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Medici a Venezia: è boom grazie alla campagna di comunicazione

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L’iniziativa è diventata virale e ha raggiunto tutto il mondo

Da problema a opportunità. E’ questo il cambio di prospettiva che ha assicurato il successo a una campagna di comunicazione tra le più efficaci e diffuse all’estero tra quelle che hanno coinvolto Venezia negli ultimi anni: ovvero quella per il reclutamento di nuovi medici di base a cura dell’ULSS 3 Serenissima. Da un’idea tanto semplice, quanto efficace, lanciata a inizio luglio, l’iniziativa ha avuto talmente successo che dopo solo tre settimane le attività sono state sospese perché l’obiettivo era stato ampiamente superato.

«Tutto è nato dalla richiesta disperata dei colleghi delle altre funzioni dell’azienda, molto preoccupati per gli elevati pensionamenti previsti in centro storico senza un ricambio dei medici» – raccontano dall’ufficio stampa dell’ULSS 3, che ha ideato la campagna – «Il rischio era di lasciare interi sestieri della città sguarniti di presidio sanitario per i cittadini. Così abbiamo pensato, perché comunicare un problema, ovvero la mancanza di sanitari, quando potevamo raccontare l’opportunità unica di essere un dottore a Venezia? La risposta ha superato le nostre aspettative, abbiamo ricevuto più di 350 curricula in poche settimane da tutto il mondo».

La genesi della campagna per la ricerca dei medici

«L’idea di base con cui abbiamo confezionato il messaggio principale non era solo quella di venire qui per curare gli altri, ma quella di “farsi curare” in qualche modo dalla città stessa, vivere così in modo inedito la professione del medico» – raccontano dallo staff della comunicazione – «Una chiamata al mondo interno, data la portata internazionale di Venezia, riassunta nello slogan “Dottoressa/dottore, la città più bella del mondo ti aspetta».

«Per riassumere questo concetto di luogo a misura d’uomo, abbiamo pensato di raffigurarlo sproporzionato al cospetto di un medico che si aggira per le calli con il suo stetoscopio, letteralmente per curare e imparare a “sentire” la città» – aggiungono – «Per questo scopo ci siamo affidati alla creatività del talentuoso e pluripremiato illustratore Lucio Schiavon, che con il suo riconoscibile tratto ha dato un’identità visiva personale al materiale di comunicazione».

«Avevamo bisogno però di un effettowow”, qualcosa che ci ha permesso davvero di far diventare virale la campagna in tutto il mondo» – confessano dall’ufficio stampa – «Un’idea abbastanza folle che inizialmente la Soprintendenza ai Beni Culturali ci ha bocciato, salvo poi ricredersi, ma che è stata sposata e difesa con coraggio dalla dirigenza dell’ULSS 3 Serenissima dall’inizio, ovvero usare la facciata dell’ospedale civile SS. Giovanni e Paolo come una tela per proiettare le animazioni delle illustrazioni create da Schiavon».

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Una campagna che ha fatto il giro del mondo

«Abbiamo lavorato su una superficie ricca di elementi architettonici e sculture, è stato molto complicato, ma con la collaborazione del personale che gestisce la Scuola Grande di San Marco, abbiamo scoperto che la storia di quella facciata era strettamente collegata al tema della cura, era come se fosse già tutto scritto, la vera sfida è stato inserire le immagini rispettando la complessità delle forme» – aggiungono – «Così, siamo riusciti a creare una sintesi fra storia e modernità, per lanciare un messaggio che ha fatto il giro del mondo a partire dalla proiezione di lancio della sera del 7 luglio».

«Quello che ci ha più sorpreso è stato che dopo la presentazione iniziale la campagna si è auto-alimentata attraverso il passaparola e la ripresa dalla stampa nazionale e internazionale» – spiegano non senza sorpresa dall’ULSS 3 – «Abbiamo acquistato una pagina promozionale su uno dei principali quotidiani italiani e qualche testata locale, ma il resto è tutto spazio che abbiamo guadagnato in modo gratuito attraverso servizi e articoli giornalisticicomparendo anche sul Times di Londra».

«Avevamo previsto di coinvolgere anche un’influencer locale a livello collaterale, così Carlotta Berti ha realizzato un reel per Instagram, un breve video in cui ha creato una sorta di mini-spot per rafforzare il messaggio della campagna» – chiariscono dalla staff della comunicazione – «Il budget che avevamo previsto è risultato superfluo, sono bastati un comunicato stampa, un messaggio che ribaltasse la prospettiva e un evento ben studiato per far sì la notizia facesse il giro del mondo, tanto che a due settimane dal lancio abbiamo chiuso le selezioni per l’arrivo di richieste molto superiori ai posti disponibili».

L’iter di selezione e i risultati ottenuti

«La soddisfazione più grande come ULSS3 non è stata solo quella di arrivare più lontano di quanto potessimo immaginare, ma di dare una risposta all’esigenza pratica della cittadinanza, trovando una soluzione a un problema concreto» – chiariscono i membri del team – «Di fronte allo scenario di perdere 10 medici di medicina generale in due anni per pensionamenti senza ricambi, oltre alle iniziali 234 candidature, se sommiamo anche quelle arrivare dopo le prime due settimane, siamo a più di 350 richieste per venire a fare il dottore a Venezia».

Oltre che dall’Italia sono arrivate richieste da Europa, Nord e Sud America, Africa e Asia. «Alcuni medici hanno curriculum sorprendenti, molti sono “cervelli in fugaitaliani di ritorno» – spiegano dall’ULSS3 – «Altri sono professionisti che vorrebbero venire a Venezia perché abbiamo proposto loro un’esperienza unica, tanti sono under 40 che vedono la nostra città come un trampolino di lancio e altri sono prossimi alla pensione e vorrebbero coronare il sogno di terminare una brillante carriera in laguna, fra le richieste sono arrivate anche 60 candidate iraniane, molto qualificate, che cercano di scappare dal nuovo regime nel Paese».

«Venezia si è venduta da sola» – aggiungono – «Gli unici incentivi offerti erano un aiuto nei primi mesi per l’alloggio e la ricerca di un canone agevolato per l’ambulatorio, chi ha scelto di candidarsi l’ha fatto per la proposta di qualità della vita, visto all’inizio il contratto è a tempo determinato. Nella graduatoria sono stati selezionati i medici che potevano essere immediatamente inseriti in ruolo, come il giovane Sebastiano Bianchi, ma terremo in considerazione tutte le candidature per l’intero territorio di competenza dell’ULSS, smistando per le varie specializzazioni, con l’auspicio di condividere queste professionalità anche con le aziende sanitarie vicine».

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