
«Lo scoutismo è nato come un movimento educativo e l’educazione rappresenta sempre un messaggio forte e attuale, ancora di più nel momento storico in cui viviamo». È una vita dedicata al mondo scout, quella di Marino Piazzalonga, fatta di valori e di un servizio prezioso che continua a portare avanti, instancabile, insieme al gruppo Masci dei Frari di cui fa parte. Una realtà nata ufficialmente nel 1997, aderendo al movimento nazionale. «In verità – racconta Marino, veneziano, oggi 74enne in pensione – avevamo iniziato ad incontrarci già due anni prima, nel ‘95, in occasione del cinquantesimo anniversario di fondazione dello scoutismo ai Frari. Un giorno ci siamo ritrovati a ragionare sull’eventualità di fondare una comunità di adulti scout e, dopo due anni, siamo partiti ufficialmente». Circa trent’anni di cammino, all’interno di un gruppo che rientra nelle quattro comunità Masci del centro storico veneziano, insieme a quella di Castello, Murano e Lido. «E da poco tempo siamo collegati anche a quella di Mestre e di Marghera. Tenuto conto dei quattro gruppi presenti nella città antica, arriviamo ad una sessantina di componenti complessivi». Tredici quelli attuali ai Frari, quest’anno in prima linea per celebrare i suoi ottant’anni di scoutismo, ossia di fondazione.
«Ogni dieci anni è tradizione riscoprire il gruppo scout dei Frari e festeggiarlo attraverso una serie di iniziative. Così avverrà anche nel corso del 2025: a settembre verrà organizzata una mostra fotografica, poi avremo in programma pranzo comunitario, conferenze e incontri. Abbiamo invece già preparato un campo proprio ai Frari, montando un palco e proponendo l’alzabandiera che partiva dalla torre campanaria fino a giù, tendendo una fune. È seguito il rinnovo delle promesse. Un momento svoltosi all’aperto, coinvolgendo anche la cittadinanza che passava per di lì, per ricordare la nostra realtà». A settembre sarà invece organizzata la festa conclusiva. Mentre racconta il mondo scout dei Frari, Marino trasmette la passione e il coinvolgimento per una realtà a cui ha iniziato a far parte a soli 14 anni. «Lo scoutismo fa ormai parte della mia vita ed è così anche per tanti altri», conferma lui, che non ha mai mollato il gruppo se non per quella che ironicamente definisce una «breve pausa di riflessione». I tredici membri del Masci dei Frari, in grossa parte frequentano l’omonima parrocchia o comunque quelle che fanno parte della collaborazione pastorale comprendente anche San Polo, Tolentini e San Pantalon. «L’età è un po’ avanzata – scherza Marino, che nella sua vita ha lavorato per la Soprintendenza –. Il componente più giovane ha una sessantina d’anni e ci sono anche novantenni in gamba: padre Sergio Zanchin, nostro assistente ecclesiastico, ne ha 92. Della prima comunità, siamo rimasti oggi in tre; oltre a me, Marco Frison e Lucia Stefanuto. Qualche anno fa ci siamo poi uniti con un altro gruppo, sempre dei Frari, che però aveva la sua sede alla Salute, negli spazi del Seminario patriarcale».
La comunità Masci di cui fa parte Piazzalonga si riunisce in media due volte al mese, il venerdì, giornata dedicata ad un incontro “normale”. «Nell’arco dell’anno svolgiamo poi una serie di attività: dal servizio rivolto alla parrocchia, in occasione del pranzo comunitario di inizio e fine anno o durante il periodo del Carnevale, fino a raccolte fondi e mercatini per sostenere l’Aism – spiega Marino – o in vista della Giornata della vita, come pure per le collette alimentari». Ma quanto è valido, ancora oggi, il messaggio scout fra i giovani? «Il messaggio che lo scoutismo porta con sé, trasmette il recupero di determinati valori umani, della convivenza e del rispetto, che al giorno d’oggi sembrano essere messi un po’ da parte – osserva Marino –. È sempre valido, importante da testimoniare. Senza dimenticare il fatto di mettersi al servizio del prossimo, di dedicare il proprio tempo agli altri, specie alle persone più in difficoltà. Lo scoutismo aiuta a guardarci intorno con occhi diversi, cercando di andare oltre le apparenze». Per Marino è fondamentale non limitarci a focalizzarci solo su noi stessi, ma guardare e prestare attenzione anche al bisogno di chi ci sta accanto. «Questo è fondamentale. Mi pare che il nostro gruppo scout sia ancora in grado di attrarre i giovani, poi chiaro, anche lo scoutismo vive i problemi e le difficoltà del nostro tempo. A Venezia, quando era capo scout io, negli anni Ottanta erano presenti una decina di gruppi in tutto il centro storico, mentre ora sono 6. Lo spopolamento a cui la città sta assistendo, chiaramente pesa in tal senso. Nonostante tutto, però, una realtà come quella degli scout è ancora molto sentita».
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