Durante le festività natalizie del 2023, la mensa popolare di Ca’ Letizia di Mestre ha registrato un numero continuo di partecipanti come nel corso dell’anno. Nel giorno di Natale gli ospiti hanno ricevuto un dono di prodotti per l’igiene personale, offerti dal Patriarca.
«A differenza degli anni precedenti – afferma il responsabile Stefano Bozzi – mentre sotto Natale registravamo un calo delle presenze, abbiamo notato un numero di partecipazioni costante». Questo fenomeno è dovuto soprattutto al numero di persone straniere che in passato, durante le festività, tornavano nel loro paese d’origine, mentre oggi rimangono in Italia.
Inoltre, dall’estate si è manifestato un incremento significativo nel numero di persone che frequentano la mensa, passando da circa 80 utenti a un attuale conteggio che oscilla tra 100 e 110 persone in situazioni di disagio economico. L’aumento è dovuto soprattutto agli stranieri; sono spesso migranti accolti nei centri di accoglienza. «Magari queste persone escono dalle strutture e vengono a mangiare da noi», racconta il responsabile della San Vincenzo mestrina, che gestisca Ca’ Letizia. «Solitamente provengono dal nord Africa e sono musulmani. Questo ci invita a metterci in gioco proponendo menù pensati apposta per loro».
Il fenomeno più evidente è la varietà delle persone presenti, con la comparsa di volti sempre nuovi. Risulta un compito fondamentale riuscire a interagire con loro, ma è un obiettivo prioritario che Ca’ Letizia si impegna a raggiungere.
Per riuscire ad aiutare le persone a 360° Ca’ Letizia in collaborazione con il centro di ascolto Caritas, da più di un anno invita i suoi frequentatori ad un colloquio conoscitivo. «Questo ci ha permesso di scremare gli individui che frequentano la mensa riuscendo a conoscerli per poterli aiutare in base alle loro esigenze personali», spiega Stefano Bozzi.
Pertanto, dopo il colloquio viene rilasciata una tessera per accedere ai diversi servizi proposti.
Attualmente si sta osservando un incremento che la struttura attribuisce all’estrema variabilità delle persone presenti. «Molti appaiono ogni sera per la prima volta», descrive il responsabile. «Ma noi non ci limitiamo a riempire una pancia. Cerchiamo di conoscere le persone per capire i loro bisogni lavorativi o di alloggio e aiutarli come possiamo».
La mensa è aperta ogni sera tutto l’anno dalle 17.15 alle 18.15.
Per capodanno e Natale viene servito un menù dedicato, solitamente a base di verdure, pollo e tacchino.
«Nel corso degli anni abbiamo costruito una rete di relazioni con ii supermercati», racconta Stefano Bozzi. «Andiamo ogni giorno a ritirare con il furgone prodotti buoni e con quelli per tutto l’anno riusciamo ad essere autosufficienti».
Sebbene sotto Natale la gente sia più disposta a fare volontariato, purtroppo la generosità in denaro è invece diminuita molto.
Tuttavia i volontari sono diversi, soprattutto tra i giovani che vengono invitati a fare diverse esperienze all’interno della mensa. «Da anni con le scuole superiori di Mestre abbiamo fatto una convenzione per la formazione di crediti», spiega Bozzi. «Alcuni studenti dei licei Bruno e Franchetti vengono a fare servizio tutto l’anno, è un’esperienza bella sia per loro che per noi».
La mensa della San Vincenzo si pone due scopi ben precisi guardando al futuro: da un lato infoltire e ringiovanire un po’ il gruppo di volontari, dall’altro riuscire a sensibilizzare di più la città. «Abbiamo bisogno di rilanciare la nostra immagine per far capire alle persone che facciamo davvero del bene», conclude Stefano Bozzi.
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