Dopo un lungo e complesso restauro durato oltre quattro anni, il polittico di Santa Chiara di Paolo Veneziano alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, ora esposto in una sala dedicata della loggia palladiana del museo, restituisce agli occhi dei visitatori tutta la lucentezza dell’oro e del colore. Capolavoro assoluto della pittura lagunare e italiana del Trecento, datato tra il 1335 – 1340, il polittico è un’opera tra le più importanti della produzione di Paolo Veneziano. Di straordinaria qualità, è esempio eccezionalmente integro di ancona veneziana a più registri con scene narrative disposte attorno all’episodio centrale dell’Incoronazione della Vergine. Una fastosa cornice lignea intagliata e dorata inquadra le venticinque parti dipinte. Realizzata per lo scomparso monastero femminile delle clarisse di Santa Chiara, fondato a Venezia negli anni Trenta del XIII secolo, vi rimase fino alle soppressioni napoleoniche, si pensa nell’altare maggiore della chiesa o forse, più probabilmente, nel coro delle monache. L’opera giunge alle Gallerie dell’Accademia nel 1812, ad esclusione della tavola centrale, inviata nel 1808 alla Pinacoteca di Brera a Milano e sostituita da un dipinto del pittore Stefano di Sant’Agnese fino al 1950, anno in cui l’opera fu ricomposta con le sue parti originali. Ai lati della tavola maggiore con l’Incoronazione della Vergine, fulcro dell’intera composizione, si trovano episodi della vita di Cristo, mentre nella parte superiore sono narrati momenti della vita di San Francesco e Santa Chiara. Nella parte alta completano il programma iconografico le figure di re Davide e del profeta Isaia, i quattro evangelisti, oltre alla Pentecoste e al Giudizio Universale.
Il restauro, iniziato nel 2019 nei laboratori della Misericordia dell’Accademia, finanziato da Save Venice grazie al sostegno di Dr. & Mrs. Randolph H. Guthrie, è stato diretto da Valeria Poletto, con la direzione tecnica di Maria Chiara Maida fino al 2020 e poi di Francesca Bartolomeoli. Milena Dean ha curato il restauro delle parti dipinte e della cornice, Roberto Saccuman è intervenuto per la revisione strutturale dell’opera e Anna Brunetto ha eseguito la pulitura con tecnologia laser degli intagli lignei, restituendo la raffinatissima gamma cromatica del polittico, il calore delle superfici dorate precedentemente coperte da una patina scura e la piena leggibilità del programma iconografico, rivelando aspetti tecnico-esecutivi e prassi di bottega preziosi e inediti. Tra questi, in particolare, gli schizzi, le prove di colore e i disegni preparatori che Paolo Veneziano aveva realizzato nelle parti non visibili del polittico. «Le parti pittoriche, straordinariamente conservate, hanno ricevuto un intervento di pulitura e di reintegrazione pittorica che ha consentito di recuperare gli equilibri cromatici e di finitura delle superfici, rivelando numerose particolarità esecutive di rara finezza» ha spiegato la direttrice del lavoro Valeria Poletto, che ha sottolineato come nel polittico siano stati usati, senza risparmio, materiali preziosi come l’oro e il blu lapislazzuli, segno della ricchezza della committente, probabilmente una laica che, raffigurata nella parte bassa del registro inferiore, resta però ancora ignota.
Una parte sostanziale dell’operazione ha riguardato la complessa cornice intagliata, precedentemente rimaneggiata almeno in due occasioni: quando il manufatto era ancora presso il monastero di Santa Chiara e, in seguito, nel 1830. «È stato possibile ripristinare il rapporto fra i dipinti e gli intagli. Alcune delle aggiunte ottocentesche, fuorvianti per la lettura del manufatto, sono state smontate permettendo il recupero delle dimensioni originali della cornice» ha spiegato la direttrice tecnica Francesca Bartolomeoli. La cornice è stata pulita impiegando la tecnologia laser: «Senza la sollecitazione meccanica dell’opera ha consentito di rimuovere le stratificazioni più recenti e recuperare la doratura 800esca, in ottimo stato di conservazione». La morfologia del manufatto è stata inoltre mappata tramite scansione fotogrammetrica e l’acquisizione di immagini ad altissima risoluzione e dettaglio con il microscopio digitale 3D “Hirox”, in comodato alle Gallerie dell’Accademia grazie al comitato Venice International Foundation: «Questo ha consentito di entrare “dentro” la pittura e osservare aspetti e particolari anche non erano visibili dell’opera, premettendo anche ingrandimenti inediti» specifica Bartolomeoli. È stato deciso inoltre di provvedere ad una nuova struttura di sostegno su cui ancorare le varie parti del manufatto, appositamente progettata per rispondere alle sue necessità conservative e assecondare i movimenti naturali delle tavole in legno.
«L’eccezionale campagna di restauro del polittico corona un lungo lavoro di acquisizione, ricerche, studi preliminari, pulitura e reintegrazioni pittoriche che ci hanno permesso di restituire un capolavoro e di ampliare la conoscenza di questo manufatto» ha commentato il direttore delle Gallerie dell’Accademia, Giulio Manieri Elia, che a GV Ve-nice ha rilasciato una lunga intervista sul suo percorso e sui traguardi del Museo (leggi qui). «Stiamo lavorando alla preparazione di un importante convegno di studi, al fine di condividere i risultati di questa operazione» continua il direttore, sottolineando il grande lavoro delle Gallerie, tra le prime in Italia per interventi conservativi e di restituzione, come sottolinea anche la recente ricostruzione del soffitto Vasari (leggi qui). «Il lavoro svolto sul polittico con le più avanzate tecnologie, ora viene raccontato ai visitatori grazie ad unapresentazione multimediale, consultabile attraverso un touch screen, realizzata da Culturanuova srl di Arezzo» dice infine Manieri Elia. Tramite foto, dettagli, testi, focus storico-artistici, video, è possibile “navigare” dentro il polittico, approfondire le sue vicende storiche, indagare le fasi del restauro e le diverse tecniche diagnostiche, mettendo a confronto il risultato finale con le condizioni conservative iniziali. Si potranno inoltre scoprire le aree dell’opera normalmente non visibili. Insieme al polittico, parte della collezione permanente delle Gallerie, è inoltre esposta nella sala per la prima volta al pubblico una piccola e preziosa croce astile polilobata dipinta su entrambi i lati, proveniente da una collezione privata e concessa in comodato d’uso al Museo. L’opera è attribuita al Maestro dell’Incoronazione della Vergine di Washingtondel 1324, una figura ancora per molti aspetti poco nota, ma che potrebbe essere identificato con il fratello di Paolo Veneziano, Marco, o con il padre Martino, entrambi documentati come pittori.
C.I.D. s.r.l. Società a Socio Unico – Casa editrice del settimanale Gente Veneta – CF e PI 02341300271 – REA: VE – 211669 – Capitale Sociale 31.000 euro i.v. – Dorsoduro,1 – 30123 Venezia
Iscriviti a VE-NICE e non perderti nessun aggiornamento, ti invieremo 1 volta a settimana i nuovi articoli!