Logo Crux

Mestre il nuovo volto della carità in parrocchia

parrocchia-san-orseolo-mestre
San Pietro Orseolo: dai soldi alle relazioni, la svolta della carità
«Noi ci siamo», assicurano sulla locandina della parrocchia. È un segno intanto. La comunità di S. Pietro Orseolo, a Mestre, non l’ha improvvisato. Lo sta costruendo in questi mesi, con quell’impianto sperimentale che deriva anche dalla particolare stagione dell’anno in cui ci troviamo, con la sospensione e il naturale allentamento di tante attività.
L’incaricato che segue il progetto è Franco Bonaldi: «Siamo partiti in gennaio. Il nostro parroco, don Corrado Cannizzaro, ci ha chiesto se si poteva fare qualcosa per la carità in parrocchia. Ne abbiamo discusso in assemblea, peraltro raccogliendo un’istanza, già avanzata in particolare lo scorso ottobre, sul tema del servizio. Abbiamo poi svolto una sommaria indagine, in cui ciascuna delle venti e più persone che sin da subito si sono rese disponibili ha dato un riscontro sulle povertà più evidenti nel suo circondario».
Le aree di intervento: anziani e giovani
La ricerca si è presto concentrata su due ambiti: gli anziani, con la problematica della solitudine, e i giovani: oltre allo spaziostudio in patronato, cosa si potrebbe fare per loro, e per le loro famiglie? «Non è che prima non ci fosse alcuna risposta a queste emergenze – spiega Bonaldi – ma era di tipo prettamente economico e assistenziale: un centro d’ascolto Caritas, prima del covid, per venire incontro ai bisogni di lavoro o di altre “cose”».
Ora, invece, si vorrebbe intervenire soprattutto sulla povertà delle relazioni e del tessuto sociale: «La vera sfida è quella di andare oltre un semplice e personale volontariato per arrivare ad una comunità che abbraccia il prossimo come Gesù continua a fare ogni giorno». Procedendo comunque per piccoli passi: «In particolare, per gli anziani, vorremmo integrare le proposte ludiche già esistenti con iniziative dal segno più chiaramente cristiano».
Il piano delle attività da luglio 2023

Così all’inizio di luglio è partito l’annuncio. Duplice: verso i potenziali utenti, la richiesta di presentare il bisogno personale a uno sportello virtuale (un numero di telefono e un indirizzo mail); e, specularmente, verso i potenziali volontari… l’invito a farsi vivi.

«Poi vediamo cosa si potrà fare: un po’ di compagnia, l’accompagnamento da qualche parte, la spesa, assistenza informatica o consulenze, o altro ancora». Il tempo più propizio per lavorare sul progetto sarà settembre, quando «pensiamo di rilanciare bene il messaggio: i vari gruppi riprenderanno a trovarsi e potremo provare a coinvolgerli assieme per questo obiettivo».

Autore:

Iscriviti a CRUX e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!