L’Oratorio dei Crociferi a Venezia, il piccolo ambiente che custodisce un unicum pittorico del celebre artista Jacopo Palma il Giovane, da domani, sabato 3, in occasione delle giornate di Carnevale, sarà straordinariamente aperto al pubblico.
Fondato nella metà del XII secolo e gestito dell’ordine dei padri Crociferi, l’Oratorio faceva inizialmente parte di un antico ospedale, luogo di ricovero e di accoglienza per pellegrini e crociati in transito per la Terrasanta. Il Doge Renier Zen nel 1268 donò una cospicua eredità all’ordine religioso per l’auto sostentamento della struttura. Nel corso del 1400 l’ospedale venne poi convertito in un ospizio per donne indigenti, consistente in 15 stanze disposte su due piani.
Nel XVI secolo, una serie di ristrutturazioni in corso presso l’Oratorio culminarono con la decorazione delle pareti da parte di Jacopo Palma il Giovane (1550 – 1628). Il nipote del noto Jacopo Palma il Vecchio ricevette una formazione artistica insolita per l’epoca: trascorreva infatti il suo tempo a ricopiare i capolavori del Tiziano e di Tintoretto, piuttosto che seguire la classica educazione presso le botteghe degli artisti.
Le sue indiscutibili capacità vennero notate dal duca di Pesaro, grazie al quale trascorse un periodo formativo a Roma. Influenzato dai motivi naturalistici che aveva conosciuto durante il periodo trascorso in centro Italia, nel ciclo realizzato per l’Oratorio tra il 1583 e il 1592, Jacopo Palma il Giovane dimostrò di aver intuito l’importanza del linguaggio pittorico come forma di comunicazione tra artista e spettatore. Otto furono i teleri commissionati direttamente dall’ordine religioso dei Crociferi, a cui egli era personalmente molto legato. I quadri sono suddivisibili in tre categorie in relazione alle funzioni e caratteristiche dell’Oratorio stesso: la storia dei Crociferi e del loro ospedale, la funzione dell’Oratorio come cappella in un ospizio e ilcarattere liturgico dell’Oratorio come cappella.
La storia dell’Ordine dei Crociferi viene raffigurata nei teleri collocati ai lati dell’altare. I due dipinti risultano il chiaro tentativo di simboleggiare un unione tra Roma e Venezia, dove sono rispettivamente ambientati, grazie alle vedute laterali di Castel Sant’Angelo e del Campo dei Gesuiti. I due avvenimenti rappresentati sono molto distanti tra loro nel tempo. Nel telero “Papa Cleto istituisce l’Ordine dei Crociferi”, quattro frati intorno al XII secolo d.C ricevono la missiva del Papa, grazie alla quale i Padri Crociferi verranno riconosciuti come ordine religioso devoto al soccorso ed alla protezione dei Crociati. Nell’opera “Papa Paolo IV consegna un Breve all’ambasciatore veneziano”, invece, Palma il Giovane ricorda quando, tra la fine XV e l’inizio del XVI secolo, i padri Crociferi ricevettero un atto riguardante l’eredità del Doge Zen tramite un ambasciatore veneziano che permise la sopravvivenza dell’ospedale. Del ciclo pittorico fa parte anche una sorta di reportage che illustra episodi di fine ‘500 collegati al Doge Pasquale Cicogna, protettore dei Crociferi. I tre teleri sono collocati esattamente davanti all’ingresso dell’Oratorio. Il primo dipinto, “Pasquale Cicogna assiste alla messa celebrata da padre Balbi”, ritrae il futuro Doge insieme alle donne indigenti all’interno dell’Oratorio, dove la posizione dell’altare e la struttura delle panche di legno sono identiche ad oggi. A lato si trova invece l’opera “Pasquale Cicogna riceve l’annuncio”, che rappresenta la nomina del Doge all’interno della Chiesa dei Gesuiti. L’ultimo telero, invece, rappresenta Pasquale Cicogna in visita alla Chiesa dei Crociferi.
Il carattere prettamente liturgico e religioso del luogo viene evidenziato all’entrata dell’Oratorio e all’uscita verso l’antico ospizio.
Il telero “Flagellazione di Cristo”, posto esattamente sopra l’ingresso, allude alla purificazione necessaria per poter accedere al luogo sacro. Il passaggio verso l’aldilà degli ospiti indigenti, che passavano i loro ultimi giorni presso l’ospedale, è invece simboleggiato dal dipinto “Trasporto di Cristo”. L’ultimo telero di Jacopo Palma il Giovane, “Cristo in gloria benedicente, il Doge Renier Zen, la Dogaressa e i Procuratori di San Marco, alcuni padri Crociferi e donne dell’ospizio”, racchiude invece il carattere religioso del luogo e gli avvenimenti storici e contemporanei al pittore veneziano. Un’opera, dove Cristo benedice Zen, in cui i colonnati sullo sfondo rimarcano la divisione tra tre diversi mondi: il sovrannaturale, il passato e il contemporaneo. Nell’oratorio, infine, è presente sull’altare anche una scultura lignea che raffigura un vesperbild, letteralmente immagine del tramonto o del vespro. Si tratta di una piccola scultura in legno dipinto, in gesso o in terracotta, diffusa nel Trecento nell’Europa centrale di lingua tedesca, che rappresenta la Pietà, dove la Madonna sostiene sulle proprie gambe il corpo esanime e irrigidito del figlio Gesù. L’Oratorio dei Crociferi verrà aperto al pubblico con visite guidate nei giorni di sabato 3 e domenica 5, e poi ancora sabato 10 e domenica 11. Gli ingressi saranno alle ore 10, 11, 15 e 16. Restano ancora pochi posti disponibili, biglietti acquistabili su: https://www.ticketlandia.com/m/event/oratorio-crociferi
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