Sono 20 i ragazzi del gruppo giovani e giovanissimi della parrocchia di Altobello di Mestre che domenica 14 gennaio alle ore 16 metteranno in scena lo spettacolo “Ninna Nanna secondo Matteo”.
La commedia, scritta e diretta da Andrea Scarpa e Luca Costantini, si concentra sui primi due capitoli del vangelo di Matteo adattandoli al presente.
Lo spettacolo ha una durata di circa un’ora, l’ingresso è gratuito e l’evento si terrà in una sala del patronato.
Giovani dai 14 ai 25 anni sono stati coinvolti in questa iniziativa. Al di là dei due gruppi attivi in parrocchia, l’evento è stato proposto anche ai ragazzi di terza media.
«Possiamo considerarla una catechesi fatta in modo particolare», afferma Andrea Scarpa.
Pertanto, i ragazzi possono venire a contatto in maniera precisa con il vangelo di Matteo.
«Abbiamo cercato di approfondire ogni personaggio», descrive Luca Costantini. «I ragazzi cercano di conoscere il prima, il durante e il dopo per immedesimarsi nella loro vita e pensare come si sentivano e come erano arrivati a quel momento»; questo può essere uno spunto di domande e riflessioni che restano dentro, sia per i giovani ma anche per tutti i partecipanti allo spettacolo.
La commedia mette insieme delle riflessioni sul Natale originate da un libro del Cardinal Gianfranco Ravasi che dà concretezza a quello che poteva essere stato il Natale di Gesù, molto diverso da quello consumistico che viviamo ai giorni d’oggi.
«Abbiamo scritto questo testo prendendo i primi capitoli del vangelo di Matteo, attualizzandoli e trasportandoli ai giorni nostri», afferma Andrea Scarpa.
Nel testo viene affrontato il punto di vista di Giuseppe, a partire dai suoi stati d’animo dopo aver saputo che Maria era incinta.
«Mettiamo in evidenza un dramma personale dei personaggi che è tra le righe del vangelo», spiega Andrea. «Il nostro intento è di far riflettere su questi aspetti; il natale di Gesù non è stato una passeggiata per nessuno».
Durante lo spettacolo verrà proposto anche un balletto, legato alla scena del fidanzamento, per riprendere, sebbene la commedia sia ambientata nel presente, le usanze dell’epoca.
Inoltre è fondamentale la “Ninna Nanna” cantata dai ragazzi. La canzone è stata scritta da Salvatore Coco: del Lido di Venezia da tanti anni è affetto da sclerosi multipla, che combatte con molta determinazione e buoni risultati, di cui qualche anno fa ha portato una testimonianza in parrocchia. La musica è dedicata ad esprimere il legame profondo di Gesù con coloro che attraversano il dolore.
La centralità del cambiamento dei personaggi, in particolare del protagonista Giuseppe, costituisce un elemento fondamentale nella trama della commedia.
La complessità del personaggio di Giuseppe emerge attraverso un gran numero di scene, assegnando a diversi attori il compito di interpretare le varie fasi del suo percorso di trasformazione. Questa scelta non solo rispecchia la necessità pratica di gestire numerose scene, ma mira anche a evidenziare in modo tangibile il profondo impatto dell’incarnazione di Gesù sulla vita di Giuseppe e degli altri protagonisti.
Giuseppe, essendo al centro della storia, attraversa un significativo cambiamento interiore. Le scene specificamente concepite per mettere in luce questa trasformazione offrono al pubblico l’opportunità di osservare e comprendere il processo in atto.
Lo spettacolo non si limita a proporre ruoli sul palcoscenico: c’è anche chi si occupa di diversi compiti, compresi gli effetti digitali e la gestione di tutto ciò che accade dietro le quinte. In questo modo il coinvolgimento dei ragazzi non si limita alla performance visibile, ma abbraccia anche l’intero spettro dell’organizzazione e della produzione, offrendo un’opportunità completa di espressione e partecipazione.
I ragazzi che hanno dato la propria adesione hanno avuto coraggio e voglia di mettersi in gioco. «È una bella esperienza per mettersi alla prova di fronte ad un testo, un pubblico ed una direttiva», racconta Luca Costantini. «Speriamo di lasciare in loro qualcosa in modo che possano riflettere su quello che stanno dicendo». La speranza si radica nella possibilità di osservare le cose da altre prospettive, attribuendo loro significati diversi.
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