Torna a Venezia, dopo numerosi successi all’estero, la giovane e talentuosa cantante lirica veneziana Miriam Albano, vincitrice di numerosi concorsi internazionali e fino al 2019 solista alla Wiener Staatsoper. Albano mercoledì 12, alle 20, sarà alle Sale Apollinee del Teatro La Fenice di Venezia per il cartellone di Musikàmera in un recital in cui sarà accompagnata al pianoforte da Stephan Matthias Lademann. La voce di Miriam è in continua crescita, la sua ampia gamma vocale infatti le permette di muoversi liberamente tra il mezzo soprano e il soprano, abbracciando un repertorio eclettico che spazia dal barocco ai giorni nostri. La cantante è sempre rimasta toccata dal duetto tra Aida e Amneris ma non ha un’opera preferita, le piace approfondire diversi linguaggi. Dopo aver iniziato molto giovane con ruoli da mezzo soprano lirico, che si sono adattati alla sua fisicità e dove ha amato dare voce e corpo anche a parti maschili, da tempo Miriam per via del maturare dell’esperienza e del mutare del proprio corpo ha sentito di poter sviluppare il suo repertorio per affrontare ruoli da soprano, tanto che a marzo ha debuttato a Berlino con “Iphigenie en Aulide” di Gluck, e ora sarà presente a Venezia con un ulteriore repertorio.
I brani che Albano canterà alle Sale Apollinee hanno una potenza armonica e strutturale racchiusa in poche pagine. Il programma si aprirà con una selezione di canzoni di Johannes Brahms appartenenti a diverse raccolte: «Canterò lieder tra i diamanti più belli del repertorio di Brahms che non si ascoltano spesso – spiega la cantante – Il mio intento è fare in modo che le persone si emozionino e restino curiose senza farsi condizionare dalle barriere linguistiche». Il concerto proseguirà poi con il ciclo “Frauenliebe und Leben”, ovvero “Vita e amore di donna”, di Robert Schumann, in cui una donna parla delle emozioni dell’amore, composto nei primi mesi del matrimonio con l’amata Clara, come una sorta di dono nuziale. Seguiranno liriche per voce e pianoforte di Giacomo Puccini: «Vogliono essere il mio omaggio al compositore nel suo centesimo anno dalla morte. – aggiunge Albano – Le piccole composizioni di Puccini hanno uno stile di linguaggio che si trova poi nelle opere liriche più importanti, come se ne fossero una prima stesura». La conclusione del concerto è affidata a “Venezia”, raccolta di sei canzoni scritte in dialetto veneziano e in francese da Reynaldo Hahn: «Il compositore celebra la città attraverso l’acqua e le voci dei bambini che corrono nei campi. Proprio una canzone comincia dicendo “Non correte puti” – spiega la cantante – Spero di trasmettere al pubblico tutto questo, che a Venezia va preservato, compresa anche la sensazione di una persona che al crepuscolo cammina sui masegni in totale connessione con la città» dice Albano, che alla Fenice ritrova le sue radici, felice di tornare a cantare a Venezia.
Nata da padre violinista e madre pianista, Miriam, classe 1991, scopre la passione per il bel canto a sei anni: «La musica lirica mi venne incontro quando trovai a casa dei cd con spezzoni della Carmen, della Traviata e della Bohème interpretati tra gli altri da Maria Callas, Anna Moffo e Giuseppe Di Stefano. «Mi appassionai subito. Dopo aver finito i compiti mi piaceva accendere lo stereo e ascoltare l’opera. Mi piacevano le voci, la grande energia e turbinio di emozioni che suscitavano. L’opera può toccare tante persone diverse, compresi bambini e gente non acculturata, basta essere curiosi. Il primo impatto infatti non è intellettuale ma emotivo» racconta Miriam, che però non intraprese subito lo studio del canto, visto che dai sei anni studiò violino per molto tempo. Lo studio della voce in modo professionale iniziò quando aveva 15 anni e le fu possibile iscriversi al Conservatorio, dove si diplomò nel 2011. «Quando al liceo ero già al terzo anno di canto in Conservatorio, mi ricordo che nei cambi dell’ora mi esercitavo muovendo la voce e facendo dei piccoli passaggi. Alcuni compagni bulletti mi guardavano straniti, io però passavo oltre perché sentivo che era la mia strada. Il nostro Paese deve interiorizzare l’idea che il teatro è aperto a tutte le fasce d’età ed economiche». Ma, tornando alla voce, spiega che la gente di solito si immagina che i cantanti provino per ore: «Resterei afona. C’è prima un lavoro di testa, bisogna avere una grande preparazione su musica e testo».
Per Miriam lo studio professionale della musica, per disciplina e impegno mentale, si avvicina attitudinalmente alla carriera degli sportivi. «Siamo degli sportivi, dobbiamo uscire dall’idea del cantante lirico come una persona pigra e poco propensa allo studio. Fare il cantante lirico significa scegliere una vita molto arricchente ma itinerante. Io non vedo la mia voce, il mio strumento, ma sono sempre connessa con lei. Ogni giorno, per poter dare vita attraverso di me a composizioni che sono state scritte secoli fa, devo continuare ad affinare la voce, un lavoro duro come quello di un artigiano – e continua Albano – Sono grata di aver ricevuto un talento che con il mio lavoro e studio giornaliero cerco di plasmare al meglio per trasmettere a chi mi ascolta quello che il compositore ha scritto, cercando di far intuire la magia e l’indicibile che avverto nei pezzi che interpreto» dice. Infine parla della responsabilità dell’arte di mantenere un atteggiamento d’ascolto. «La musica è sicuramente una grande scuola per portare tante persone insieme ad ascoltare e ad ascoltarsi». Ogni volta Miriam avverte una magia indicibile che si crea con la collettività, in particolare nella sospensione che si percepisce nel breve attimo di silenzio prima dello scroscio degli applausi: «In quel momento pare che al pubblico manchi il respiro. Questo per un attimo galleggia nell’aria attendendo di ricadere con gioia e unità d’intenti nelle mani delle persone» dice, raccontando la sua soddisfazione quando sente di riuscire a rapire le persone catturando la loro attenzione. A breve uscirà un cd che la vede come solista interpretare composizioni di Heinichen, mentre presto uscirà anche il cd “L’inganno felice” di Rossini dove ha interpretato il ruolo da soprano di Isabella.
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