
Fin dall’antichità l’uomo ha dovuto reagire a situazioni di stress con l’obiettivo principale di proteggersi dal pericolo insito nell’affrontare e superare un ostacolo. Lo stress, insomma, è da sempre fedele compagno dell’umanità. Anche noi uomini moderni viviamo oggi momenti di stress di varia natura che ci costringono a uno “stato di allerta” che coinvolge tutto l’organismo. Questa meravigliosa struttura che viene definita come “sistema stress” è utile ed efficace per permetterci di adattarci a stimoli esterni (ed interni) che agiscono sul nostro corpo.
Alcuni studi, fin dagli anni Sessanta, si sono occupati in particolare dello stress cronico, tipicamente quello psichico, e dei possibili risvolti sulla salute orale. Questi studi hanno messo in evidenza come alcune delle patologie orali più frequenti, importanti e meglio conosciute – la carie, ad esempio, o i problemi dei tessuti di sostegno dei denti (le parodontiti) – siano fortemente correlate allo stato stressogeno. Negli anni seguenti, Ottanta, Novanta e Duemila, poi, sono stati chiariti i meccanismi che sono alla base di questa corrispondenza.
La reazione ad uno stress esterno, pensiamo ad esempio alla paura, determina una reazione di difesa basata sulla secrezione principalmente del cortisolo e delle catecolamine, ormoni che agiscono sull’infiammazione e sulla regolazione dello stress. Se ci troviamo in una situazione di stress cronico, come nella recente pandemia o a causa delle guerre, si palesa una cortisolo-resistenza che permette all’infiammazione di divenire sistemica, situazione che favorisce tutte le patologie cronico-degenerative comprese quelle orali.
Tale stato di stress cronico, poi, condiziona anche lo stato immunitario che, detto in maniera molto semplice e comprensibile, consta di più tipi di risposta immune: a noi interessano in questi casi la Th1 e Th2. La prima è risolutiva per le infezioni, mentre la seconda è dannosa perché produce una risposta infiammatoria cronica, inefficace, tipica di molte patologie orali – come le parodontopatie – e si accompagna a livelli alti di cortisolo. Ovviamente entrano in gioco anche altre sostanze e altri ormoni, ma di cui qui non parliamo.
Come ricordato, anche alti livelli permanenti di catecolamine contribuiscono alla distruzione dei tessuti di sostegno dei denti, concorrendo al mantenimento della risposta immune Th2 e dunque favorendo la risposta infiammatoria cronica. In questi periodi di stress, inoltre, si tende ad esagerare con le abitudini viziate quali ad esempio il fumo o la cattiva nutrizione con tutte le deleterie conseguenze nel cavo orale (e sistemico).
La conseguenza è immediata: in questi casi, infatti, solo per fare un esempio, la terapia parodontale, cioè la cura dei tessuti di sostegno dei denti, non vede sostanziali miglioramenti. Quindi all’azione clinica dell’odontoiatra deve seguire la rimozione di queste cattive abitudini. Purtroppo nei periodi di stress cronico le strade da percorrere per giungere alla soluzione del problema sono più difficili: anche se tutte le cause di stress cronico svanissero all’istante, infatti, nella maggior parte dei casi dovremmo fare i conti con lo stato ansioso cronico che nel frattempo avremo sviluppato. E allora come uscirne?
Esiste un altro termine che si accompagna a quello di stress ed è Coping, che semplicemente significa “cavarsela” (Richard Lazarus, 1966), con cui si indicano tutte le strategie che l’uomo mette in atto per fronteggiare una situazione stressante. La difficoltà nasce dal fatto che ci ritroviamo a dover gestire una situazione difficile e spesso dolorosa protratta nel tempo e con ricadute sulle emozioni. Dobbiamo, insomma, trovare un modo per adattarci a una realtà così complicata e allora cerchiamo di liberaci del problema – coping attivo – e della sofferenza da questo creata, coping passivo.
Poiché questi quasi sempre coesistono e non sempre possiamo intervenire attivamente sul problema (torniamo a pensare alla pandemia o alle guerre…) entrambi devono essere affrontati. Quindi nei periodi di stress cronico, in cui poco possiamo agire per eliminare il problema, onde evitare l’insorgenza di patologie croniche sistemiche ed orali, resta una sola cosa da fare: attuare una scrupolosa prevenzione orale e cercare di ridurre al minimo, se non eliminare del tutto, le cattive abitudini.
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