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Nelle riviste l’emancipazione femminile passa attraverso lo sport

Alla Biblioteca Nazionale Marciana una mostra approfondisce l’immagine femminile e il suo uso pubblico nelle riviste

Con il loro charm le donne conquistano nelle loro tute da sci le valli alpine e le coste cimentandosi nel nuoto. Nel primo ventennio del ‘900 raggiungono una certa indipendenza e libertà espressive, tanto da iniziare ad abbracciare diversi sport in cui sentono di poter esprimere il loro potenziale. “Audaci e sportive. Le donne nelle riviste tra 1922 e 1945” è la mostra allestita nelle Sale Monumentali della Biblioteca Nazionale Marciana a Venezia che sarà visitabile fino al 28 febbraio. L’esposizione, curata da Elena Pala e Emanuela Scarpellini dell’Università degli Studi di Milano, in collaborazione con il Centro interdipartimentale MIC Moda Immagine Consumi, nasce dalla collaborazione tra la Biblioteca Nazionale Marciana e la Fondazione Casa di Oriani di Ravenna. «Si tratta di una mostra scientificamente fondata che si allarga ad aspetti di storia del costume toccando diverse tematiche» ha spiegato il direttore della Biblioteca MarcianaStefano Trovato, spiegando che la mostra presenta diverse curiosità. In una serie di teche, tra riviste e pezzi d’epoca, l’esposizione approfondisce l’immagine femminile e il suo uso pubblico nelle riviste, di moda ma non solo, tra il 1922 e il 1945. Un excursus che attraversa le diverse fasi del regime, per giungere alla Resistenza, rappresentata nelle divise delle partigiane combattenti, che non hanno uniformi da ostentare e indossano piuttosto una “divisa morale”, insofferenti all’armatura di regime in cui le ha ingabbiate il fascismo. Articolata nei tre percorsi tematici “Tra moda e autarchia”, “In movimento” e “In uniforme”, in mostra è esposto un consistente numero di riviste appartenenti alle collezioni della Fondazione Oriani, della Marciana e di privati, che sono presentate accanto a fotografie, abiti, divise, tessuti e tanti altri documenti, offrendo un excursus tra storia del costume, storia di genere e storia politico-sociale.

 

I molteplici volti femminili

In mostra le figure di donne sono molteplici. C’è la donna borghese, noncurante della sobrietà voluta dal fascismo, che si può permettere di stare al passo con la moda, informarsi sulle nuove tendenze e comprare riviste patinate. C’è poi la massaia rurale, decantata dal regime quale “angelo del focolare”, che si divide tra la cura della casa e le battaglie autarchiche imposte dal fascismo. La mostra racconta la storia di come il regime cercasse di forgiare la società e dall’altra parte di come le donne subirono o reagirono proponendosi come sportive e lottando per la liberazione, trovando così la strada per la propria emancipazione. La donna sportiva inoltre incarna la nuova italiana da irregimentare nell’Italia imperiale che Mussolini vuole edificare. Un repertorio vario di figure e caratteri che testimoniano il travaglio, i conflitti e le contraddizioni di un’epoca. «Qui si parla della moda come elemento per capire la vita di tutti i giorni» spiega la curatrice Emanuela Scarpellini, che racconta inoltre come l’autarchia promuovesse l’industria nazionale per creare in particolare tessile fatto in Italia. Diverse furono anche le politiche di riciclo che puntavano a riutilizzare tutti i materiali locali, in un epoca in cui il fascismo voleva militarizzare la società anche attraverso le uniformi che tenta di far portare anche alle donne.

La donna sportiva

Per Mussolini “l’italiano nuovo” doveva essere sintesi tra pensiero e azione, tra cultura e sport. Prima della Grande Guerra soltanto le donne delle classi abbienti accedevano all’educazione sportiva, e poche erano le discipline che potevano praticare. Nel 1928 invece la Carta dello Sport ufficializza l’attività agonistica femminile coordinata dalle diverse federazioni sportive e rende possibile la partecipazione ufficiale delle donne italiane alle Olimpiadi nelle gare di atletica leggera e in quelle ginniche. Pallacanestro, scherma, sci, golf, tennis hanno il proprio campionato femminile nazionale inserito nei circuiti europei. Si potenziano inoltre il nuoto e il pattinaggio a rotelle e alle donne viene concessa la possibilità di fare attività sportive maschili come il calcio. «Attraverso lo sport si vede una trasformazione antropologica della donna – sottolinea Scalpellini – Iniziano a fare movimenti prima considerati inadatti per donne per bene o vestono abiti che mostrano troppa parte del corpo». Le riviste fasciste del settore fanno da cassa di risonanza ai traguardi delle italiane. Il mensile “Lo Sport fascista” se ne interessa dal suo primo numero, nel 1928, fino al 1930. “La Gazzetta dello Sport” nel dicembre 1938 pubblica l’inserto «Donne negli stadi», dove si rimarca la concezione fascista dello sport femminile: esso è considerato uno strumento di sanità razziale, pur senza rinunciare alle ghirlande di bellezza.

Sulla neve

Se per la donna il nuoto resta più uno sport per professioniste, nel mondo della montagna, che piace alle élite, si passa ad uno sci aperto alla classe medio alta. Le donne sciatrici si affrettano a scegliere il completo da sci più adatto alle proprie esigenze, come viene mostrato nella rivista specializzata “La Donna”, che per la prima volta propone servizi di moda in montagna. Alla fine degli anni ‘30 è in voga il calzone alla cavallerizza: strettissimo dalla caviglia al ginocchio e svasato dal ginocchio ai fianchi, accompagnato da una giacca lunga aderente, guarnita di pelliccia o di ricami a colori vivaci, spesso di tipo tirolese. In testa la sciatrice sfoggia una cuffietta a cono con soffice pompon e ai piedi gli scarponi da sci. Gli accessori, dai farsetti alle sciarpe, dai calzettoni ai guanti, sono in maglia. Lo sci si rivela uno sport formidabile alleato della moda. Cortina, regina in quel periodo del turismo invernale, fu sede nel 1941 dei Campionati mondiali di sci, inoltre si candidò per il 1944 per l’Olimpiade invernale, che però non si tenne a causa della guerra. Per visitare la mostra, aperta tutti i giorni dalle 10 alle 17, si accede dall’ingresso principale del Museo Correr. Per informazioni acquisto biglietti: https://correr.visitmuve.it/it/pianifica-la-tua-visita/biglietti/.

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