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Lo strano fenomeno: bimbi grassi, eppure “non mangiano niente”

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di Andrea Passarella, pediatra a Marcon

È il ritornello che si sente da quando non ci sono più problemi per portare il pane in tavola: «Questo bambino non mangia abbastanza…» o niente, o poco, a seconda dell’ansia della mamma e della nonna. Eppure, un bambino su 3 in Italia è sovrappeso e uno su 5 è obeso. Vediamo di capire come mai la genetica, mi si passi il termine, vince sull’evidenza.

La mamma, di qualunque specie di mammifero noi stiamo parlando, ha un solo fine in testa: il proseguimento della specie. Quindi il cucciolo, il bambino nel nostro caso, deve mangiare. Generazioni di mamme hanno dovuto fare i conti con carestie, guerre, povertà e qualunque situazione che abbia comportato pericolo per la sopravvivenza dei figli. Ancora adesso in molte regioni del mondo “grasso è bello”, come sinonimo di ricchezza e quindi di alimentazione più che sufficiente.

Immagine di jcomp su Freepik
Crescita del bambino e alimentazione

Nella nostra società l’unico vero pericolo noto nel processo di procurarsi il cibo (leggi: fare la spesa al mercato o supermercato) è la caduta del piccolo dal carrello della spesa. Eppure: «Questo bambino non mangia niente».

Vediamo, allora, di mettere alcuni punti fermi. Il bambino mangia per quanto cresce: dopo la crescita esplosiva del primo anno – in cui, più o meno, triplica il peso alla nascita – la crescita rallenta. Un bambino di quattro anni non pesa tanto di più di un bambino di tre anni, quindi ha bisogno di mangiare di meno.

Immagine di Freepik
Il fabbisogno calorico del bambino da 0 a 3 anni

Quanto di meno? Diamo un po’ di numeri: il lattante ha bisogno di 100-110 chilocalorie per chilogrammo (Kcal/Kg), il bambino di 2-3 anni di 80 e così a scendere fino all’adolescenza, in cui le richieste aumentano. Tutti sappiamo quanto può mangiare un adolescente maschio e soprattutto come…

Quindi un bambino di 2-3 anni, che pesa 13-15 chili, ha bisogno di circa 800-1000 chilocalorie al giorno. Un biberon di latte ne contiene circa 180: ci sono bambini di tre anni che vanno anche a 2-3 biberon al giorno, e sono 500 Kcal… Cos’altro devono mangiare? Poco, o niente, per l’appunto. Togliamo il biberon – di cui il bambino non ha assolutamente bisogno, ma che è tanto comodo per la mamma – e avremo un bambino che mangerà qualcosa di più.

Impatto sulla crescita di un'alimentazione neonatale ipercalorica

Ma il danno è stato fatto: quando verso i 4-6 anni il bambino scopre che ci sono gusti interessanti, e non solo i dolci, mangia un po’ di più. È a quel punto che le mamme e le nonne si scatenano con porzioni da adulto. A questo si aggiunga la scomparsa dei cortili, del gioco non strutturato e la comparsa dei videogiochi e la frittata è fatta.

Abbiamo bambini grandini, ciclo delle elementari e medie, che sono affascinati dalle consolle (e lo saremmo stati anche noi, baby boomers degli anni Sessanta) e molto meno dalla corsa e dal salto al freddo con gli altri. Bambini che, poi, hanno a disposizione in casa qualsiasi forma di merendina e cibo in abbondanza.

A quel punto scatta il delirio: bisogna mettere a dieta un bambino che non mangia niente eppure è grasso. Dal nostro punto di vista, quello dei pediatri, la sconfitta è assicurata, a meno che non si riesca a cambiare lo stile di vita della famiglia nel suo complesso. Ma la battaglia è impari: guardate il palinsesto delle televisioni, la schizofrenia impera. I cooking show si moltiplicano – sempre presente il dietologo in qualsiasi talk show – e dilagano le nuove diete e i superfoods, i super cibi, dalle bacche di goji ai semi di chia, ricchi di nutrienti e di slogan. Eppure i bambini, grassi, continuano a non mangiare niente…

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