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Misurare la vista: diottrie, decimi, gradi… Vediamoci chiaro!

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di Mauro Poggi, Oculista dell’Ospedale dell’Angelo e della terraferma veneziana

Quante volte ci confrontiamo con amici o parenti per capire “quanto ci vediamo”? Abbiamo fatto una visita di idoneità alla guida o per attività sportiva o porto d’armi e ci è stato detto di avere 10 decimi e siamo contenti, ma cosa vuol dire? Abbiamo comprato un occhiale da 2 diottrie, vuol dire che senza occhiali vediamo 8 decimi? No, niente affatto. Vediamo di capire perché.

Diciamo subito che in una valutazione oculistica i gradi non esistono, o meglio esistono solo per definire l’asse dell’astigmatismo, ma di questo aspetto ce ne occuperemo un’altra volta. I gradi infatti misurano gli angoli – e in qualche modo, come vedremo, questo c’entra con l’esame della vista, ma non come generalmente si intende – la temperatura, la quantità di alcol in un vino o liquore ma non misurano né la quantità di vista né la “forza” di un occhiale.

 

Immagine di Freepik
Come valutare la capacità visiva dell’occhio

In sostanza in oculistica quando misuriamo, fondamentalmente quantifichiamo due dati: quanto un occhio vede e con quale lente un occhio ottiene quella vista.

Partiamo con l’acuità visiva: il cosiddetto “visus” ossia quanto un occhio vede – la capacità di distinguere due punti diversi come separati e non come un unico punto – in pratica definisce quanto nitidamente vediamo. Questo parametro si misura usualmente in Italia in decimi.

Quindi quando diciamo che vediamo 10 decimi, diciamo che vediamo tutte e 10 le linee dell’ottotipo, quel “quadro” con le lettere o i simboli di dimensione decrescente che troviamo dall’oculista o dall’ottico. Se vediamo solamente lettere grandi il doppio di queste vedremo quindi 5 decimi, che è la metà di 10 decimi; se vediamo lettere grandi 10 volte queste abbiamo solamente un decimo di vista.

Foto di Zoran Milosevic da Pixabay
L’esame oculistico per la misurazione della vista

Per evitare errori legati alla distanza a cui facciamo l’esame, la dimensione delle lettere non si misura con un’unità di misura lineare (millimetri, centimetri…) ma in gradi che sono l’unità di misura degli angoli. L’unità di misura dei simboli con cui facciamo l’esame della vista è di un primo che corrisponde a un sessantesimo di grado. Ecco, allora, come abbiamo una costanza di risultato anche spostando il tabellone: a parità di angolo, più allontano le lettere e più devono essere grandi per avere la stessa dimensione dal punto di vista dell’esaminato.

A questo punto aggiungiamo un dato: l’acuità visiva va misurata in due modi: naturale e corretta. Naturale, come dice la parola, vuol dire senza l’aiuto di lenti. Corretta, invece, implica l’utilizzo di una correzione ottica, cioè gli occhiali. Se un occhio è sano deve raggiungere la vista di 10 decimi, meglio se naturali, ma anche con correzione. Viceversa, ci sono occhi con problemi che non raggiungono i famosi 10 decimi né in modo naturale né grazie alla correzione.

La scelta delle lenti… Questioni di diottrie

È proprio a questo punto che entra in gioco la diottria, cioè l’unità di misura di una lente o di un sistema ottico. La diottria definisce la capacità di una lente di far convergere i raggi luminosi provenienti dall’infinito a una distanza di un metro. Quindi se il nostro occhio non riesce a portare a fuoco le immagini sulla nostra retina in modo che vengano viste nitidamente, possiamo inserire una lente tra gli oggetti da guardare e l’occhio in modo che la lente aiuti il nostro occhio a mettere a fuoco le relative immagini sulla retina.

Più l’occhio è ametrope, cioè “difettoso” da un punto di vista ottico, e più forti dovranno essere le lenti. La necessità di più diottrie di un occhiale, dunque, significa difetto refrattivo più grande e occhiali più grossi.

È opportuno sottolineare comunque che se un occhio non ha malattie, anche con lenti molto forti può vedere molto bene. Mentre un occhio con qualche problema (cataratta, maculopatia, glaucoma…) anche aggiungendo diottrie non acquisisce vista. Anzi: quando la lente è talmente forte da allontanare l’immagine dalla retina, può diminuire l’acuità visiva.

Tante le caratteristiche che possono avere le lenti degli occhiali – possono essere positive o negative, sferiche o cilindriche – in modo da poter portare le immagini sulla retina e quindi correggere i vari difetti della vista (o ametropie) che sono: miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia. Tutti temi che approfondiremo presto in questa rubrica.

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