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Non spegnere la gioia: Don Luigi Verdi su giovani e speranza

Non spegnere la gioia: Don Luigi Verdi su giovani e speranza
Nella chiesa della Santissima Trinità a Mestre l’invito a riscoprire speranza e gratitudine per un mondo più positivo per il nostro futuro: i giovani

Giovedì 5 dicembre, nella chiesa della Santissima Trinità a Mestre, il sacerdote toscano don Luigi Verdi ha tenuto un incontro intitolato “Non spegnere la gioia”, un momento di riflessione sul bisogno di ritrovare speranza e gioia in un mondo che spesso sembra soffocarle.

«In questo mondo che tende a spegnere la gioia e la speranza, credo sia arrivato il momento di ribaltare le cose. La disperazione significa non vedere alcuna possibilità, mentre sperare vuol dire scorgere almeno una possibilità», ha affermato don Luigi. «Nella vita possiamo scegliere tra stare dentro la malinconia che, come diceva San Francesco, è il peggiore di tutti i mali perché ci fa pretendere un mondo migliore senza saper più dire grazie, oppure stare dentro la gioia. La gioia è spontanea, naturale; siamo fatti per essa e non possiamo farne a meno».

Giovani e Chiesa: Don Luigi Verdi sulle sfide di autenticità, speranza e nuove relazioni

Durante l’incontro, don Luigi ha dedicato una particolare attenzione ai giovani, delineando tre problematiche che emergono con forza nella loro quotidianità: attacchi di panico, noia e violenza.
«Gli attacchi di panico fanno percepire la morte, la noia nasce dall’incapacità di vedere un futuro, e la violenza è frutto di egoismo e paura», ha spiegato il sacerdote. 

Nonostante queste difficoltà, don Luigi intravede nei giovani una grande sensibilità verso il futuro e un profondo desiderio di ritrovare relazioni autentiche e significative.
«I giovani sono attenti a due cose: l’autenticità e la sincerità. E lo capiscono subito, perché non ascoltano con le orecchie, ma con gli occhi. Vedono immediatamente se una persona è vera».

Secondo don Luigi, la Chiesa deve smettere di essere noiosa e riscoprire lo spirito dei discepoli di Emmaus, dove Gesù non si impone, ma cammina accanto, condivide il dolore e lascia liberi. «Non possiamo più dare per scontato che i giovani vengano da soli, dobbiamo riguadagnare la loro fiducia camminando con loro».

Il Giubileo della speranza

Le riflessioni di don Luigi trovano un forte collegamento con il tema del Giubileo del 2025, dedicato alla speranza. «Per me, il futuro era la più bella occasione della vita, ma per molti giovani oggi il futuro è una minaccia. Se il Giubileo riuscisse a riaprire gli orizzonti e a restituire speranza, potrebbe diventare un’occasione per ritrovare il senso di una chiamata: non dal passato, ma dal futuro».

L’incontro di Mestre ha offerto un messaggio chiaro e potente: non spegnere la gioia e ricostruire legami di speranza è una responsabilità condivisa, una sfida per rispondere alle paure del nostro tempo e restituire ai giovani il coraggio di guardare avanti.

 

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