«Mi chiamo Padre John, ma sono anche conosciuto come Padre Ramesh», racconta il sacerdote cattolico indiano John Dola, uno dei primi bambini che 30 anni fa venne adottato a distanza dal Gruppo Missioni Carpenedo. «Sono nato il 29 agosto 1985 in India, in una famiglia molto povera con sei figli. La povertà ci ha impedito di ricevere un’istruzione adeguata, ma grazie all’aiuto di un gruppo di benefattori la mia vita ha preso una svolta positiva».
Negli anni 80, la maggior parte dei cristiani in India non poteva liberamente professare la propria fede, per questo motivo John Ramesh Dola ha due nomi. Nel 2013 Padre John è stato ordinato sacerdote, un sogno reso possibile dall’assistenza ricevuta durante l’infanzia.
«Anche mio fratello è stato aiutato dal gruppo Missioni Carpenedo; grazie all’aiuto del medico Franco Del Piccolo, ora lavora come informatico in California», descrive John Dola. «Di recente, ci siamo ritrovati a Venezia per incontrare la famiglia che aveva aiutato mio fratello. Quando ho rivelato di essere un sacerdote e da dove venivo sono rimasti stupiti di scoprire che ero il bambino che avevano sostenuto tanti anni fa».
Il responsabile del gruppo mestrino, Gianni Scarpa, si è messo in contatto con la famiglia che ha sostenuto Padre John negli anni: «Quando sono andato a trovarli, Marina Bertoncello mi aspettava con tutte le lettere che avevo scritto da bambino. Rivedere quelle lettere è stato un momento molto emozionante per entrambi».
«Crescendo in un contesto povero, non avevamo molte opportunità educative. Tuttavia, grazie al gruppo Missioni di Carpenedo e ai suoi membri generosi, sono stato accolto in un collegio-orfanotrofio dove ho potuto studiare», spiega il sacerdote. «Questo collegio, che offriva sostegno e istruzione ai bambini poveri, è stato la mia casa per tutta l’infanzia.
Durante quel periodo, fui inserito nel programma di assistenza del gruppo. Ho studiato due anni di scuola superiore prima di decidere di entrare in seminario, ispirato da un ex parroco italiano, don Giovanni Simonella, che veniva come missionario nella nostra diocesi».
Oltre a lui, Madre Teresa di Calcutta, Don Bosco e San Francesco di Assisi hanno avuto un impatto significativo sulla vocazione di Ramesh.
Il sacerdote don Giovanni Simonella, che battezzò John, e il gruppo Missioni di Carpenedo, hanno avuto un ruolo cruciale nel suo percorso.
«Ho trascorso sei anni nella diocesi di Nola, vicino a Napoli, e ora sono parte della congregazione indiana “Arraldi della Buona Novella” a Roma», spiega Padre John. «Siamo presenti in molti paesi nel mondo, e la nostra missione continua a crescere».
Grazie alla sua fede e al supporto del gruppo Missioni di Carpenedo, la vita di Padre John ha preso una direzione che non avrebbe mai immaginato. La buona volontà dei volontari e il pensiero per gli altri hanno trasformato la sua vita.
«Il bene che si dà sicuramente ritorna, e per questo, sarò sempre grato», conclude il sacerdote.
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