Erano un centinaio le persone provenienti dalla diocesi di Venezia che hanno partecipato, giovedì 25 aprile a Roma, alla giornata nazionale dedicata all’Azione Cattolica, tenutasi in piazza San Pietro con Papa Francesco.
«Quello che mi è rimasto di più sono le parole del Papa sulla pace», racconta Nicola Di Giovanni, membro della parrocchia del Sacro cuore di Mestre. «Papa Francesco ci ha invitato a pensare alla pace partendo dal nostro piccolo».
L’incontro, cui hanno preso parte 80mila iscritti all’Ac, aveva come tema principale “la cultura dell’abbraccio”.
Durante la mattinata Papa Francesco ha riflettuto sulla cultura dell’abbraccio, definendone tre differenti tipi: quello che manca, quello che salva e quello che cambia la vita.
Il Papa ha concluso il suo discorso parlando del sinodo e dello stile della sinodalità, incoraggiando tutti a vivere questa pratica nella quotidianità. «È importante essere “pellegrini di speranza” e sviluppare la capacità di dialogare», afferma Papa Francesco. «Bisogna riuscire a tracciare e percorrere sentieri di sinodalità, esortando i fedeli a diventare atleti e portabandiera di questa pratica nei contesti delle diocesi e delle parrocchie. L’idea di sinodalità richiama un cammino condiviso, dove ogni persona è partecipe e contribuisce a costruire una comunità più coesa e solidale».
Papa Francesco ha definito tre tipi di abbraccio, tema dell’anno dell’Azione cattolica.
«L’abbraccio che manca può assumere connotazioni negative, trasformandosi in un gesto ostile che, con il tempo, può somigliare più a un pugno», spiega papa Francesco. «Quando gli abbracci vengono negati o rifiutati, ciò può portare a un sentimento di esclusione e a una percezione dell’altro come un potenziale nemico. L’abbraccio che salva è invece un simbolo di affetto, stima e fiducia. Rappresenta la riconciliazione e la misericordia divina, offrendo perdono, guarigione e liberazione. Questo tipo di abbraccio trova il suo culmine nell’Eucaristia. Infine, l’abbraccio che cambia la vita può aprire nuove strade e offrire nuove opportunità. È un gesto che può provocare cambiamenti significativi e portare a una svolta nel percorso di una persona».
Durante l’incontro, oltre all’intervento del Papa, hanno preso parte all’evento altre figure significative.
Mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica, ha guidato il momento introduttivo di preghiera. Durante il suo intervento, ha sottolineato l’importanza della presenza collettiva e ha fatto riferimento al tema delle guerre, evidenziando la necessità di promuovere la pace e la solidarietà tra le persone.
Successivamente è intervenuto l’attore Neri Marcorè, il cui discorso ha toccato diversi aspetti legati all’Italia e a chi morì per la sua liberazione.
L’evento si è concluso con un videomessaggio del cardinal Pierbattista Pizzaballa, Patriarca Latino di Gerusalemme, che ha parlato di un argomento di grande rilevanza: la situazione in Medio Oriente e il continuo bisogno di pace. Nel suo intervento, il Patriarca Pizzaballa ha esortato tutti i presenti alla costruzione di relazioni, sottolineando quanto sia necessario andare oltre le divisioni con coraggio, non facendosi fermare dalla paura.
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