hanno rilevato la presenza di esemplari di sciacallo dorato sulla Riviera del Brenta. Il predatore ha lasciato dietro di sé tracce del suo passaggio con delle carcasse di nutria, segno dei suoi pasti. La specie era già stata osservata nel Bosco di Mestre nel 2022 ma anche se non ci sono fotografie della sua presenza, dei testimoni oculari hanno descritto in modo chiaro alla LIPU Venezia le caratteristiche del carnivoro, facendo presagire che ormai l’animale sia presente in provincia.

C’è da preoccuparsi? Siamo sicuri che sia davvero questo quadrupede o non delle semplici volpi? Innanzitutto niente panico, lo sciacallo dorato o Canis aureus, è una creatura molto schiva, vive in gruppo ed è molto erratico, si muove in prevalenza di notte ed evita il più possibile il contatto umano, è più probabile rischiare di investirlo in auto che incontrarlo a quattrocchi. Perché si può essere quasi sicuri che non si tratti di volpe? Perché queste si cibano di nutrie piccole e non di esemplari adulti da 5 o 6 chili, inoltre si differenzia per una corporatura snella e un manto biondo-rossiccio.

Resti di una nutria probabile pasto di sciacallo dorato, foto di Giampaolo Pamio
Da dove arriva lo sciacallo dorato e che caratteristiche ha?

«Pensiamo che sia arrivato dalla Slovenia, facendo un giro largo attraverso il Friuli e poi sia disceso dal Cansiglio – spiega Giampaolo Pamio di LIPU Venezia – quello che fa muovere questi esemplari è il cibo, il fatto che nei nostri territori ci siano facili prede come il myocastor coypus, la comune nutria, è come un invito in un fast food per questi carnivori, che trovano una vittima facile e in abbondanza. Visto l’insuccesso delle politiche di contenimento di questi grossi roditori e i danni che creano ai nostri argini, paradossalmente lo sciacallo dorato potrebbe essere un valido aiutante per ridimensionarne la presenza».

Più grande della volpe ma più piccolo del lupo, oltre alla nutria l’animale si ciba anche di conigli, lepri, grossi ratti e occasionalmente di galline, ma ha una dieta molto varia che comprende anche frutta, insetti, uccelli e uova, rettili e anfibi. E’ comunque un mammifero molto adattabile, infatti ha trovato la sua nicchia ecologica nel nostro territorio. «Al momento non avrebbe antagonisti – aggiunge Pamio – e potrebbe contribuire alla riduzione di specie infestanti attirate dalla conformazione delle nostre aree agricole, essendo in cima alla catena alimentare non va assolutamente abbattuto, visto che è fra le specie protette che individua la legge 157 del 1992, per evitarlo siamo in contatto con le forze dell’ordine per ogni segnalazione che riceviamo».

Se dovessimo incontrare uno sciacallo dorato cosa fare?

«Il rischio di un incontro è praticamente nullo – spiega il dottor Silvio Soldati, Presidente dell’Ordine dei Medici Veterinari di Venezia – come per qualsiasi animale selvatico sono loro che normalmente evitano il contatto con l’uomo, scappano per trovare rifugio e nascondersi al minimo sentore della nostra presenza. Anche se ci si dovesse trovare a tu per tu, il consiglio è sempre quello di non provare ad avvicinarlo e di tenere al guinzaglio il proprio cane se si è in passeggiata».

Come qualsiasi altro selvatico se non si trova alle strette e nell’impossibilità di scappare, è sufficiente infatti cambiare strada per evitare un confronto ravvicinato. Non è portatore di particolari parassiti novici per l’uomo e nemmeno di malattie infettive come la rabbia, in Italia al momento eradicata. «Nel caso in cui si trovasse un esemplare in difficoltà – aggiunte il veterinario – la cosa migliore da fare è avvertire i carabinieri forestali o eventualmente un centro di recupero di animali selvatici (Cras), al massimo mettendo in sicurezza la creatura se ferita sul ciglio della strada, ma prima di fare qualsiasi intervento meglio coordinarsi con uno specialista».

Immagine di Flickr di aurelio candido
Il vero rischio dello sciacallo dorato per l’uomo… investirlo

«Lo sciacallo dorato si sposta lungo gli argini dei fiumi – spiega Pamio – passando per canali e invasi riesce a evitare le infrastrutture sparse sul territorio, in modo di poter spostarsi fra le sponde. Raramente può capitare che si avvicini ai limiti di qualche strada che costeggia un corso d’acqua ed è qui il vero rischio per l’uomo: investirlo. Oltre che per l’incolumità dell’animale anche per le persone alla guida, infatti il consiglio è quello di limitare la velocità quando si costeggia una via idrica».

In sintesi la LIPU Venezia raccomanda: «Come per tutti gli animali selvatici, evitare di fornire cibo e manifestare atteggiamenti confidenti, perché abituare l’animale alla presenza umana lo condannerebbe a morte certa, infatti diventando un presenza nella comunità non si sa come possano reagire altre persone in presa al panico. Ricordiamo in ogni caso che l’abbattimento volontario di questa specie costituisce un reato penale, oltre a fare un grave danno per l’ambiente perché questo carnivoro si pone in cima alla catena biologica tenendo sotto controllo il proliferare di altre specie. Per convivere con gli animali selvatici basta leggere e applicare le indicazioni ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), speriamo che lo sciacallo dorato non diventi vittima di disinformazione come accaduto con l’orso».

N.d.a. La foto di copertina è di Michele Mendi
Autore:

Iscriviti a GREEN&SALUS e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!