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Opere riunite buon pastore: “l’orto” come luogo d’incontro

Opere riunite buon pastore: "l'orto" come luogo d'incontro
Nuovo progetto per il 2024: l’istituzione “Opere riunite buon pastore” propone un orto sensoriale, uno spazio di socializzazione a Marghera

Un orto sensoriale che possa diventare uno spazio di socializzazione ed incontro. È questo il proposito che l’istituzione pubblica “Opere riunite Buon Pastore” vuole portare avanti nel 2024. 
Il progetto, che l’organizzazione vorrebbe realizzare a Marghera, coinvolge persone e luoghi legati al concetto di “cura”.

L’obiettivo è riuscire a mettere in relazione persone diverse: «Vorremmo che l’orto diventasse un luogo di incontro con le scuole», spiega Giocondo Leonardi, direttore generale dell’istituzione. «Uno spazio dove gli anziani, che potrebbero lavorare nell’orto, possano trasmettere le loro tradizioni ai giovani».
L’orto avrà uno spazio con un’area giochi dedicata ai più piccoli, una zona relax, un “percorso vita” dove poter fare attività fisica ed un laboratorio didattico.  

Inoltre, l’orto vuole essere un luogo centrale per le persone fragili, in modo da diventare non solo un momento di relazione con l’ambiente, ma anche un momento in cui si possano sviluppare dei rapporti tra le persone, abbattendo le dinamiche sociali presenti nella società. 

«Ci piacerebbe che i ragazzi presenti nelle comunità educative e riabilitative riuscissero a confrontarsi con i giovani delle scuole creando nuove relazioni, cosa che magari nell’ambiente scolastico non riescono a fare», afferma Giocondo Leonardi.
L’orto vuole essere accessibile a tutti, diventando un luogo di inclusività e di impegno sociale tra gli uomini e l’ambiente. 

L’orto per i minori delle comunità

Accanto ai progetti per l’anno nuovo, il tempo è propizio per dare un’occhiata indietro: «Il bilancio del 2023 è molto positivo», raccorda il direttore. «Si sono avviate e portate avanti una serie di collaborazioni ed attività con i minori».

Le comunità presenti nell’istituzione che si occupano di minori sono due: educativa e riabilitativa. Pertanto, la proposta di un orto per i ragazzi risulta un progetto stimolante da realizzare nel nuovo anno.

«Vorremmo ampliare la possibilità di offerta per dare maggior spazio ai ragazzi, spiega  Giocondo Leonardi. «Ci occupiamo di diversi giovani: soggetti con disturbi dello spettro autistico, minori non accompagnati o con disagio psicosociale».

Con i ragazzi della comunità educativa viene fatto un percorso di accompagnamento scolastico. Si cerca di intervenire sul loro disagio psicosociale. «Non è sempre dovuto alla famiglia ma possono esserci diverse situazioni», racconta il direttore. «Possono esserci difficoltà legate a dipendenze da sostanze, depressione, insicurezza, problematiche comportamentali. Noi cerchiamo di recuperare questi giovani per dare loro fiducia e possibilità sul futuro».

Nella comunità educativa-riabilitativa sono invece più specializzate nei disturbi dello spettro autistico. «Nei nostri centri lavoriamo da quasi 30 anni su queste patologie», descrive il responsabile. «Abbiamo del personale specializzato che segue il percorso di ogni ragazzo». 

Lo spazio dell’istituzione “Opere riunite buon pastore” per le donne

Un’altra struttura presente nell’istituzione è la comunità “mamma-bambino”. 
«All’interno di questa realtà lavoriamo con donne, solitamente sole, che vengono allontanate dal nucleo familiare», racconta il direttore.

Nella comunità le ospiti fanno un lavoro per capire il rapporto madre-figlio e per affrontare le difficoltà con il proprio partner. 

Inoltre, un’attività proposta dall’istituzione è l’accoglienza migranti. Anche in questa occasione vengono accolte donne e nuclei familiari.

Il servizio di prima accoglienza prevede anche l’accompagnamento delle donne accolte durante il parto e l’inserimento dei bambini nel tessuto sociale. «Solitamente le madri che ospitiamo hanno già un figlio o arrivano incinte», afferma Giocondo Leonardi. «Noi cerchiamo di seguirle in questi momenti proponendo percorsi scolastici e informativi». Le donne vengono accolte negli appartamenti dell’istituzione. Attualmente nella struttura è presente una famiglia ucraina.

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