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Pichetto Fratin a Marghera per la sostenibilità delle PMI

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Ospite del convegno “Dalla Cop 18 al Nordest” presso il Parco Scientifico VEGA di Marghera

Arrivato a Marghera il Ministro dell’ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin esordisce diretto: «Siamo tradizionalmente fragili a livello di singola impresa per le nostre risorse limitate, ma in gruppo non abbiamo paura di nessuno, bisogna ripartire dai distretti e dalle filiere per cogliere il cambiamento come un’opportunità». L’obiettivo del convegno “Dalla Cop28 al Nordest”, ospitato presso l’auditorium Lybra del Parco Scientifico VEGA di Marghera il 22 gennaio, era proprio quello di dare delle linee guida per l’incremento del livello di sostenibilità delle PMI.

«La sfida è impegnativa, ma vince chi arriva prima – prosegue il Ministro – tanto nei modelli di azione e organizzazione che nella produzione, secondo un approccio che tuteli l’ambiente». La sfida alla sostenibilità insomma si vince innovando insieme, per questo in risposta alla lettera di intenti delle PMI presentata a dicembre all’evento “Together Toward 2030”, Pichetto Fratin offre una ricetta per raggiungere gli obiettivi del taglio di CO2 basata sulla collaborazione, guardando al percorso da fare come una circostanza favorevole.

La sfida per ridurre le emissioni delle PMI passa dal digitale

Sommerse da scadenze e impegni amministrativi le PMI sono spesso schiacciate dalle incombenze, tanto che sembra impensabile pensare che possano trainare il cambiamento. Eppure la loro dinamicità è quell’elemento che potrebbe rappresentare la chiave di volta per la sostenibilità del presente e del futuro. «Le PMI credono davvero in questo “New deal” – spiega Laura La Posta, caporedattrice del Sole 24 Ore e coordinatrice dell’evento – hanno solo bisogno che la transizione venga effettuata con i tempi giusti».

Per supportare questo cambiamento IMQ eAmbiente e CGIA di Mestre hanno presentato ESGgreen, una piattaforma digitale, la prima nel suo genere in Veneto, per misurare la sostenibilità ambientale, sociale e di governance delle PMI. «Le nostre 140.000 imprese nonostante la voglia di fare hanno problemi di condivisione, organizzazione, visione e sono orfane di credito da parte del sistema bancario e di una spinta del pubblico – spiega il Segretario della CGIA Renato Mason – questo progetto sperimentale aiuta a definire lo status di avvicinamento agli obiettivi fissati al 2030, i risultati sono incoraggianti ma è necessario introdurre un principio di proporzionalità delle richieste, tenendo conto delle dimensioni e della struttura delle imprese».

L’esperienza delle imprese per un “business” sostenibile

Ad arricchire il convegno ci hanno pensato le testimonianze dirette di imprese che hanno deciso di rendere la sostenibilità parte integrante della loro attività, tanto a livello di cultura aziendale che di business. Si passa così dalla Pedon di Marostica, che partendo dalla coltivazione di legumi propone un modello di alimentare virtuoso con una produzione a bassa emissione di CO2 e la creazione di packaging a partire dalla carta ricavata dagli scarti di prodotto; per arrivare alla Irca, azienda del gruppo Zoppas Industries, che ha già ridotto le proprie emissioni ottimizzando i processi di realizzazione di resistenze elettriche, grazie a un 20% del fabbisogno ottenuto dal fotovoltaico.

La transizione imporrà dei drastici cambiamenti ai modelli di business, come nel caos di AcegasApsAmga, che se oggi gestisce ancora metano nel futuro probabilmente le sue reti accoglieranno solo energie rinnovabili e idrogeno, ma la spinta al miglioramento si avrà solo misurando e raccogliendo dati utili a capire la trasformazione, per non subirla. Lo stesso spirito che coinvolge Nice, che ha fatto dell’innovazione nei propri sistemi di home management solution, non solo un modo di produrre ma di progettare un’offerta in termini sostenibili. La stessa filosofia testimoniata da Faita Federcamping in ambito turistico e da Carron in quello edilizio, dove le certificazioni restano un percorso fondamentale per ottimizzare i processi ma che devono essere adeguate alle dimensioni delle aziende, per questo gli obiettivi devono adattarsi al “passo” di un’organizzazione.

Politica, pubblico e imprese insieme per la sostenibilità

«Per conformazione geografica la pianura Padana non è molto avvantaggiata – spiega il Ministro Pichetto Fratin – è la seconda area produttiva d’Europa per concentrazione d’imprese e le polveri sottili che si producono restano qui, quindi non resta che ridurle intervenendo su fabbricati, veicoli ed energia. Il futuro va costruirlo in modo coordinato». Come? Fra gli esempi emersi al convengo il progetto di comunità energetica che coinvolgerà proprio le aziende insediate al parco del VEGA, con il lancio del progetto il prossimo 8 marzo e iniziative come quella di ecologia integrale promossa dal Patriarcato di Venezia, per educare all’unione tra economia e ambiente già in ambito scolastico.

«La transizione si farà se il settore privato ci crede – aggiunge il Sindaco di Venezia Luigi Brugnaro – il pubblico deve stimolare, ma gli investimenti arriveranno dalle aziende. Con Eni a Venezia abbiamo dimostrato che l’idrogeno è una realtà e a breve avremmo 90 autobus di linea che circoleranno senza emissioni». Come aggiunge Vincenzo Marinese, Presidente di Confindustria Veneto Est, «Porto Marghera sta cambiando faccia grazie all’innovazione ma qui serve una cabina di regia per trasformare la ZLS in opportunità anche in termini di sostenibilità». L’Assessore regionale all’ambiente Giampaolo Bottacin ha poi ricordato che «entro il 2030 le discariche chiuderanno perché l’obiettivo è riciclare e riutilizzare il massimo del materiale possibile, il cuore pulsante del nostro territorio restano le imprese che sanno fare il loro mestiere, basta non caricarle di troppe zavorre».

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