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Masticare bene: una buona arma contro l’Alzheimer

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di Giuliano Nicolin, dentista Mestre

La popolazione invecchia sempre di più: secondo gli ultimi dati dell’Istat, relativi al 2023, le persone con più di 65 anni in Italia erano 14 milioni e 177 mila, cioè il 24,1% del totale. Detto in un altro modo: quasi un quarto della popolazione italiana, oggi, ha 65 anni o più. E il dato non è destinato a diminuire, anzi, è in continua crescita: negli ultimi 20 anni gli over 65 sono aumentati di oltre 3 milioni.

Con gli anni che aumentano cresce anche la probabilità di sviluppare un decadimento cognitivo che porta progressivamente a perdita di memoria, difficoltà di ragionamento e progressiva riduzione delle interazioni sociali.

Immagine di gpointstudio su Freepik
Le cause che favoriscono il decadimento cognitivo e l'Alzheimer

Sono molte le ragioni che portano a una progressiva riduzione della prestazione mentale, ma oramai numerosi studi indicano un’associazione stretta tra l’assenza dei denti, il decadimento cognitivo e il rischio di sviluppare una demenza.

Non sono ancora chiare le cause di questa correlazione, ma alcune ricerche sembrerebbero suggerire che avere meno denti, e quindi masticare meno, possa comportare una riduzione del flusso di sangue al cervello, con una compromissione della sua funzionalità. Quando si invecchia la forza della masticazione si riduce, i muscoli della bocca si indeboliscono e così i denti cedono.

Foto di Michelle Zallouaa da Pixabay
Uno studio mette in correlazione masticare e sviluppare l'Alzheimer

Un’importante ricerca portata a termine qualche anno fa dal Karolinska Institutet di Stoccolma sembra confermare questa ipotesi. In un campione di 557 persone di 77 anni e oltre si è visto che una maggiore difficoltà a masticare si traduce in un rischio aumentato di sviluppare un decadimento cognitivo e una demenza. Questa correlazione non risulta influenzata da altri fattori come l’età, il sesso, il livello di educazione e lo stato di salute complessivo della persona.

Questo studio è interessante non solo perché suggerisce quanto importante possa essere la cura dei denti, soprattutto in un’ottica futura, ma anche perché è un ulteriore conferma di come le malattie che ci colpiscono in età avanzata siano multifattoriali, dipendano cioè da molteplici fattori spesso lontani dall’organo oggetto della malattia.

Cosa centrano, verrebbe da chiedersi, le cellule del cervello che si deteriorano un po’ alla volta, con i denti e la salute orale? Eppure… Le statistiche parlano chiaro e dicono che in Italia circa il 24% della popolazione adulta – ossia almeno 12 milioni di persone – ha perso uno o più denti. Secondo l’ultimo rapporto OMS del 2023, 6 milioni e 300 mila italiani sopra i 20 anni non hanno denti o gliene restano al più 8 su 32.

Prendersi cura dei denti, per difendersi dall'Alzheimer

Denti e mascelle efficienti, insomma, conservano giovane il cervello, mantengono coscienza di sé e la voglia di vivere. Una buona salute orale garantisce il benessere generale, migliora la qualità della vita, lo stato cognitivo e l’integrazione sociale e familiare.

Appare quindi sempre più necessario che gli anziani si prendano cura dei loro denti, attraverso una accurata igiene personale domiciliare e professionale. Andare regolarmente dal dentista e curare da subito le patologie orali che possono portare alla perdita dei denti, la parodontite ad esempio o la carie, contribuirà alla loro salute. Anche mentale.

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